Orgoglio Sinner: “Sono molto fiero di essere italiano”. E sul caso Tas-Wada…

Abbracci ed emozioni nel dopo partita del numero 1 del mondo con mamma Siglinde che si lascia sfuggire una lacrima. Jannik: "La felicità più grande gioire con la famiglia"

Albert Einstein avrebbe applaudito Jannik Sinner. La rappresentazione vivente del celebre motto: «Il genio è un per cento talento e 99 lavoro». E non perché Jannik abbia poco talento. Ma perché lavora come nessuno. Dapprima Jannik esprime, sempre in modo garbato, con contegno l’emozione in campo. L’abbraccio alla squadra e alla famiglia, parole dolci per il pubblico: «E’ speciale, è stata una settimana molto positiva. Ci tenevo molto a vincere, sono arrivato prima per prepararmi, sono riuscito a stare in campo in maniera equilibrata e sono molto contento. Ho vinto il primo torneo in Italia e quindi è ancora più speciale. Questa settimana è andato tutto bene. Sta arrivando la Davis, noi sappiamo fare squadra. L’emozione è un po’ diversa rispetto al 2023, ma sono contento che le Finals resteranno in Italia. Non potrei essere più felice. Il pubblico qui è incredibile, hanno iniziato a tifarmi una settimana prima dell’esordio».

E poi la conferenza stampa, prima della partenza per Malaga: «La mia migliore settimana dell’anno? Di sicuro di grande qualità. Ho solo cercato di giocare il miglior tennis possibile in ogni momento».

Sulla prossima stagione

Subito un pensiero al prossimo anno, il primo da difensore di grandi titoli: «A inizio stagione il mio obiettivo era cercare di capire cosa avrei potuto raggiungere. E sarà lo stesso il prossimo. Qualsiasi cosa raggiungiamo la prenderemo. L’obiettivo è cercare di migliorare. Penso di avere ancora tanto margine a 23 anni. Certo, quando sei al vertice è questione di piccoli dettagli. Adesso c’è la Davis, poi andrò a casa. Non c’è una chiave, bisogna restare se stessi, cercando di capire se funziona oppure no, in ogni torneo». E l’ammissione: «Sì, sono molto, molto felice, sto giocando veramente un buon tennis. Nel ranking dell’emozioni è importante, le lacrime di mamma Siglinde però sono una cosa totalmente diversa. Sono contento di avere questa coppa, ma è ancora più bello vedere la famiglia intorno a me. Non solo le lacrime di mia madre ma condividere tutto il resto con la mia famiglia è forse la cosa più bella».

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Sinner: "Sono uno che lavora tanto"

Così si finisce a parlare di Einstein, ovverosia se conti il lavoro più del talento, come peraltro sembra dimostrare Jannik: «Non so definire bene la percentuale, però sono uno che lavora tanto e che cerca di capire cosa ha sbagliato. Certo alcuni hanno un po’ più di talento. Quando combini il talento al lavoro diventi un giocatore importante. E secondo me un giocatore di talento che non lavora tanto perde contro uno che non ha talento ma lavora al 100 per cento». Ha dominato, Jannik, rendendo breve anche questa finale. Gaudenzi pensava di tornare alle finali ai cinque set: «Erano le finali del passato. Tre su cinque è una partita totalmente diversa, può cambiare più volte il match, lo scenario, Poi c’è da vedere come giochiamo noi, Siamo poco abituati».

Sinner e il caso Tas-Wada

Ma non ditegli che concorre per diventare il miglior sportivo italiano della storia. «Non sono d’accordo, ho 23 anni. Non si possono fare paragoni con altri sportivi che hanno fatto cose incredibili. Ho avuto un’ottima stagione, dopo un buon 2023 ho alzato l’asticella. L’anno prossimo ne avrò 24 e ci riproverò. Ho tutta la carriera davanti», Jannik è un ragazzo che riflette, non può pensare che il prossimo anno sia più facile. Ma nemmeno si preoccupa «Non mi preoccupa, non vedo il senso di preoccupazione. Io dico sempre che se do il 100 per cento più di così non possiamo fare. Tante cose intorno possiamo controllarle, il resto è imprevedibile. Sarà solo un anno diverso. E sul caso Tas-Wada sono molto fiducioso che la quarta audizione si risolva come le altre tre, bene cioè. Sono stati momenti difficili, ci sono state notti in cui non dormivo. Per fortuna ho un team che mi è stato vicino e mi ha tenuto stabile. Il pubblico mi ha dato tanto in quei momenti. E ho sentito la loro vicinanza anche in questi giorni. Sono molto fiero di essere italiano».

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Albert Einstein avrebbe applaudito Jannik Sinner. La rappresentazione vivente del celebre motto: «Il genio è un per cento talento e 99 lavoro». E non perché Jannik abbia poco talento. Ma perché lavora come nessuno. Dapprima Jannik esprime, sempre in modo garbato, con contegno l’emozione in campo. L’abbraccio alla squadra e alla famiglia, parole dolci per il pubblico: «E’ speciale, è stata una settimana molto positiva. Ci tenevo molto a vincere, sono arrivato prima per prepararmi, sono riuscito a stare in campo in maniera equilibrata e sono molto contento. Ho vinto il primo torneo in Italia e quindi è ancora più speciale. Questa settimana è andato tutto bene. Sta arrivando la Davis, noi sappiamo fare squadra. L’emozione è un po’ diversa rispetto al 2023, ma sono contento che le Finals resteranno in Italia. Non potrei essere più felice. Il pubblico qui è incredibile, hanno iniziato a tifarmi una settimana prima dell’esordio».

E poi la conferenza stampa, prima della partenza per Malaga: «La mia migliore settimana dell’anno? Di sicuro di grande qualità. Ho solo cercato di giocare il miglior tennis possibile in ogni momento».

Sulla prossima stagione

Subito un pensiero al prossimo anno, il primo da difensore di grandi titoli: «A inizio stagione il mio obiettivo era cercare di capire cosa avrei potuto raggiungere. E sarà lo stesso il prossimo. Qualsiasi cosa raggiungiamo la prenderemo. L’obiettivo è cercare di migliorare. Penso di avere ancora tanto margine a 23 anni. Certo, quando sei al vertice è questione di piccoli dettagli. Adesso c’è la Davis, poi andrò a casa. Non c’è una chiave, bisogna restare se stessi, cercando di capire se funziona oppure no, in ogni torneo». E l’ammissione: «Sì, sono molto, molto felice, sto giocando veramente un buon tennis. Nel ranking dell’emozioni è importante, le lacrime di mamma Siglinde però sono una cosa totalmente diversa. Sono contento di avere questa coppa, ma è ancora più bello vedere la famiglia intorno a me. Non solo le lacrime di mia madre ma condividere tutto il resto con la mia famiglia è forse la cosa più bella».

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