Ci entusiasmiamo per Sinner, però, come non fare altrettanto per Berrettini? E non soltanto perché "Matteo contro l'Argentina ha giocato in un modo incredibile e mi ha portato in braccio" (Jannik dixit). La verità è che hanno conquistato tutti il modo entusiasmante in cui i due azzurri hanno giocato nel doppio, decisivo per l'ingresso in semifinale; il rapporto che li lega; i valori di amicizia, stima e rispetto che li uniscono; la capacità di essere l'uno a sostegno dell'altro nei momenti di difficoltà. In particolare, meritano di essere rimarcati due passi delle parole pronunciate da Berrettini dopo il successo su Gonzalez e Molteni: "Jannik ci ha raggiunto a Malaga come se fosse l'ultimo arrivato nonostante sia il Numero Uno del mondo. C'è molto da imparare da lui. L'anno scorso era molto felice di essere qui, ma provi una sensazione diversa quando puoi scendere in campo e divertirti a giocare con il miglior tennista del mondo".
La forza dell'ItalDavis
E ancora: "Io e Jannik siamo due ragazzi profondi e non siamo superficiali quando facciamo le cose. Siamo due ragazzi che amano ciò che fanno e hanno combattuto i loro momenti difficili riuscendo a uscirne. Io prendo spunto da Jannik: tutto ciò che sta facendo, lo fa con la voglia di migliorarsi sempre. Sto cercando di farlo anch'io. È davvero un piacere condividere questo tempo con lui". Ecco dove affondano le radici di questa, strepitosa ItalDavis comuni a tutti i suoi componenti: una vera, fortissima Squadra poiché fortissimi ne sono i valori fondanti. Comunque vada a finire alla Martin Carpen Arena, teniamocela stretta. Il suo valore è inestimabile.