Sinner nuovo Re, dominio Italia, Zverev brilla, Alcaraz...: super pagellone 2024

Voti e giudizi della stagione del tennis: Jannik ha scritto la storia alzando ulteriormente il suo livello. Paragonarlo ora a Djokovic, Federer e Nadal è naturale

Dimitrov 7

È stato un anno positivo per Grigor Dimitrov. Il bulgaro a 33 anni è riuscito a elevare il suo livello tornando in top 10 (partiva dalla quattordicesima posizione del 25 dicembre 2023). La stagione è iniziata subito alla grande con il trionfo nel primo torneo dell’anno a Brisbane (vittoria in finale contro Rune). Poi anche la finale a Marsiglia (ko contro Humbert), la semifinale a Rotterdam, il ko nella finalissima contro super Sinner nel 1000 di Miami e la sconfitta nel match per il titolo a Stoccolma contro Paul. Negli Slam forse ci si aspettava qualcosa di più ma due quarti di finale (a Parigi e New York) sono comunque un risultato di tutto rispetto (in Australia è stato eliminato ai sedicesimi di finale da Borges mentre a Wimbledon è uscito agli ottavi per ritiro contro Medvedev). Campione infinito.

De Minaur 7

Anche Alex de Minaur, così come Dimitrov, ha avuto la forza di elevare il suo gioco diventando uno dei più forti tennisti al mondo. La stagione dell’australiano è stata un crescendo di qualità: dopo il ko nel primo Slam dell’anno agli ottavi contro Rublev (fuori solo al quinto set) è riuscito a raggiungere la finalissima di Rotterdam (ko contro Sinner). In Messico, nel torneo di Acapulco, ha festeggiato il trionfo battendo Ruud in finale e poi si è ripetuto anche sull’erba, in Olanda, a S-Hertogenbosch (trionfo contro Korda). A Parigi, Londra e New York non è andato oltre i quarti ma ha comunque confermato i miglioramenti messi in mostra nella prima parte della stagione. La ciliegina sulla torta è stata la partecipazione alle Finals di Torino anche se nel gruppo Nastase ha collezionato 3 sconfitte. L’obiettivo per l’anno prossimo sarà quello di riuscire a fare l’ulteriore salto di qualità che potrebbe portarlo in top 5. In ascesa.

Rublev 5.5

Due tornei vinti (di cui un 1000) ma anche molte delusioni per Rublev che in 365 giorni è passato dal numero 5 all’8 nella classifica mondiale. Il russo era partito alla grande a gennaio: subito trionfo a Hong Kong contro Ruusuvuori e successivamente quarti di finale nel primo Slam della stagione agli Australian Open (battuto da Sinner in tre set). Poi però sono arrivate altre sconfitte, la squalifica a Dubai (il russo qualche giorno dopo vincerà il ricorso vedendosi riconsegnati punti e prize money) e le eliminazioni all’esordio a Miami, Montecarlo e Barcellona. A Madrid la stagione è sembrata svoltare in positivo grazie al trionfo contro Auger-Aliassime ma sia al Roland Garros che a Wimbledon sono arrivate altre delusioni (contro Arnaldi e Comesana). Un nuovo cambio di passo è arrivato a Montreal (prestigiosa la vittoria contro Sinner ai quarti) ma poi in finale non è riuscito a completare l’opera perdendo contro Popyrin (in due rapidi set). Anche nell’ultimo Slam del 2024 non è andato oltre gli ottavi (ko contro Dimitrov) e il finale di stagione è stato lieto solo per la partecipazione alle Finals di Torino (3 ko anche per lui, così come De Minaur, nel gruppo Newcombe). Altalenante.

Djokovic 7

Per uno come Novak Djokovic non vincere tornei nel circuito ATP è una notizia. Per la prima volta dal 2005 il serbo non è stato in grado di sollevare alcuna Coppa ma certamente il trionfo alle Olimpiadi di Parigi in finale contro Alcaraz è la gemma che nobilita non solo la stagione ma anche la carriera di Nole. Di sicuro passare dal numero 1 al numero 7 nel ranking ATP in soli 365 giorni non è una bona notizia per Djokovic che però, per sua stessa ammissione, non sembra essere più in cima nella scala delle sue priorità. In stagione restano da segnalare la semifinale agli Australian Open (persa contro Sinner), la finalissima di Wimbledon (ko contro Alcaraz) e l’atto conclusivo del 1000 di Shanghai (di nuovo battuto dal nuovo numero 1 del mondo). Eterno.

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Ruud 6,5

Lo avevamo lasciato a dicembre 2023 fuori dalla top ten per un soffio, lo ritroviamo un anno dopo al numero 6. La stagione del campione norvegese non è partita con il passo giusto (fuori in Australia ai sedicesimi contro Norrie) ma poi ha vissuto uno step up sulla superficie preferita di Casper: finale a Montecarlo (persa contro Tsitsipas), trionfo a Barcellona (sempre contro il greco), nuova Coppa alzata a Ginevra (contro Machac) e semifinale al Roland Garros contro Zverev. Male a Wimbledon (sorpreso da Fognini al secondo turno) mentre la seconda parte dell’anno sul cemento ha vissuto il momento migliore con la semifinale alle ATP Finals di Torino (ko contro Sinner). Per il nuovo anno l’auspicio è vedere qualche miglioramento di Ruud anche su terreni di gioco diversi dalla terra battuta: il talento c’è (e tanto), il norvegese ora deve trovare nuovi soluzioni anche fuori dalla sua comfort zone. In controllo.

Medvedev 5

Da numero 3 a numero 5, quasi 2.600 punti persi in 365 giorni, nessun torneo vinto nel 2024 e soprattutto la sensazione di non essere in grado di superare Sinner e Alcaraz nei momenti decisivi. Certo, Daniil è comunque uno dei pochi giocatori (oltre a Carlos) a essere riuscito a sconfiggere Sinner in stagione (nei quarti a Wimbledon ma poi subito battuto dal numero 3 del mondo nel turno successivo) ma da quel ko in finale agli Australian Open la sensazione è stata quella di non avere armi contro gli astri nascenti del tennis (5 ko contro Jannik su sei match e 3 sconfitte contro lo spagnolo in altrettanti confronti). Anche la primavera sulla terra battuta non è stata eccezionale con l'eliminazione agli ottavi contro De Minaur al Roland Garros a testimoniarlo. Dopo i Giochi Olimpici deludenti (fuori agli ottavi contro Auger Aliassime) la stagione sul cemento americano (ancora fuori contro Sinner) e orientale (battuto di nuovo dall'azzurro ai quarti a Shanghai) non è stata al livello al quale il russo ci ha abituati negli anni passati. Importante la partecipazione a Torino alle Finals ma anche in questo il non aver superato la prima fase è stato un passo indietro. Deludente.

Fritz 8

Stagione della consacrazione per il campione statunitense: numero 10 a fine 2023, numero 5 a fine 2024. In un solo anno ha guadagnato 2000 punti mettendo a referto un salto di qualità confermato non solo dai risultati ma anche dal livello espresso sui campi da gioco. Già all'Australian Open si era capito che l'anno di Fritz sarebbe stato notevole: quarti di finale con sconfitta contro sua maestà Djokovic. Poi sul cemento di Delray Beach il campione a stelle e strisce è riuscito a conquistare il primo torneo dell'anno battendo il connazionale Paul in finale. Sulla terra battuta qualche difficoltà in più per l'americano che però può vantare comunque semifinale a Madrid, quarti a Roma e ottavi a Parigi. Il cambio di passo arriva sull'erba, superficie in grado di esaltare le caratteristiche tecniche di Fritz: trionfo a Eastbourne (contro Purcell) e ko ai quarti di Wimbledon contro super Musetti (che lo batterà anche alle Olimpiadi). Poi agli Us Open il numero 1 statunitense confermerà ulteriormente i suoi miglioramenti volando in finale e arrendendosi contro il quasi invincibile Sinner. L'ottimo torneo di Shanghai (ko in semi contro Djokovic) spianerà la strada delle Finals a Fritz. A Torino torneo esaltante per il campione classe '97 che però dovrà nuovamente inchinarsi all'azzurro. Entusiasmante.

Alcaraz 8,5

Come si può definire una stagione con due Slam vinti (Roland Garros e Wimbledon), un 1000 alzato cielo (Indian Wells), un 500 in bacheca dopo una finale epica con Sinner (Pechino) e una finale Olimpica da tramandare ai posteri (battuto solo da Djokovic)? Eccezionale, non ci sono dubbi. E lo è ancora di più se pensiamo che nel 2024 Carlos Alcaraz è stato l'unico a battere Sinner addirittura tre volte (su sei sconfitte totali dell'azzurro in 79 partite stagionali!). Certo, qualche rammarico c'è: sia all'Australian Open che agli US Open lo spagnolo poteva fare meglio (ko a Melbourne ai quarti contro Zverev e fuori addirittura al secondo turno a New York contro Van de Zandschulp), per non parlare poi di Torino che ha visto Alcaraz uscire nella prima fase. Restano molto ampi i margini di miglioramento per il classe 2003 che nella prossima stagione dovrà cercare di limitare i suoi momenti di difficoltà per garantire maggiore continuità ed elevarsi al livello raggiunto quest'anno da Sinner. Stellare.

Zverev 8

Da numero 7 a numero 2 in 365 giorni. Serve altro per spiegare in pochi caratteri la stagione di Zverev? Partiamo dagli Slam: già in Australia si era capito che questo poteva essere l'anno del ritorno a grandi livelli del tedesco dopo l'infortunio subìto contro Nadal nel 2022. La semi contro Medvedev persa solo al quinto può essere un rammarico ma forse lo è ancora di più il ko al Roland Garros nella finalissima contro Alcaraz (avanti 2-1 e poi ko 3-2). Anche a Wimbledon l'uscita di scena agli ottavi, sempre al quinto, contro Fritz è un grande rimpianto (avanti 2-0 e poi battuto 3-2) così come il ko ai quarti sempre contro lo statunitense (che poi lo batterà in semi anche alle Finals di Torino). Nella memoria restereranno il trionfo a Roma (in finale contro Jarry) e quello a Parigi Bercy: due 1000 in una stagione rappresentano un notevole bottino per il tedesco che nel 2025 sarà chiamato a confermare i suoi progressi entrando in competizione con Sinner e Alcaraz. Brillante.

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Cobolli 7,5

Flavio Cobolli ha vissuto nel 2024 la sua consacrazione ad alti livelli. In un solo anno ha compiuto un balzo enorme in classifica volando dal 101° posto alla 32ª posizione. In Australia la gioia di entrare in tabellone principale di uno Slam dopo le qualificazioni e di ottenere anche i primi successi a quelli livelli battendo Jarry e Kotov, arrendendosi solo a De Minaur al terzo turno. Poi l'emozionante partita con Nadal a Barcellona, le vittorie a Madrid e quella a Roma davanti al pubblico di casa (contro Marterer), il bellissimo cammino a Ginevra (ko solo contro Ruud in semifinale). Per non parlare della super sfida al Roland Garros contro Rune conclusa con la vittoria al quinto set del danese. Qualche rammarico forse per la sconfitta a Wimbledon, con l'azzurro capace di rimontare dallo 0-2 fino al 2-2 e poi cedere solo al quinto. Anche sul cemento americano, precisamente a Washington, Cobolli ha disputato un torneo eccezionale arrendendosi solo nella finalissima contro Korda (che lo aveva già sconfitto a Roma). Buono il cammino anche nell'ultimo Slam del 2024, con due vittorie importanti nei primi due turni (fuori al terzo contro Medvedev che poi lo batterà anche a Pechino). Nella stagione di Flavio da ricordare di Cobolli resta soprattutto l'emozione Davis di Bologna: l'esordio in maglia azzurra contro Bergs (con il classe 2002 ko al terzo) ma soprattutto il successo indimenticabile, sempre al terzo, contro Griekspoor (proprio l'avversario battuto da Sinner nell'ultimo match della stagione di Jannik che garantirà qualche mese dopo il trionfo all'Italia). Sul back to back degli azzurri in Coppa Davis c'è anche la firma di super Cobolli che l'anno prossimo proverà a confermare i grandi miglioramenti messi in mostra nel 2024. Astro nascente.

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Arnaldi 7

Dopo la chiusura trionfale nel 2023 (campione in Davis) è stata una buona stagione per Arnaldi che ha confermato quanto di buono fatto vedere l'anno scorso: l'azzurro ha brillato nei tornei di Miami, Barcellona e Roland Garros in cui ha ottenuto importanti e prestigiosi successi (con Shapovalov, Baez e Rublev quelli più emozionanti). Poi dopo i tornei in erba (con una sola vittoria) e l'eliminazione dai Giochi Olimpici, Arnaldi ha messo in mostra un livello incredibile di tennis a Montreal: nel 1000 canadese l'azzurro è riuscito ad arrivare in semifinale, venendo sconfitto solo da Rublev. Nella parte finale della stagione resta l'importante successo in Davis contro il brasiliano Monteiro: così come abbiamo detto per Cobolli anche per Arnaldi c'è la firma sul trionfo bis degli azzurri. Costante.

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Bolelli/Vavassori 8

È stata una stagione di grande spessore per la coppia di doppio italiana. Sono i numeri e i tornei a parlare chiaro: finale agli Australian Open (ko solo contro Bopanna/Ebden), finale al Roland Garros (battuti da Arevalo/Pavic), semifinale a Roma, partecipazione alle ATP Finals di Torino e ovviamente i trionfi di Buenos Aires, Halle e Pechino che danno lustro a un 2024 da incorniciare. Ciliegina sulla torta? Il successo in Davis, con la vittoria fondamentale sul Belgio che ha permesso agli azzurri di poter difendere il titolo poi conquistato a Malaga: una gioia totale per i due campioni. Intesa perfetta.

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Musetti 8,5

Semifinale a Wimbledon (battuto da Djokovic), bronzo alle Olimpiadi (di nuovo ko con Nole), Coppa Davis alzata a Malaga (per il secondo anno di fila e alla fine il ko contro Cerundolo è stato indolore). Non è stato facile l'inizio di stagione per Musetti ma alla fine i numeri parlano chiaro: nel complesso è stato un 2024 brillante (è passato dal numero 27 al 17 guadagnando più di 1000 punti nel ranking) che ha visto Lorenzo diventare anche papà (lo scorso marzo è nato Ludovico). Per ogni tennista, Davis e Wimbledon rappresentano obiettivi primari e in quei tornei Musetti ha portato a casa grandi risultati. A condire il tutto il percorso eccezionale a Parigi, in un'estate che passerà alla storia con il bronzo olimpico leggendario, già incastonato nella storia dello sport italiano. Qualche rammarico in più c'è per il rendimento nei vari tornei che si sono giocati dopo le Olimpiadi (fuori troppo presto sia Cincinnati che agli US Open ma anche a Pechino, Shanghai e Parigi Bercy) ma la gioia di Malaga ha reso tutto meno amaro. Proposito per il 2025: migliorare al servizio può valere la top 10 perché il talento di Musetti è sconfinato. Classe totale.

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Berrettini 9

Non ci sono molte parole per definire l'anno di Matteo Berrettini. Guerriero, gladiatore, lottatore che non conosce resa. Lo ha spiegato bene lui stesso dopo il trionfo a Malaga il peso specifico della Coppa Davis: "È stata sofferta e voluta. Questa medaglia è pesante. Ogni partita è stata vissuta intensamente. Siamo un gruppo compatto, siamo forti. La voglia di tornare in Davis è stato uno dei motori del mio 2024 per tornare competitivo. Non avrei mai pensato di poterla rivincere subuto. Quando succedono le cose belle in campo te ne accorgi sempre qualche mese dopo. Siamo tutti amici perché è arrivato dopo un periodo cupo e quindi forse è uno dei miei successi più belli. Dedico questa coppa alla mia famiglia, alle persone che mi sono state vicine ma anche a me perché ho avuto il coraggio di non mollare, ho fatto delle scelte difficili per la mia vita per la mia carriera. Ci ho sempre creduto". Parole chiare che illuminano al meglio la stagione vissuta da Matteo: a marzo è tornato a giocare in un challenger a Phoenix (subito finale), poi il trionfo a Marrakech (contro Carballes Baena), quindi la finale sull'erba di Stoccarda (battuto da Draper) e infine i nuovi successi (consecutivi) a Gstaad e Kitzbuhel. Dopo la parentesi sul cemento americano il ritorno trionfale in Coppa Davis a settembre: tre partite, tre vittorie (contro Fonseca, Blockx e Van de Zandschulp) e Italia trascinata a Malaga. Quindi il trionfo e le lacrime in terra spagnola: gli abbracci e i sorrisi con Volandri, Sinner e tutti i compagni di squadra. Il ritorno di super Berrettini completato, come in un film hollywoodiano. E lo sguardo è già al 2025 che può rivedere l'azzurro tornare a dominare nel circuito, anche negli Slam. Campione assoluto.

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Sinner 10 e lode

Un dato clamoroso: nessuno, prima di Sinner, nella storia del tennis era riuscito a vincere nella stessa stagione due Slam, le ATP Finals e la Coppa Davis. Nessuno! Un'altra statistica incredibile: Sinner è diventato il secondo giocatore in era Open a concludere un anno solare con almeno un set vinto in ogni incontro disputato in stagione dopo Roger Federer nel 2005. Sinner come Re Roger e nuovo sovrano del tennis. Non vi basta? Settantanove partite giocate: 73 successi, solo 6 sconfitte di cui 3 contro Alcaraz. In un solo anno Sinner è passato da 6.490 punti e numero 4 del mondo (dicembre 2023) a numero 1 con 11.830, quasi raddoppiando il suo score! Semplicemente stratosferico. Potremmo andare avanti ancora perché la lista è lunga, così come l'elenco dei tornei vinti. Oltre agli Australian Open, US Open, Numero 1 del ranking, ATP Finals e Coppa Davis, infatti, Jannik ha conquistato anche le manifestazioni disputate a Rotterdam, Miami, Halle, Cincinnati, Shanghai e Six Kings Slam in Arabia (per non parlare dei quarti a Wimbledon e la semifinale al Roland Garros) consacrando una stagione che ha riscritto i libri di storia. Ancora una volta è opportuno sottolineare le parole di Jannik dopo il trionfo di Malaga per evidenziare la grandezza e la mentalità vincente di un campione infinito: "Questo trofeo vuol dire tanto per tutti noi, sono arrivato qua perché volevo difendere questo titolo, tutta la squadra ha dato il 100% siano contenti di essere in questa posizione. E stato un 2024 bellissimo anche se ci sono delle cose che potevo fare meglio. Ci sono state tante emozioni, ho vissuto un anno con tante difficoltà. Nulla è scontato, vediamo come andrà l'anno prossimo". Leggendario.

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Volandri 10

Una fotografia rappresenta al meglio la gioia di Volandri e dà la misura dell'impresa realizzata dal capitano azzurro: quell'abbraccio a Sinner, portato in trionfo dal ct subito dopo la fine del match contro Griekspoor. Volandri è stato un maestro nell'amalgamare al meglio un gruppo fatto di uomini e campioni veri. Non solo. Anche le sue parole dopo il back to back spagnolo sono chiare e spiegano la forza di una squadra unica: "Dopo averla vinta ci siamo detti di provare a entrare nella storia e vincerne un'altra, ma con Berrettini. Con il lavoro di tutti ci siamo riusciti". Dopo essere diventato capitano della Nazionale ha collezionato quasi solo successi (21 vittorie e 3 sconfitte) e ha riportato il trofeo in Italia dopo 47 anni di attesa, bissando un anno dopo il trionfo. Più di così non si può. Storico.

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Paolini e il tennis femminile 10

Impossibile non menzionare nelle nostre pagelle la straordinaria stagione di Jasmine Paolini e del tennis femminile al pari di quello maschile. L'anno della campionessa azzurra è stata clamoroso, bellissimo, entuasiasmante: in soli 365 giorni è passata dalla 30ª posizione del ranking mondiale (con 1435 punti) alla quarta (5.344). Un balzo incredibile che conferma la grandezza di un atleta capace di compiere progressi eccezionali. Dopo gli ottavi conquistati a gennaio negli Australian Open l'azzurra ha conquistato il torneo di Dubai volando anche in finale al Roland Garros (ko contro Swiatek) e a Wimbledon (battuta da Krejcikova). A chiudere gli Slam stagionali gli ottavi anche a New York. Ma non è finita qui, anzi. Perché è anche nel doppio, insieme a Sara Errani, che Paolini ha brillato: trionfo a Roma, altra finale al Roland Garros, medaglia d'oro leggendaria alle Olimpiadi, trionfo a Pechino e dulcis in fundo la Coppa della BJK Finals 2024 alzata al cielo lo scorso 18 novembre insieme a Tathiana Garbin, Elisabetta Cocciaretto, Martina Trevisan, Lucia Bronzetti ed Errani. Immensa. Immense.

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Dimitrov 7

È stato un anno positivo per Grigor Dimitrov. Il bulgaro a 33 anni è riuscito a elevare il suo livello tornando in top 10 (partiva dalla quattordicesima posizione del 25 dicembre 2023). La stagione è iniziata subito alla grande con il trionfo nel primo torneo dell’anno a Brisbane (vittoria in finale contro Rune). Poi anche la finale a Marsiglia (ko contro Humbert), la semifinale a Rotterdam, il ko nella finalissima contro super Sinner nel 1000 di Miami e la sconfitta nel match per il titolo a Stoccolma contro Paul. Negli Slam forse ci si aspettava qualcosa di più ma due quarti di finale (a Parigi e New York) sono comunque un risultato di tutto rispetto (in Australia è stato eliminato ai sedicesimi di finale da Borges mentre a Wimbledon è uscito agli ottavi per ritiro contro Medvedev). Campione infinito.

De Minaur 7

Anche Alex de Minaur, così come Dimitrov, ha avuto la forza di elevare il suo gioco diventando uno dei più forti tennisti al mondo. La stagione dell’australiano è stata un crescendo di qualità: dopo il ko nel primo Slam dell’anno agli ottavi contro Rublev (fuori solo al quinto set) è riuscito a raggiungere la finalissima di Rotterdam (ko contro Sinner). In Messico, nel torneo di Acapulco, ha festeggiato il trionfo battendo Ruud in finale e poi si è ripetuto anche sull’erba, in Olanda, a S-Hertogenbosch (trionfo contro Korda). A Parigi, Londra e New York non è andato oltre i quarti ma ha comunque confermato i miglioramenti messi in mostra nella prima parte della stagione. La ciliegina sulla torta è stata la partecipazione alle Finals di Torino anche se nel gruppo Nastase ha collezionato 3 sconfitte. L’obiettivo per l’anno prossimo sarà quello di riuscire a fare l’ulteriore salto di qualità che potrebbe portarlo in top 5. In ascesa.

Rublev 5.5

Due tornei vinti (di cui un 1000) ma anche molte delusioni per Rublev che in 365 giorni è passato dal numero 5 all’8 nella classifica mondiale. Il russo era partito alla grande a gennaio: subito trionfo a Hong Kong contro Ruusuvuori e successivamente quarti di finale nel primo Slam della stagione agli Australian Open (battuto da Sinner in tre set). Poi però sono arrivate altre sconfitte, la squalifica a Dubai (il russo qualche giorno dopo vincerà il ricorso vedendosi riconsegnati punti e prize money) e le eliminazioni all’esordio a Miami, Montecarlo e Barcellona. A Madrid la stagione è sembrata svoltare in positivo grazie al trionfo contro Auger-Aliassime ma sia al Roland Garros che a Wimbledon sono arrivate altre delusioni (contro Arnaldi e Comesana). Un nuovo cambio di passo è arrivato a Montreal (prestigiosa la vittoria contro Sinner ai quarti) ma poi in finale non è riuscito a completare l’opera perdendo contro Popyrin (in due rapidi set). Anche nell’ultimo Slam del 2024 non è andato oltre gli ottavi (ko contro Dimitrov) e il finale di stagione è stato lieto solo per la partecipazione alle Finals di Torino (3 ko anche per lui, così come De Minaur, nel gruppo Newcombe). Altalenante.

Djokovic 7

Per uno come Novak Djokovic non vincere tornei nel circuito ATP è una notizia. Per la prima volta dal 2005 il serbo non è stato in grado di sollevare alcuna Coppa ma certamente il trionfo alle Olimpiadi di Parigi in finale contro Alcaraz è la gemma che nobilita non solo la stagione ma anche la carriera di Nole. Di sicuro passare dal numero 1 al numero 7 nel ranking ATP in soli 365 giorni non è una bona notizia per Djokovic che però, per sua stessa ammissione, non sembra essere più in cima nella scala delle sue priorità. In stagione restano da segnalare la semifinale agli Australian Open (persa contro Sinner), la finalissima di Wimbledon (ko contro Alcaraz) e l’atto conclusivo del 1000 di Shanghai (di nuovo battuto dal nuovo numero 1 del mondo). Eterno.

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