Il 2025, Berrettini e l'Italtennis
Facciamo un salto in avanti. Siamo a dicembre 2025. Dammi i tuoi primi cinque per la classifica. «Non vedo grandi cambiamenti… Sinner numero uno per la continuità, davanti ad Alcaraz, che credo stia lavorando nella stessa direzione. Metto lo spagnolo al numero due, ma più vicino a Sinner nel punteggio. Poi Zverev, Medvedev e al quinto posto Rublev, perché mi piace, è un bravissimo ragazzo ed è di grande simpatia».
Ora i tuoi. Prima l’ex, Matteo Berrettini. «Gli auguro il meglio, prima di tutto. Se lo merita. In Davis è stato splendido… Resta un tennista da grandi prestazioni, se ne infila subito qualcuna ce lo ritroviamo come niente tra i primi quindici o venti. Continua a essere un vincente, malgrado tutti i guai che gli sono capitati. Sul filo di lana trova spesso il modo per finire davanti. Sono doti rare… Uno così può battere chiunque».
Quello di oggi, Luca Van Assche. «Grande serietà, grande educazione. Un nonno italiano. È un piacere lavorare con lui. Sta crescendo, sta scoprendosi, sta trovando fiducia. Ha 20 anni. Spero che il salto di qualità sia vicino. Io ci credo, e anche lui»
Nel 2024 l’Italia ha vinto 24 trofei. Nel 2025 ? «Bè, saranno 25… Se tanto mi dà tanto, perché no? Il gruppo è davvero ampio, motivato. Ragazzi e ragazze insieme danno vita a una bella comunità. Tutti diversi e tutti amici, c’è comunanza di intenzioni. E quando se ne mettono tanti, in campo, e di buon valore, le possibilità di fare bene aumentano». Chilometro finito. Controllo passaporti, poi i bagagli. C’è una nuova stagione da cominciare. In cui Santopadre collaborerà anche con Sonego.