Berrettini, Musetti e Paolini
Berrettini invece come Nishikori è stato rallentato da troppi infortuni.
«Il problema di Matteo è che è molto alto e che si appoggia su una struttura sottile, esile, con una parte superiore del corpo invece massiccia. Kei è più basso, non si porta dietro tanto peso. Matteo sì. Mi piace molto, è molto forte, ma forse ha bisogno di mettere un po' più di massa nelle gambe. Amo vederlo giocare e odio vederlo farsi male così spesso, infortunarsi. Ha le potenzialità per essere un top-top player, quello della finale di Wimbleon. So che ci sta lavorando e che ha intorno persone molto professionali, quindi sono ottimista per lui».
Musetti invece non è un lottatore, ma uno spettacolo per gli occhi.
«A me Lorenzo piace molto, non solo tecnicamente. Viviamo entrambi a Montecarlo, lo vedo spesso allenarsi. È un ragazzo meraviglioso, con potenzialità estremamente alte, ma è una grande persona anche fuori dal campo. Penso che vivrà un bell'anno, migliore di quello passato. I motivi sono due: è un giocatore molto forte e in Italia state vivendo un boom. Avete un leader che trascina e spinge in avanti tutto il gruppo».
Già, un momento magico.
«Sì, ma non penso che sarà un momento. Credo che durerà a lungo: l'Italia sarà al vertice per tanti anni. Non avete solo il numero 1 del mondo e molti giocatori in top100, ma anche tanti giovani alla base che spingono. Nel vostro Paese vedo tanto talento».
Lei ha allenato anche donne molto forti, cosa pensa della Paolini?
«Amo Jasmine. È sempre sorridente, positiva, così carina. Sono molto contento dei suoi risultati anche per Renzo (l'allenatore Furlan che da giocatore Thomas ha battuto nella finale in uno dei suoi sette titoli: San Pietroburgo 1997, ndr). Il lavoro e i miglioramenti che ha fatto in questi ultimi anni è impressionante, specie perché non è certo una donna imponente come Rybakina o Sabalenka. Il confronto fisico è notevole, eppure Jasmine è lì, lotta con loro. Sono molto curioso di vedere cosa farà quest'anno».
