Tre finali e tre vittorie, da oltre un anno il cemento outdoor è la superficie di Sinner. Adriano Panatta si sorprende ancora delle vittorie sempre più straordinarie del nostro numero uno?
"La verità? Provo grande ammirazione per lui, per i passi avanti che ha compiuto, per le tante cose in più che sa mettere in campo, rispetto al ragazzo dei primi tempi, che era forte, fortissimo già allora, ma meno equilibrato nel suo tennis e forse anche un po’ più discontinuo. La sorpresa, ormai, la riservo ai tanti che lo inseguono e che a turno si presentano come quello che saprà batterlo".
In che senso, scusa…
"Devono tornare a scuola, tutti, e non capisco perché non lo facciano, perché non corrano ai ripari. Misurarsi contro Sinner con il suo stesso stile di gioco, vuol dire andare in cerca di guai. Devono migliorare, tutti quanti, proprio come ha fatto lui. Misurarsi su altri tracciati, apportare modifiche che rendano i loro colpi non solo più potenti, ma anche più rifiniti, più brillanti, cercare nuove strade e più di ogni altra cosa, imparare a leggere bene i match. In questo Sinner eccelle, sa sempre cosa fare, e anche come e quando farlo".

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