Cinque Slam in doppio, una storica finale tutta italiana a New York, quattro Fed Cup e un capitolo d’onore nei libri di storia del tennis italiano. Roberta Vinci, ex n. 1 di doppio e n. 7 in singolare, ha regalato emozioni incredibili ai tifosi azzurri, dai successi con Sara Errani alla vittoria della vita contro Serena Williams allo US Open 2015. Oggi talent di Eurosport (per cui ha raccontato l’Australian Open), Roberta è diretta testimone della “golden era” del nostro tennis, tra il dominio di Jannik Sinner, le aspettative su Jasmine Paolini e un nuovo ruolo da consulente federale.
Lei è stata in Australia durante la settimana di qualificazioni, com’è andata?
«Ero insieme a Nuria Brancaccio e Lucrezia Stefanini. Da qualche mese sono consulente della Federazione: spero di aiutare le ragazze a farle emergere sempre di più. Il torneo non è andato benissimo, hanno perso entrambe 6-4 al terzo al primo turno di qualificazioni, ma la stagione è molto lunga».
Questa settimana abbiamo 11 italiani in top 100, un record storico.
«È meraviglioso vedere così tanti atleti italiani così forti. L’effetto Sinner e l’effetto di tanti ragazzi e ragazze che vanno lontano negli Slam è bellissimo, avvicina tanti ragazzini al tennis e le persone si stanno appassionando ancora di più».
Quanto è utile, per i giocatori in crescita, avere un ragazzo come Sinner davanti che toglie tanta pressione?
«Per i ragazzi che vogliono iniziare, avere un modello come Sinner, che è un ragazzo gracilino e semplicissimo, è la cosa migliore. Non appena si parla di tennis viene automatico il collegamento con Sinner, ma è giusto così: parliamo di un fenomeno, che può essere l’idolo di tanti ragazzini che vogliono iniziare a giocare per merito suo. Jannik è un trascinatore, gli altri devono aspirare a quello che ha fatto lui: certo non è facile, diventare n. 1 è difficilissimo, ma non devono vederlo come un ostacolo. È una possibilità di crescita».
Anche tra voi funzionava così?
«Sì, certo. Quando Schiavone ha vinto il Roland Garros mi sono chiesta: se la ‘Schiavo’, che è una ragazza che conosco, ha due braccia e due gambe come me e non è un extraterrestre, riesce a vincere uno Slam… perché io non potrei riuscirci? Ci siamo un po’ trainate a vicenda, ma sempre con il rispetto reciproco».