Pagina 5 | Sinner, bufera Wada in Spagna: "Una vergogna, a lui tre mesi, a me sei anni!"

MONTREAL (Canada) - L'Agenzia mondiale antidoping spiega il motivo per cui Jannik Sinner ha ricevuto una squalifica per doping molto più breve rispetto alla sospensione di sei anni inflitta a un pattinatrice spagnola in un caso di doping simile. I media spagnoli hanno richiamato l'attenzione sulla lunga squalifica inflitta alla pattinatrice locale Laura Barquero dopo essere risultata positiva all'anabolico Clostebol, la stessa sostanza che è valsa a Sinner una squalifica di tre mesi dopo un discusso accordo raggiunto sabato tra la Wada e il tennista italiano numero uno al mondo.

 

 

La spiegazione e la storia Barquero

La Wada ha sottolineato che, sebbene entrambi i casi riguardassero la stessa sostanza, i fatti specifici relativi al caso di Barquero erano "molto diversi" da quelli di Sinner.  "La differenza fondamentale tra i due casi è che la versione della signora Barquero su come la sostanza è entrata nel suo sistema non era convincente alla luce delle prove, tanto che le circostanze sono rimaste sconosciute per quanto riguarda la Wada", ha detto l'agenzia antidoping in una e-mail inviata all'Associated Press. "Al contrario, nel caso Sinner, le prove hanno chiaramente confermato la spiegazione dell'atleta, come delineato nella decisione di primo grado". 
 

Barquero è risultata positiva al Clostebol per la prima volta durante le Olimpiadi invernali del 2022, poi di nuovo nel gennaio 2023 in un test fuori gara effettuato dall'International Skating Union. Alla fine la Caso Sinner e precedente Barquero, la Wada pubblica le motivazioni: è bufera ha stipulato un "accordo di risoluzione del caso" in cui l'atleta veniva sospesa per sei anni. L'accordo è stato accettato e firmato dalla Wada, dall'ISU e dall'atleta stessa.  "Se la signora Barquero non era d'accordo con la sanzione proposta, non era obbligata a firmare l'accordo di risoluzione del caso ed era libera di portare avanti il caso per l'udienza presso il Cas", ha affermato la Wada.
 

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La Wada ha accettato la spiegazione di Sinner

L'agenzia aveva cercato di bandire Sinner, tre volte campione del Grande Slam, per almeno un anno. Aveva contestato la decisione dell'anno scorso dell'International Tennis Integrity Agency di non sospendere Sinner per quella che l'Itia aveva giudicato una contaminazione accidentale dello steroide anabolizzante vietato lo scorso marzo.  La Wada ha formalmente ritirato il suo ricorso affermando di accettare la spiegazione dell'atleta sulla causa della violazione e che Sinner non intendeva imbrogliare. 

Rabbia Barquero sui social

L'account Instagram di Barquero ha ripubblicato diverse storie richiamando l'attenzione sulla discrepanza tra la punizione inflitta a lei e a Sinner. Ha poi pubblicato un video in cui parla di come la sua lunga sospensione l'abbia colpita: "È una sanzione sproporzionata che ha significato la fine della mia carriera", ha detto. "Credo che serva da chiaro esempio dei fallimenti del sistema. Non so davvero cosa sia successo. Ma devo assumermi le conseguenze, accettare le normative attuali e affrontare sanzioni che a volte sono estremamente sproporzionate".  La 23enne Barquero ha detto di aver deciso di accettare il divieto di sei anni basato su "regole ingiuste" e di poter iniziare ad andare avanti con la sua vita.  Ha detto che tracce di Clostebol sono emerse nei suoi risultati attraverso la contaminazione di una crema comunemente usata per trattare le ferite della pelle che viene venduta in Italia senza prescrizione medica e non destinata a migliorare le prestazioni sportive.  "Ho avuto la sfortuna di contagiarmi accidentalmente con una crema che aveva comprato un collega e che veniva utilizzata da persone a me vicine. Non potevo immaginare che per risultare positiva bastasse toccare una persona che ha usato quella crema, o toccare un oggetto che era in contatto con la crema."

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“Caso Sinner lontanissimo dal doping”

Intanto, alla BBC, sono arrivate sul caso anche le dichiarazioni del general counsel della WADA, Ross Wenzel: “Questo era un caso che era a un milione di miglia di distanza dal doping. Il feedback scientifico che abbiamo ricevuto è stato che questo non poteva essere un caso di doping internazionale, incluso il microdosaggio. La WADA ha ricevuto messaggi di ogni tipo, da coloro che ritengono che la sanzione sia stata troppo dura e, per certi aspetti, che è ingiusto nei conforti dell’atleta; per altri invece la sanzione non è abbastanza. Tutto questo forse è un’indicazione che, sebbene non sarà condivisa da tutti, è stata la soluzione più giusta. Quando esaminiamo questi casi, cerchiamo di esaminarli tecnicamente, operativamente e non lo facciamo con la paura di ciò che il pubblico, i politici o chiunque altro dirà”.

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Sinner, avete letto cosa ha scritto oggi la Wada?

Non si spengono le polemiche intorno all'accordo tra il numero uno e l'agenzia mondiale antidoping spiega una cosa fondamentale. Djokovic fa il furbetto tirando un colpo al cerchio e uno alla botte con le sue dichiarazioni. Wawrinka e Kyrgios come al solito vanno giù pesanti. E molti altri tennisti del circuito fanno illazioni più o meno velate sull'accordo che l'agenzia antidoping mondiale ha trovato con Sinner, fermato per tre mesi per la pomata usata dal suo massaggiatore e trovata in un quantità infinitesimali nelle analisi di Sinner. Insomma, il caso lascia aperte interpretazioni e sospettucci dei più maliziosi. Ma su questi arriva come una scure il documento dell'accordo che chiarisce come in nessun modo Sinner ha fatto uso di doping e poi le dichiarazioni Ross Wenzel, consigliere generale della Wada che ha dichiarato: «Il suo caso è lontano anni luce dall'essere un caso di doping».

 

Lontano. Anni. Luce. Basterà questa affermazione per tappare la bocca dei maliziosi? Certo, aumenta la confusione in chi osserva la vicenda: se non è doping, perché è stato punito? La ragion è fra le righe del documento, nelle quali si legge che la questione della responsabilità oggettiva dello staff deve ricadere sull'atleta. E, anche se questa regola è stata cambiata a favore degli atleti, comunque è stata applicata "un'ultima volta" con Sinner, nonostante i giudici abbiano considerato la situazione come particolare e ridotto al minimo del minimo la sanzione. Il dubbio rimane: se è innocente, perché fermarlo? Ma più grande è il dubbio che in molti non abbiamo ancora capito la vicenda e quanti siano gli anni luce...

 

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Sinner, il legale: "Accordo? C'è voluto un po' per convincere Jannik"

"Penso che i tennisti siano sempre falchi quando è un altro giocatore a essere coinvolto in una situazione simile e cercano di nascondersi quando sono invece loro a essere coinvolti. Tutto questo è molto ingiusto. Sinner è stato giudicato in un processo ‘da manuale’ sin dall’inizio. Non ci sono stati favoritismi. Semplicemente, le circostanze della sua positività sono state molto insolite". Lo ha detto Jamie Singer, uno dei legali di Jannik Sinner, a Sky News. "Jannik dice di sentirsi trattato in modo piuttosto duro, ma accetta che ognuno abbia diritto alla propria opinione. I tennisti non hanno l’opportunità di conoscere tutti i dettagli della vicenda, quindi semplicemente esprimono delle opinioni. Ma forse i fatti meriterebbero di essere approfonditi maggiormente. Ci è voluto un po’ di tempo per convincere Sinner che era la cosa giusta da fare" ha aggiunto Singer. 

Bertolucci: "Sinner ha fatto benissimo ad accordarsi con la Wada"

"Sinner? Ha fatto benissimo a concordare con la Wada. Le parole di Djokovic? Molti tennisti sono invidiosi, visto che Sinner potrà giocare sempre Wimbledon e Roland Garros così come le finali Atp, ossia i suoi veri obiettivi. C'è stata una soluzione un po' all'italiana, uno di quegli accordi 'politici' diciamo". A parlare, ospite di Rai Radio1, a "Un Giorno da Pecora", è l'ex tennista Paolo Bertolucci. "Onestamente non mi è piaciuto per niente il silenzio assoluto dei tennisti italiani sulla vicenda, solo ora, dopo tre giorni, qualcuno si è svegliato, come Sonego - aggiunge - Berrettini ha fatto una dichiarazione democristiana e Musetti ci ha messo una pezza...". In questi tre mesi in cui è squalificato Sinner potrebbe giocare con un ex campione, magari lo stesso Bertolucci. "Io? Ma assolutamente, io non gioco a tennis, fa male praticarlo...", ha scherzato il diretto interessato.

 

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Sinner, il legale: "Accordo? C'è voluto un po' per convincere Jannik"

"Penso che i tennisti siano sempre falchi quando è un altro giocatore a essere coinvolto in una situazione simile e cercano di nascondersi quando sono invece loro a essere coinvolti. Tutto questo è molto ingiusto. Sinner è stato giudicato in un processo ‘da manuale’ sin dall’inizio. Non ci sono stati favoritismi. Semplicemente, le circostanze della sua positività sono state molto insolite". Lo ha detto Jamie Singer, uno dei legali di Jannik Sinner, a Sky News. "Jannik dice di sentirsi trattato in modo piuttosto duro, ma accetta che ognuno abbia diritto alla propria opinione. I tennisti non hanno l’opportunità di conoscere tutti i dettagli della vicenda, quindi semplicemente esprimono delle opinioni. Ma forse i fatti meriterebbero di essere approfonditi maggiormente. Ci è voluto un po’ di tempo per convincere Sinner che era la cosa giusta da fare" ha aggiunto Singer. 

Bertolucci: "Sinner ha fatto benissimo ad accordarsi con la Wada"

"Sinner? Ha fatto benissimo a concordare con la Wada. Le parole di Djokovic? Molti tennisti sono invidiosi, visto che Sinner potrà giocare sempre Wimbledon e Roland Garros così come le finali Atp, ossia i suoi veri obiettivi. C'è stata una soluzione un po' all'italiana, uno di quegli accordi 'politici' diciamo". A parlare, ospite di Rai Radio1, a "Un Giorno da Pecora", è l'ex tennista Paolo Bertolucci. "Onestamente non mi è piaciuto per niente il silenzio assoluto dei tennisti italiani sulla vicenda, solo ora, dopo tre giorni, qualcuno si è svegliato, come Sonego - aggiunge - Berrettini ha fatto una dichiarazione democristiana e Musetti ci ha messo una pezza...". In questi tre mesi in cui è squalificato Sinner potrebbe giocare con un ex campione, magari lo stesso Bertolucci. "Io? Ma assolutamente, io non gioco a tennis, fa male praticarlo...", ha scherzato il diretto interessato.

 

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