"Non c’è Sinner? Non cambia nulla": Alcaraz per la storia a Indian Wells

Lo spagnolo punta al tris di fila in California come già Federe e Djokovic. Pareri discordani sulla superficie

A Indian Wells ha preso ufficialmente il via il primo Masters 1000 della stagione ATP (già il terzo per le donne dopo Doha e Dubai). In attesa dei big - le 32 teste di serie di entrambi i tabelloni sono esentate dal primo turno - alcuni giocatori sono intervenuti nelle consuete conferenze stampa di vigilia. In assenza di Jannik Sinner, che sta scontando la sospensione di tre mesi concordata con la Wada per la contaminazione accidentale da Clostebol, il favorito in campo maschile non può che essere Carlos Alcaraz. Nonostante un febbraio tra alti (primo titolo indoor a Rotterdam) e bassi (sconfitta contro Lehecka ai quarti di finale a Doha nonostante un break di vantaggio nel terzo), Carlitos è fiducioso e consapevole di poter raggiungere un altro grandissimo traguardo tra una decina di gior-ni. Soltanto Federer e Djokovic, infatti, hanno vinto questo torneo tre volte di fila (Alcaraz ha trionfato nel 2023 e nel 2024).
«So che vincere tre volte di seguito qui è un'impresa riuscita soltanto a due giocatori, ma cercherò di non pensarci e di godermi il torneo - racconta il n. 3 del mondo-. Ogni volta che torno a Indian Wells mi diverto davvero tanto in ogni cosa che faccio: tutto l'anno aspetto di tornarci, essere qui è un sogno che avevo quando ero un bambino».

 

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No Sinner, occhio a Fonseca

Interrogato anche sull'assenza di Sinner - sconfitto nella semifinale 2024 - Alcaraz ha ribadito quanto detto nelle scorse settimane (anche se un po' si fatica a credergli): a lui non cambia nulla. «È vero che Jannik non c'è, ma in questo torneo ci sono alcuni dei migliori giocatori al mondo. Io sono focalizzato su me stesso, cerco soltanto di giocare bene. Il mio modo di approcciare il torneo non cambia di una virgola».Se nonostante i 21 anni Alcaraz può già considerarsi un veterano di questi campi, decisamente meno abituato a certe latitudini è un'altra giovane star: João Fonseca. Per "Sinnerzinho" com'è soprannominato in Brasile, c'è tutto lo stupore della prima volta. «È un posto fantastico, non mi aspettavo questa bellezza: ci sono tantissime montagne, sembra davvero di essere nel deserto. È tutto bellissimo - racconta il brasiliano -. Ci tengo anche a ringraziare il direttore del torneo per l'invito (Fonseca è in gara grazie a una wild card, ndr): prendere parte a questo genere di eventi significa molto per me ed è uno dei miei obiettivi».

 

 

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Il cambio superficie

Una delle notizie di cui si è parlato maggiormente in questi giorni riguardava il cambio di superficie, con il passaggio al Laykold (lo stesso materiale del Masters 1000 di Miami e dello US Open). Quindi, alla fine, come sono questi campi? Chi inizialmente credeva che sarebbero stati un po' più veloci rispetto al 2024 ora ha le idee decisamente confuse. Un po' come lo stesso Alcaraz, che sembra averci capito ben poco: «I campi sono più veloci, vero? - domanda perplesso ai giornalisti il n. 3 del mondo in conferenza stampa, ribaltando per un attimo il naturale ordine delle cose -. Non lo so, francamente quando li ho visti non ci ho capito molto. Sono 25 anni che il torneo aveva la stessa superficie, non so perché abbiano deciso di cambiare. In ogni caso, io penso di potermi adattare piuttosto bene».
Al contrario, a qualcun altro sono davvero sembrati più veloci: «Amo questi campi, sono un po' più veloci e per me è una bella cosa. Poi ne riparleremo dopo la mia prima partita, spero mi piaceranno ancora!» - afferma con la solita ironia la n. 1 Wta Aryna Sabalenka, chiamata a riscattarsi dopo un febbraio opaco («Sono anni che non faccio bene in Medio Oriente, ma è un bel problema da avere: succede perché arrivo sempre molto lontano all'Australian Open»). Pareri opposti invece per Elena Rybakina, che torna in California dopo il titolo del 2023 non difeso lo scorso anno a causa di un infortunio. «Non mi sembra che i campi siano molto più veloci: i rimbalzi però sono un po' più bassi» - afferma l'ex campionessa di Wimbledon, n. 7 del mondo. Più netto il parere di Daniil Medvedev: «Mi piace Indian Wells e mi piacciono i suoi campi, ma mi pare siano ancora più lenti di prima.Vedremo come andrà il torneo, nei due giorni in cui mi sono allenato mi sono sembrati davvero molto lenti». Quando si dice avere le idee chiare.

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A Indian Wells ha preso ufficialmente il via il primo Masters 1000 della stagione ATP (già il terzo per le donne dopo Doha e Dubai). In attesa dei big - le 32 teste di serie di entrambi i tabelloni sono esentate dal primo turno - alcuni giocatori sono intervenuti nelle consuete conferenze stampa di vigilia. In assenza di Jannik Sinner, che sta scontando la sospensione di tre mesi concordata con la Wada per la contaminazione accidentale da Clostebol, il favorito in campo maschile non può che essere Carlos Alcaraz. Nonostante un febbraio tra alti (primo titolo indoor a Rotterdam) e bassi (sconfitta contro Lehecka ai quarti di finale a Doha nonostante un break di vantaggio nel terzo), Carlitos è fiducioso e consapevole di poter raggiungere un altro grandissimo traguardo tra una decina di gior-ni. Soltanto Federer e Djokovic, infatti, hanno vinto questo torneo tre volte di fila (Alcaraz ha trionfato nel 2023 e nel 2024).
«So che vincere tre volte di seguito qui è un'impresa riuscita soltanto a due giocatori, ma cercherò di non pensarci e di godermi il torneo - racconta il n. 3 del mondo-. Ogni volta che torno a Indian Wells mi diverto davvero tanto in ogni cosa che faccio: tutto l'anno aspetto di tornarci, essere qui è un sogno che avevo quando ero un bambino».

 

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