
TORINO - Tsitsipas lo ha eliminato a Dubai ed Indian Wells, ma Matteo Berrettini nell'ultimo anno ha scalato il ranking ed è riuscito a togliersi molte soddisfazioni. La Coppa Davis il successo più bello, con il ricevimento da parte del presidente Mattarella che ha poi portato Matteo ad essere ospite del podcast 'Tintoria' di Stefano Rapone e Daniele Tinti. Era lo scorso 29 gennaio e Berrettini si raccontava così nella puntata uscita oggi: "E' stata una mattinata diversa dalle mie solite, sicuramente emozionante. C'è questo rigore, ci sono i corazzieri, poi come giri l'angolo è tutta una sagra del selfie, con tanti complimenti e autografi. Con Mattarella ho parlato tutte e tre le volte che sono andato in Quirinale. Segue molto il tennis e non pensavo perché ci sono tantissimi sport dove in Italia andiamo bene, ma ricordo lo scorso anno quando citava alcuni passaggi delle partite. Questa cosa ha fatto molto piacere a tutti noi".
"Devo imparare a perdonarmi di più"
Parlando del successo in Coppa Davis ha scherzato definendo la squadra come "non male", per questo è "difficile lamentarsi". E poi ancora: "Io guardo sempre al bene comune, sono un grande uomo squadra. Tratto gli altri molto meglio di come tratto me stesso. E credo che questo essere così duro con me stesso mi abbia portato a certi livelli, quindi ho paura a lasciare andare quella parte di me". E nella lunga intervista ha spiegato così il tennis: "Gli sport con le racchette sono gli sport delle scuse. Ma a me hanno insegnato che gli alibi nel tennis non esistono, devi essere un robot". E su se stesso: "La persona che odio di più quando gioco sono io, devo imparare a perdonarmi di più".