“Eppur si muove”, Sinner e la prima risposta alla domanda che tutti si pongono

Anche senza giocare rinforza la sua posizione di numero 1 e arriva a 41 settimane come Murray. Nel frattempo Jannik si attiva anche sul fronte degli affari

Fermarsi può essere emozionante come scalare le più alte montagne del Tibet, scrive Pico Iyer, saggista inglese che di nome, quello vero, fa Siddhart. E non c’entrano le esperienze da alterazione psichedelica, che hanno spinto una generazione a cercare la “Lucy in the Sky with Diamonds” più aderente alle proprie aspirazioni. Piuttosto, c’entrano i pensieri, i sogni, il valore delle osservazioni su ciò che è stato, e l’opportunità di fare il punto su ciò che siamo. Il viaggio di Jannik Sinner, come sapete, è in stato di quiete, e lo sarà ancora per quarantotto giorni filati, fino al fatidico 4 maggio, data in cui potrà riprendere in mano la sua vita precedente, quella da tennista, ma l’attesa non si annuncia priva di emozioni e di incoraggianti riflessioni. Basta sapere dove cercarle. Una, per dire, ha preso forma in questa innocua settimana di marzo, se l’uggia di non essere al via del Masters di Miami (che negli ultimi quattro anni l’ha visto due volte in finale e una vincitore) non anestetizzerà a Sinner la gioia dei nuovi obiettivi raggiunti.

Sinner: “Eppur si muove”

“Eppur si muove” la classifica dei Numeri Uno, anche quando tutto appare uguale a se stesso come trattenuto in un castello incantato. Succede, questo, grazie al concorso degli avversari di più certificata nobiltà, come s’è visto nelle due settimane di Indian Wells, che al contrario della faglia sulla quale risiede il primo Masters stagionale, non riescono a causare quelle scosse di assestamento (alla classifica settimanale) che era logico attendersi leggendo i loro stessi annunci. Al punto che Jannik può applaudire come vincitore del torneo il suo buon amico e sodale di doppio, Jack Draper, per il quale ha di sicuro fatto il tifo. Ma la classifica dei capoclasse non attinge ai risultati settimanali. Vive nella Storia. E in quella succede che, un passo alla volta, Sinner abbia ormai superato quota 40 settimane da quando è in carica e si sia felicemente accostato al successivo traguardo, posto a quota 41. Il primo era la Cronoscalata Nastase, il secondo la Cima Murray

 

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Sinner vs i Fab Four

E qui si può mettere un punto e prendere atto di come i numeri stiano fornendo le prime risposte ad alcune domande che da tempo circolano per l’aere (social internettiani compresi). Quanto è lontano Sinner dai Fab Four? Domanda oziosa, direte, visto che una sfida con Federer non è mai andata in scena, quelle con Nadal sono andate tutte perdute e gli appuntamenti con Djokovic si stanno diradando e sono fermi al 4-4 grazie alle ultime tre vittorie del nostro che dalla Davis 2023 non ha più perso contro il serbo. Epoche diverse a confronto, con il risultato che ognuno possa dire la sua, senza tema di smentita. Resta il fatto che Andy Murray, ai tempi, aveva il suo posto tra i Favolosi. C’è chi aggiunge, “per volere dei giornalisti inglesi”, e in buona sostanza è vero. Malgrado ciò vinse tre Slam (due Wimbledon, uno US Open, con otto finali perdute), due Olimpiadi di seguito (l’unico), 14 Masters 1000, una Davis e fu numero uno dal 7 novembre 2016 al 14 agosto 2017. Quarantuno settimane, per l’appunto. Le stesse che ha appena compiuto Jannik, ugualmente “favoloso” a modo suo… 

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Sinner scala la classifica all time

Prossime tappe, le 43 settimane di Guga Kuerten. Sono a un passo e garantiranno a Sinner il tredicesimo posto nella classifica all time (mentre in quella delle settimane consecutive salirà al quindicesimo posto). Poi l’assalto a Courier, 58 settimane di primato, che Jannik potrà raggiungere se sarà così bravo a tenere a distanza la concorrenza fino a dopo Wimbledon. Lontana la Top Ten… Il decimo è Hewitt, 75 settimane consecutive da primatista e 80 complessive. Un obiettivo per fine anno. O forse per il prossimo. Si vedrà… Ma altri progetti bussano alla porta del più forte. È di ieri l’annuncio della separazione (consensuale, e con tanti ringraziamenti dall’una e dall’altra parte) di Jannik Sinner dalla StarWings Sport di Lawrence Frankopan, che negli ultimi cinque anni ha curato l’immagine e i relativi profitti del Numero Uno gestendone la carriera commerciale.

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Sinner: le mosse oltre la squalifica

Da ora tutto passa nelle mani di Avima Sports and Business Management, società fondata da Alex Vittur, amico di Jannik da sempre e animatore di buona parte delle società che partecipano al piccolo (o forse già grande?) impero del tennista. Sinner avrebbe voluto – ma anche qui un “forse” è doveroso – che la StarWings entrasse nella Avima, oppure si occupasse di lui in forma esclusiva. Frankopan ha ringraziato e ha preferito tenersi gli impegni presi con altri atleti. Resta il fatto che anche in chiave commerciale, Sinner persegue la strada che l’ha condotto al numero uno del tennis, creando team e strutture di supporto a sua immagine e somiglianza, da lui controllate e a lui devolute. È il capo (e il prodotto da veicolare) dell’azienda che porta il suo nome, e anche in questo fa da battistrada, sul solco tracciato da Federer e Nadal che hanno fatto le stesse scelte prima di lui, a chi ne vorrà prendere atto, o magari limitarsi a prendere spunto. Ma come si vede, anche nel tennis dove è tutto fermo, Sinner sa come muoversi. 

 

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Fermarsi può essere emozionante come scalare le più alte montagne del Tibet, scrive Pico Iyer, saggista inglese che di nome, quello vero, fa Siddhart. E non c’entrano le esperienze da alterazione psichedelica, che hanno spinto una generazione a cercare la “Lucy in the Sky with Diamonds” più aderente alle proprie aspirazioni. Piuttosto, c’entrano i pensieri, i sogni, il valore delle osservazioni su ciò che è stato, e l’opportunità di fare il punto su ciò che siamo. Il viaggio di Jannik Sinner, come sapete, è in stato di quiete, e lo sarà ancora per quarantotto giorni filati, fino al fatidico 4 maggio, data in cui potrà riprendere in mano la sua vita precedente, quella da tennista, ma l’attesa non si annuncia priva di emozioni e di incoraggianti riflessioni. Basta sapere dove cercarle. Una, per dire, ha preso forma in questa innocua settimana di marzo, se l’uggia di non essere al via del Masters di Miami (che negli ultimi quattro anni l’ha visto due volte in finale e una vincitore) non anestetizzerà a Sinner la gioia dei nuovi obiettivi raggiunti.

Sinner: “Eppur si muove”

“Eppur si muove” la classifica dei Numeri Uno, anche quando tutto appare uguale a se stesso come trattenuto in un castello incantato. Succede, questo, grazie al concorso degli avversari di più certificata nobiltà, come s’è visto nelle due settimane di Indian Wells, che al contrario della faglia sulla quale risiede il primo Masters stagionale, non riescono a causare quelle scosse di assestamento (alla classifica settimanale) che era logico attendersi leggendo i loro stessi annunci. Al punto che Jannik può applaudire come vincitore del torneo il suo buon amico e sodale di doppio, Jack Draper, per il quale ha di sicuro fatto il tifo. Ma la classifica dei capoclasse non attinge ai risultati settimanali. Vive nella Storia. E in quella succede che, un passo alla volta, Sinner abbia ormai superato quota 40 settimane da quando è in carica e si sia felicemente accostato al successivo traguardo, posto a quota 41. Il primo era la Cronoscalata Nastase, il secondo la Cima Murray

 

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