Sinner spiazza: "Non guardo il tennis". Poi il sogno abbandonato: “Non avevo soldi”

Il numero 1 del mondo torna a parlare per la prima volta dalla sospensione a 30 giorni dal ritorno in campo a Roma agli Internazionali: le dichiarazioni di Jannik

MILANO - Jannik Sinner ha rilasciato a Sky Sport la prima intervista dopo la squalifica che lo vedrà tornare in azione agli Internazionali d'Italia il prossimo 5 maggio. Il tennista numero 1 al mondo ha raccontato come si sente e trascorso questo periodo lontano dal campo da tennis: "Sto molto bene. Sono riposato, quindi sono contento"

Come ha trascorso il tempo?

"Onestamente ho fatto tante cose diverse, ho passato molto tempo con la mia famiglia, soprattutto con mio papà. Abbiamo fatto cose diverse con i miei migliori amici a Monte-Carlo. Sono andato sui go-kart, abbiamo fatto un’uscita in bicicletta, insomma tante cose nuove. Alla fine, proprio le persone che ho intorno tutti i giorni, sono proprio le cose che mi portano avanti e sono molto felice. Ovviamente stiamo lavorando davvero molto in palestra per essere ancora più pronti fisicamente al rientro, ma per questo manca ancora un po’ di tempo. Sono tutte domande che avranno risposta a Roma, però diciamo che sta andando tutto bene - aggiunge - Sicuramente la parte di cui ho goduto di più è quella di non vivere sempre con la tensione della prestazione. Anche l'allenamento comunque è stato un po’ diverso perché non hai in mente che tra una settimana devi giocare, quindi sei molto più tranquillo. Le giornate comunque sono lunghe… E poi, ripeto, gli amici magari li vedi la sera stai bene, vai a cena o magari giochi un po’ alla playstation, si fanno altre cose insieme. Onestamente sto bene. Se potessi, sceglierei di giocare a tennis, però allo stesso tempo sto molto bene e non sto neanche pensando tanto al tennis, in questo momento"

Essere perfezionista

"Questo in parte sicuramente c’è, perché altrimenti non sarei nella posizione in cui mi trovo. Si può sempre migliorare. Sicuramente quello spot di Lavazza era verso quella direzione: devi provare sempre a far meglio. Era uno spot ma un po’ mi rappresenta: se faccio un bel colpo c'è sempre qualcosina che posso far meglio. È quello che stiamo provando a fare in questi mesi di allenamento per il rientro a Roma"

L'accordo con la WADA e i giorni successivi

"In tutta onestà, mi sono sentito molto tranquillo. La decisione di andare verso la direzione di prendere la sospensione di tre mesi era molto rapida da prendere. Abbiamo accettato in poco tempo, anche se io non ero tanto d'accordo. Andavamo un po’ avanti e indietro con il mio avvocato e le persone che avevo intorno. Si doveva scegliere il male minore e credo che sia stato fatto questo. È un po’ ingiusto quello che sto passando ma, se guardiamo le cose, poteva andare anche molto peggio, poteva essere ancora più ingiusto. Dopo, quando abbiamo preso questa decisione, ci ho messo un po’ a ritrovarmi. Sono successe anche altre cose, al di là di questo, che non sono state semplici per me, ma sono qua e servirà ancora un po’ di tempo per digerire tutto questo. Non vedo l'ora di rientrare a Roma. È un torneo speciale per me anche se, allo stesso tempo, sarà molto difficile perché rientrare in un momento con così tanta attenzione non sarà facile

 

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Momento di fragilità?

"Ero molto fragile dopo quello che è successo quando ho preso la sospensione a Doha quel mese lì fino ad ora più o meno ero molto fragile perché ci sono successe cose che non mi aspettavo delle reazioni mie che non mi aspettavo e quindi sono successe un po' di cose vi direi una bugia perché non sono una persona senza sentimenti senza emozioni però nella vita si impara credo che anno dopo anno conosco sempre meglio me stesso di come sono di persona e anche che valore ho di persona quindi non è stato facile anzi molto difficile a momenti però le persone intorno a me mi hanno sollevato mi hanno dato la forza di capire anche di quello che è successo e quindi niente"

Rapporto con gli altri tennisti

"Non so rispondere perché non so cosa potrà accadere. Io sono certo di come sono andate le cose, sono consapevole di essere innocente. Le persone che ho intorno a me, non solo il mio team ma anche quelle esterne come la famiglia, i miei amici, sono le persone a cui mi attacco

moltissimo e che non hanno il minimo dubbio sulla verità. Quello che voglio fare è giocare a tennis e stare molto sereno, finisce lì la storia. Per questo sono sicuro che andrà tutto bene, anche se magari all'inizio ci metterò un po’ a ripartire"

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Guardato il tennis?

"Ho guardato veramente poco. Non sto controllando praticamente niente, tranne qualche partita che mi interessa, ma il resto proprio zero, anche perché i risultati sono una cosa che non posso controllare. Quindi è anche inutile guardare in questo momento, la competizione è talmente lontana che è un momento un po' diverso per la mia carriera - aggiunge - Non posso controllare come giocano gli altri. Alla fine sono solo punti, la classifica è importante ma è un momento un po’ diverso. È un momento in cui c’è la nuova generazione e la “nuova, nuova” generazione che sta arrivando, con altri giocatori ancora più giovani, con Djokovic che continua a fare finali o vincere dei tornei. Ci sono tanti movimenti, ma io non posso controllare niente"

Le difficoltà di Zverev e Alcaraz

"Nessuna partita è scontata, anche se giochi contro il numero 100 al mondo, sono tutte partite tirate. Quando non sei al 100% o magari stai passando dei momenti non facili fuori dal campo. Ci sono tante cose che possono dar fastidio quando vai in campo, magari la pressione o magari il pensiero del numero 1, magari un problema familiare o di persone che ti stanno intorno. Quindi non lo so. Sicuramente le cose possono cambiare molto velocemente. Adesso c'è il cambio di superficie. Si riparte da Monte-Carlo sulla terra battuta. Carlos Alcaraz è il favorito, stessa cosa per Sasha Zverev perché poteva diventare numero uno giocando benissimo un po’ di tempo fa al Roland Garros. Sono tante cose, quindi vediamo".

 

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Il ritorno a Roma ed il countdown

"Sarà molto importante bilanciare l'attenzione che riceverò e soprattutto il modo in cui reagirò alle cose esterne. Mi piace giocare in Italia, l'ho fatto vedere a Torino che è un posto dove mi sento al sicuro. Il pubblico è un'arma in più perché il tifo italiano è molto importante, si sente in campo soprattutto quando giochi contro un altro italiano è una carta sicuramente da usare. Se sarà un problema o un privilegio lo scopriremo tra un mesetto. C'è ancora un po’ di tempo e in questo tempo cercherò di prepararmi al meglio - sul countdown - Dal primo giorno, onestamente. Perché ho smesso di fare quello che ho sempre sognato e sono nella posizione migliore per fare questo sport. Ogni giorno che passa il mio rientro si sta avvicinando sempre di più e ogni giorno mi sento meglio fisicamente e mentalmente, nonostante manchi ancora un bel po’. È una bella opportunità per migliorare nelle aree dove faticavo, per rientrare in una superficie dove faccio molta fatica. Proviamo, quindi, a fare una cosa diversa, se ci riusciamo subito molto bene, altrimenti abbiamo altri anni per riprovarci"

Cosa paragona la voglia di tornare in campo

"È difficile da dire. Io da piccolo volevo sempre diventare un pilota, non avevo mai soldi di farlo quindi non ho neanche iniziato, però siamo andati di recente su Go-Kart ad esempio e la sera prima avevo voglia di andare bellissima,  quella sensazione probabilmente sarà un po' simile. Poi siamo usciti in bici qualche giorno dopo e anche lì avevo voglia di provare e lì (a Roma) sarà una cosa simile sapendo che sono un buon tennista, sui Go-Kart magari non sono bravissimo nella bici sono proprio scarso. Però comuqnue è una cosa molto importante di ritornare, di ritrovare la voglia, però nel momento in cui ho preso la sospensione non ho neanche pensato al tennis. Ho pensato a come passare questi mesi e con quali persone". 

 

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MILANO - Jannik Sinner ha rilasciato a Sky Sport la prima intervista dopo la squalifica che lo vedrà tornare in azione agli Internazionali d'Italia il prossimo 5 maggio. Il tennista numero 1 al mondo ha raccontato come si sente e trascorso questo periodo lontano dal campo da tennis: "Sto molto bene. Sono riposato, quindi sono contento"

Come ha trascorso il tempo?

"Onestamente ho fatto tante cose diverse, ho passato molto tempo con la mia famiglia, soprattutto con mio papà. Abbiamo fatto cose diverse con i miei migliori amici a Monte-Carlo. Sono andato sui go-kart, abbiamo fatto un’uscita in bicicletta, insomma tante cose nuove. Alla fine, proprio le persone che ho intorno tutti i giorni, sono proprio le cose che mi portano avanti e sono molto felice. Ovviamente stiamo lavorando davvero molto in palestra per essere ancora più pronti fisicamente al rientro, ma per questo manca ancora un po’ di tempo. Sono tutte domande che avranno risposta a Roma, però diciamo che sta andando tutto bene - aggiunge - Sicuramente la parte di cui ho goduto di più è quella di non vivere sempre con la tensione della prestazione. Anche l'allenamento comunque è stato un po’ diverso perché non hai in mente che tra una settimana devi giocare, quindi sei molto più tranquillo. Le giornate comunque sono lunghe… E poi, ripeto, gli amici magari li vedi la sera stai bene, vai a cena o magari giochi un po’ alla playstation, si fanno altre cose insieme. Onestamente sto bene. Se potessi, sceglierei di giocare a tennis, però allo stesso tempo sto molto bene e non sto neanche pensando tanto al tennis, in questo momento"

Essere perfezionista

"Questo in parte sicuramente c’è, perché altrimenti non sarei nella posizione in cui mi trovo. Si può sempre migliorare. Sicuramente quello spot di Lavazza era verso quella direzione: devi provare sempre a far meglio. Era uno spot ma un po’ mi rappresenta: se faccio un bel colpo c'è sempre qualcosina che posso far meglio. È quello che stiamo provando a fare in questi mesi di allenamento per il rientro a Roma"

L'accordo con la WADA e i giorni successivi

"In tutta onestà, mi sono sentito molto tranquillo. La decisione di andare verso la direzione di prendere la sospensione di tre mesi era molto rapida da prendere. Abbiamo accettato in poco tempo, anche se io non ero tanto d'accordo. Andavamo un po’ avanti e indietro con il mio avvocato e le persone che avevo intorno. Si doveva scegliere il male minore e credo che sia stato fatto questo. È un po’ ingiusto quello che sto passando ma, se guardiamo le cose, poteva andare anche molto peggio, poteva essere ancora più ingiusto. Dopo, quando abbiamo preso questa decisione, ci ho messo un po’ a ritrovarmi. Sono successe anche altre cose, al di là di questo, che non sono state semplici per me, ma sono qua e servirà ancora un po’ di tempo per digerire tutto questo. Non vedo l'ora di rientrare a Roma. È un torneo speciale per me anche se, allo stesso tempo, sarà molto difficile perché rientrare in un momento con così tanta attenzione non sarà facile

 

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