“È sempre più difficile, aspettative basse”: Djokovic ancora più realista

Novak si confessa prima del Masters 1000 di Montecarlo: “Non ho avuto tanto tempo per preparare il torneo”

Continua la caccia al titolo numero 100 in carriera per Novak Djokovic, che in finale a Miami ha ceduto la scena al diciannovenne Jakub Mensik, arrendendosi in 2 set con il punteggio finale 7(7)-6(4)- 7(7), 6(4). Così come in 2 set si era arreso nell'ultima finale disputata prima di quella in Florida, quando a Shanghai, dove peraltro detiene uno dei suoi tanti record con 4 titoli vinti, si inchinò a Jannik Sinner per 7(7)-6(4), 6-3. Due Masters 1000 ceduti alla nuova generazione, che sembra non voler concedere nulla all'ex leader della graduatoria mondiale, oggi al 5º posto. Dopo la spedizione cinese, il serbo ha iniziato la nuova stagione venendo eliminato ai quarti di Brisbane da Opelka. Poi, la semifinale persa contro Zverev all'Australian Open, il ko con Berrettini ai quarti in Qatar e l'inaspettata resa al debutto a Indian Wells contro il n.88 Atp Van de Zandschulp - che allo Us Open aveva fatto lo sgambetto anche ad Alcaraz - . Un ko che probabilmente, come da lui stesso chiarato, ha portato Djoker a domandarsi se non fosse l'ora di aggiungere la parola fine in calce ai 99 trionfi. Il calendario però, mette in programma il Masters 1000 di Monte Carlo, che Djokovic ha vinto l'ultima volta nel 2015 e prima ancora nel 2013. "Vincere è diventato più difficile" ha ammesso il serbo, ma la finale di Miami ha rilanciato, almeno in parte, le aspettative.

 

Djokovic: "Le aspettative non sono alte"

"Non c'è dubbio che sia diventato più difficile nel corso della mia carriera vincere titoli - ha dichiarato da Monte Carlo - ma prestazioni come quelle di Miami mi ispirano e mi danno la forza per continuare. Mi sento davvero bene in campo quando colpisco così la palla e vinco le partite. Ovviamente, quando inizi a perdere nei primi turni, ti poni più domande che instillano dei dubbi sul fatto che tu debba continuare o meno. Sono grato di aver trovato quel tipo di gioia in campo e di aver espresso quel livello a Miami. Vediamo se riesco a riproporli sulla terra battuta. Questa è una superficie diversa e non ho avuto molto tempo per preparare il torneo. Le mi aspettative non sono alte".

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Djokovic: "Tutti parlano della mia età"

"Sono andato via con un po' di amaro in bocca dopo aver perso il torneo, ma è stata una finale di alta qualità. Ho servito e giocato bene, sono stato un po' sfortunato in finale perdendo due tie-break. Lui, però, è stato il miglior giocatore in campo, tutto qui. Miami mi conferisce comunque molta fiducia". Djokovic ha poi risposto sull'assenza di Andy Murray a Monte Carlo: "Non è mai stato parte dell'accordo lavorare con lui questa settimana. Ho pensato a chi avrei voluto nel mio box, a parte il mio preparatore atletico e il mio fisioterapista, e mio fratello Marko è riusciti a unirsi a noi. Questo mi aiuta emotivamente. Una possibile sfida con WawrinkaLe persone parlano della mia età, ma la sua? È ancora forte. Adoro Stan. È un bravo ragazzo, un campione forse sottovalutato considerando tutto quello che ha vinto: tre Slam, una Coppa Davis, una medaglia olimpica. È una leggende del nostro sport e una vera fonte di ispirazione" . 

 

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Continua la caccia al titolo numero 100 in carriera per Novak Djokovic, che in finale a Miami ha ceduto la scena al diciannovenne Jakub Mensik, arrendendosi in 2 set con il punteggio finale 7(7)-6(4)- 7(7), 6(4). Così come in 2 set si era arreso nell'ultima finale disputata prima di quella in Florida, quando a Shanghai, dove peraltro detiene uno dei suoi tanti record con 4 titoli vinti, si inchinò a Jannik Sinner per 7(7)-6(4), 6-3. Due Masters 1000 ceduti alla nuova generazione, che sembra non voler concedere nulla all'ex leader della graduatoria mondiale, oggi al 5º posto. Dopo la spedizione cinese, il serbo ha iniziato la nuova stagione venendo eliminato ai quarti di Brisbane da Opelka. Poi, la semifinale persa contro Zverev all'Australian Open, il ko con Berrettini ai quarti in Qatar e l'inaspettata resa al debutto a Indian Wells contro il n.88 Atp Van de Zandschulp - che allo Us Open aveva fatto lo sgambetto anche ad Alcaraz - . Un ko che probabilmente, come da lui stesso chiarato, ha portato Djoker a domandarsi se non fosse l'ora di aggiungere la parola fine in calce ai 99 trionfi. Il calendario però, mette in programma il Masters 1000 di Monte Carlo, che Djokovic ha vinto l'ultima volta nel 2015 e prima ancora nel 2013. "Vincere è diventato più difficile" ha ammesso il serbo, ma la finale di Miami ha rilanciato, almeno in parte, le aspettative.

 

Djokovic: "Le aspettative non sono alte"

"Non c'è dubbio che sia diventato più difficile nel corso della mia carriera vincere titoli - ha dichiarato da Monte Carlo - ma prestazioni come quelle di Miami mi ispirano e mi danno la forza per continuare. Mi sento davvero bene in campo quando colpisco così la palla e vinco le partite. Ovviamente, quando inizi a perdere nei primi turni, ti poni più domande che instillano dei dubbi sul fatto che tu debba continuare o meno. Sono grato di aver trovato quel tipo di gioia in campo e di aver espresso quel livello a Miami. Vediamo se riesco a riproporli sulla terra battuta. Questa è una superficie diversa e non ho avuto molto tempo per preparare il torneo. Le mi aspettative non sono alte".

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