Jannik Sinner si sta ritemprando nelle sue splendide montagne altoatesine in vista di Halle, tappa di avvicinamento a Wimbledon. Intanto, rimbombano ancora gli echi dell'epica sfida con Alcaraz, spettacolare, straordinaria riprova della nuova era che sta vivendo il tennis mondiale. Al tempo stesso, s'impone mettere all'indice una volta di più la cialtroneria e la maleducazione dei grandissimi cafoni annidati sugli spalti del Roland Garros. All'anima dell'eleganza, del savoir faire e di tutte le altre facezie ammannite dagli stereotipi sul comportamento del pubblico assiepato nel Philippe Chatrier, il cui comportamento avrà fatto sobbalzare nella tomba il gentiluomo che occupa un posto d'onore nell'International Tennis Hall of Fame.
Il triste spettacolo sugli spalti dello Chatrier
Un conto è tifare, un altro è mancare sistematicamente di rispetto a Sinner con le urla sguaiate, i cori di provocazione, i fischi, le ripetute interruzioni. Un'indecente corrida, tollerata dagli organizzatori, a tratti aizzata dallo stesso Alcaraz, per non dire dei commenti ironici a proposito della mamma di Jannik, lei sì meravigliosa fan in tribuna che ha sofferto e si è emozionata per il figlio come una di noi. Troppi buzzurri si sono ritrovati, accomunati dalla paura che a vincere fosse l'italiano. E non c'entra niente il fatto che i francesi tifassero per lo spagnolo Alcaraz in quanto orfani dello spagnolo Nadal, lui sì campione di sportività. Ecco perché la correttezza, lo stile, la resilienza opposta da Sinner nella bolgia parigina sono stati degni della sua straordinaria grandezza. Numeri Uno si nasce o si diventa. Sinner è l'una e l'altra cosa.