Djokovic resta in dubbio per le Finals: la risposta alle parole di Binaghi, poi rivela quando deciderà

Il fuoriclasse serbo ha risposto con fermezza alle dichiarazioni del presidente della Fitp: "Non so chi glielo abbia detto". E Musetti osserva
Djokovic resta in dubbio per le Finals: la risposta alle parole di Binaghi, poi rivela quando deciderà© APS

Novak Djokovic inizia con il piede giusto il suo cammino all’ATP 250 di Atene (Hellenic Championship), torneo indoor su cemento trasferito da Belgrado alla capitale greca e organizzato dalla sua famiglia. Il campione serbo, testa di serie numero 1, ha superato con autorità il cileno Alejandro Tabilo, con il punteggio di 7-6(3), 6-1, conquistando così i quarti di finale numero 225 della sua straordinaria carriera, a una sola lunghezza dal record di Rafael Nadal (226). La vittoria ha anche un sapore particolare per Nole, che ha interrotto la mini-serie negativa contro il cileno: nei due precedenti stagionali, entrambi sulla terra (Montecarlo e Roma 2024), Tabilo era infatti riuscito a imporsi, infliggendo al serbo due delle sconfitte più sorprendenti dell’anno. Ma a fare notizia sono state più le sue dichiarazioni al termine della partita, in particolare quelle sulle Finals di Torino.

Il torneo ad Atene e i pensieri sul ritiro

“È stato molto piacevole. L’atmosfera era fantastica, il pubblico mi ha sostenuto proprio come me l’ero immaginato e come speravo che fosse. Vorrei ringraziare tutti coloro che sono venuti da Atene, dalla Grecia, e ho sentito che anche molti dalla Serbia sono venuti. È stato veramente bello giocare qui, sicuramente uno dei palazzetti dello sport più belli d’Europa, forse del mondo. Il campo da tennis in questa cornice è spettacolare. È stata una battaglia difficile, ma sono molto soddisfatto di come ho combattuto, superando ostacoli importanti all’inizio del torneo” - ha spiegato Djokovic in conferenza. Il fuoriclasse ha parlato anche del suo futuro: "Se mi capita di pensare al ritiro? Più di una volta, certamente. Ma mi rifiuto di parlarne perché voglio godermi il momento, come questa sera in campo. Credo di essermi meritato il diritto di giocare quanto voglio. Mi identifico anche con Stan, che spesso riceve la stessa domanda e nella sua intervista ha detto giustamente “lasciatemi giocare in pace”. Capisco la curiosità su quando arriverà il momento, ma non esiste un conto alla rovescia nella mia testa. Ci penso qualche volta, ma alla fine decido di giocare seguendo i miei sentimenti, scegliendo io dove e quando giocare, non secondo quello che pensano gli altri”.

 

 

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Djokovic e le Finals di Torino: "Devo ancora decidere"

Djokovic ha spiazzato tutti con le sue dichiarazioni sulle ATP Finals di Torino. Il campione serbo, ha voluto chiarire personalmente la situazione dopo le parole del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, che nei giorni scorsi aveva dato per certa la presenza del fuoriclasse serbo al Pala Alpitour: "Abbiamo la conferma che giocherà a Torino". Un annuncio che segnerebbe il ritorno del numero 4 del mondo al torneo dei migliori otto, dopo l’assenza del 2024 e il titolo del 2023. Ma il tennista ha risposto con fermezza: "Non so da dove lui (il Presidente ndR) ha avuto questa informazione, certamente non da me e non dal mio team! Deciderò a fine torneo!” ha spiegato Novak in conferenza stampa dopo la vittoria all’esordio contro Tabilo ad Atene. Parole che gettano un’ombra di incertezza sulla presenza del numero 5 del mondo a Torino, appuntamento che tradizionalmente chiude la stagione e riunisce i migliori otto tennisti del ranking mondiale.

La decisione di Djokovic incide su Musetti

A seguire con particolare attenzione le parole del serbo è Lorenzo Musetti, primo degli esclusi dal torneo. L’azzurro, recentemente superato in classifica da Felix Auger-Aliassime, potrebbe approfittare di un’eventuale rinuncia di Djokovic per entrare nel tabellone principale come “alternate”. L'alternativa è vincere il torneo di Atene. Un successo nella capitale greca gli permetterebbe infatti di superare il canadese e qualificarsi di diritto alle Finals, coronando così una stagione in crescendo, segnata da buone prestazioni e da un evidente progresso tecnico e mentale. La decisione di Djokovic, dunque, non riguarda soltanto i suoi piani personali di fine stagione, ma ha anche importanti ripercussioni sul destino di Musetti e sull’intera griglia del prestigioso appuntamento torinese.

 

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Novak Djokovic inizia con il piede giusto il suo cammino all’ATP 250 di Atene (Hellenic Championship), torneo indoor su cemento trasferito da Belgrado alla capitale greca e organizzato dalla sua famiglia. Il campione serbo, testa di serie numero 1, ha superato con autorità il cileno Alejandro Tabilo, con il punteggio di 7-6(3), 6-1, conquistando così i quarti di finale numero 225 della sua straordinaria carriera, a una sola lunghezza dal record di Rafael Nadal (226). La vittoria ha anche un sapore particolare per Nole, che ha interrotto la mini-serie negativa contro il cileno: nei due precedenti stagionali, entrambi sulla terra (Montecarlo e Roma 2024), Tabilo era infatti riuscito a imporsi, infliggendo al serbo due delle sconfitte più sorprendenti dell’anno. Ma a fare notizia sono state più le sue dichiarazioni al termine della partita, in particolare quelle sulle Finals di Torino.

Il torneo ad Atene e i pensieri sul ritiro

“È stato molto piacevole. L’atmosfera era fantastica, il pubblico mi ha sostenuto proprio come me l’ero immaginato e come speravo che fosse. Vorrei ringraziare tutti coloro che sono venuti da Atene, dalla Grecia, e ho sentito che anche molti dalla Serbia sono venuti. È stato veramente bello giocare qui, sicuramente uno dei palazzetti dello sport più belli d’Europa, forse del mondo. Il campo da tennis in questa cornice è spettacolare. È stata una battaglia difficile, ma sono molto soddisfatto di come ho combattuto, superando ostacoli importanti all’inizio del torneo” - ha spiegato Djokovic in conferenza. Il fuoriclasse ha parlato anche del suo futuro: "Se mi capita di pensare al ritiro? Più di una volta, certamente. Ma mi rifiuto di parlarne perché voglio godermi il momento, come questa sera in campo. Credo di essermi meritato il diritto di giocare quanto voglio. Mi identifico anche con Stan, che spesso riceve la stessa domanda e nella sua intervista ha detto giustamente “lasciatemi giocare in pace”. Capisco la curiosità su quando arriverà il momento, ma non esiste un conto alla rovescia nella mia testa. Ci penso qualche volta, ma alla fine decido di giocare seguendo i miei sentimenti, scegliendo io dove e quando giocare, non secondo quello che pensano gli altri”.

 

 

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