Barazzutti: "Sinner è arrivato all’altezza di Djokovic"

Candidato per la presidenza della Fitp, inquadra le Finals: "Diciamo che Jannik quest'anno è uno dei favoriti"
Barazzutti: "Sinner è arrivato all’altezza di Djokovic"© ANSA

Corrado Barazzutti si candida a diventare presidente della Fitp. Lo annuncia in piazza Castello, dalla casa del tennis nella quale Domenico Procacci ha presentato "Una squadra", un racconto che ripercorre la storia del trionfo dell’Insalatiera nel 1976 in Coppa Davis a Santiago del Cile con Panatta, Bertolucci e Zugarelli.

Barazzutti va dritto al dunque: «Diciamo che sono candidato alla candidatura, perché prima devo raccogliere le sottoscrizioni. Voglio far passare il messaggio che ancora non si sa con quali regole si faranno le elezioni. L'auspicio è che si faccia chiarezza e che le regole siano più flessibili affinché non ci sia un candidato unico. Poi per me Binaghi può anche restare per i prossimi 100 anni, ma deve essere votato. E se ci saranno tanti paletti vuol dire che lo sport non vuole cambiare».

Dopodiché, in esclusiva a Tuttosport, Barazzutti parla di Atp Finals. In queste Finals non c'è la possibilità che Sinner abbia un ruolo secondario, non dopo l'esordio convincente contro Tsitsipas. «Diciamo che Sinner quest'anno è uno dei favoriti. Si presenta dopo un'annata importantissima, è migliorato tanto. Insieme ad Alcaraz è uno di quelli che può mettere veramente paura a Djokovic: loro due, ma anche Rune e spero nel lungo periodo Musetti, sono i candidati chiamati a prendersi la ribalta. Sinner, però, ora si propone in maniera prepotente: ha già offerto delle prove di forza. Come per esempio contro Medvedev, un giocatore che Jannik aveva sempre sofferto»

Il grande miglioramento di un tennista passa dall'allenamento? O sono solo le grandi partite a rendere grandi i tennisti? «Gli allenamenti servono per migliorare il proprio gioco, ma la parte più difficile arriva in partita. Non sempre ci si riesce. Sinner ce l'ha fatta, questo è il riscontro più importante. Jannik è migliorato in tutti i settori. Ma il passo in avanti maggiore lo ha fatto in termini di consistenza: prima aveva dei vuoti, ora non sbaglia più una, due, tre palle facili come succedeva prima. Adesso è all'altezza di Djokovic. Sinner è cresciuto tantissimo nel servizio»

A Torino tanti occhi sono puntati, naturalmente, su Djokovic. Ma il suo regno adesso è davvero in pericolo? «Il regno di Djokovic è sempre più in pericolo: ogni giorno diventa più debole. Non per sue colpe, naturalmente. Gli avversari crescono e lui, fisiologicamente parlando, invecchia. Se Djokovic e Nadal non dovessero fare i conti con la carta d'identità non avrebbero mai avuto rivali»

Resta un brusio in sottofondo sulla rinuncia di Sinner alla Davis. Le sembra normale? «Ogni scelta di Jannik va rispettata: è un ragazzo che interpreta il tennis come un vero professionista, si preoccupa per le cose più importanti per lui e vuole raggiungere grandi obiettivi. Io gli ho parlato: quando ha la possibilità di esserci si rende sempre disponibile, anche in doppio, non si è mai tirato indietro. Se per ragioni fisiche non ha potuto partecipare alla Coppa Davis di sicuro non va messo in croce. Farà delle grandi Finals: godiamocelo. Può fare la storia».

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