Alcaraz, il ballo del debuttante alle Nitto ATP Finals

Esordio assoluto per lo spagnolo che incrocia Zverev alla prima: poi ci sono Medvedev e Rublev

Il Paradosso vuole che Carlos Alcaraz, il sensazionale ventenne spagnolo, sia già stato n. 1 del mondo ma non abbia ancora giocato una sola partita di Nitto ATP Finals. Ma paradosso in effetti non c’è, perché Alcaraz l’anno scorso sollevò il trofeo di n. 1 fine 2022, ma era infortunato. E nemmeno quest’anno il suo finale di stagione è all’insegna della salute. Ma l’obiettivo era esserci ed è stato raggiunto e l’ha detto nel suo inglese con chiare inflessioni straniere: «Ed è bello essere qui, l’anno scorso li guardavo e volevo esserci».

Acciaccato

Ma oltre a essere l’erede di Nadal, non per natura del gioco, piuttosto per approccio e nazionalità, Carlos sembra averne preso anche la naturale tendenza a finire la stagione logorato, acciaccato, sulle ginocchia. Dopo la vittoria a Wimbledon, la finale a Cincinnati e la semifinale agli US Open, tante uscite anzitempo dai tornei, nel tour asiatico e anche a Parigi. La ragione è la fascite plantare, una brutta bestia da domare in qualsiasi sport. Perché i piedi in qualsiasi sport sono il primo e fondamentale hardware. Pur seguendo le cure, il dolore rimane. Il piede interessato è il sinistro. Il suo fisioterapista Juanjo Moreno sta provando il possibile, ovverosia massaggi e più riposo possibile. Ma la situazione è quella che è. Certamente non mollerà e se Alcaraz comincia un torneo, lo fa per arrivare in fondo. Anche se a Torino gli è capitato di trovare un ristorante pieno, perché aveva prenotato il posto sbagliato e una volta respinto se la sia un po’ presa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le sfide

Alcaraz contro un tris russo, per quanto uno soltanto di origine e invece di passaporto tedesco (Zverev), mentre i due di nazionalità (Medvedev e Rublev) giochino senza bandiera per gli ovvi e tragicamente noti motivi che ormai si protraggono da troppo tempo. E seppur Rublev si sia esposto più volte, anche già a Torino, in opposizione l’aggressione contro l’Ucraina, incurante lui della famiglia ancora in Russia. Un debuttante contro tre giocatori esperti di Finals, due addirittura ex vincitori (Zverev due volte - nel 2018 e a Torino 2021 - e Medvedev nel 2020). Insomma, non un cammino agevole. E se le condizioni non sono al massimo, non sarà facile. Ma il primo obiettivo per lui è uno solo: «Voglio tornare il Carlos di inizio stagione», quello esplosivo, spumeggiate, dominante e capace di variare gioco e scenari come altri. «Voglio riuscirci nonostante i risultati ottenuti negli ultimi tornei» ha ribadito nel media Day: «La sconfitta di Parigi Bercy, anche molto dolorosa contro Roman Safiullin, mi ha fatto capire che devo migliorare».

Alla ricerca della migliore condizione

Ma soprattutto ritrovare la miglior condizione, perché oltre alla fascite (o magari complice il dolore, in fondo è sempre problema di appoggi) ha anche avuto un problema al gluteo. E ha dovuto confrontarsi con la delusione: «Non avevo quasi voglia di fare nulla per un paio di giorni, ma ormai siamo qui, in uno dei tornei più importanti che ci siano». Ma Carlos ci crede: «Ho cercato di comprendere i motivi delle ultime sconfitte. E siamo qui in condizioni fisiche migliori di quanto mi aspettassi». C’è chi si sente anche meglio, mentalmente, come Sascha Zverev che ha confessato candidamente e logicamente: «A inizio anno nemmeno pensavo alle Finals». Già, la caviglia infortunata malamente al Roland Garros 2022 non aveva ancora messo giudizio. Poi la crescita esponenziale e il ritorno laddove Zverev ha diritto. Ad Alcaraz è andata al contrario e ha dovuto confrontarsi con un’altra delusione: «Ho sempre detto che chiudere la stagione da n.1 del mondo era il mio obiettivo principale. Svanito questo cercherò di godermi il momento e di giocare con lo spirito leggero, a mentre libera». Per mettersi alla prova con il meglio che ci sia e capire il suo livello di condizione, Carlos si è allenato per oltre due ore con Novak Djokovic. E ne ha tratto buone indicazioni. Il punto è che ormai lui e Sinner sono per tutti i candidati al nuovo dualismo del tennis. E qui sembrano arrivare nello stato opposto. Uno carico a mille e spinto dal pubblico, consapevole di se stesso e dunque lucido e sereno. L’altro in calo. L’appuntamento eventuale potrà essere soltanto in semifinale o in finale. E visto il debutto scintillate di Jannik, spetta ad Alcaraz cercare di raggiungerlo. Cominciando con il battere Zverev oggi pomeriggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Paradosso vuole che Carlos Alcaraz, il sensazionale ventenne spagnolo, sia già stato n. 1 del mondo ma non abbia ancora giocato una sola partita di Nitto ATP Finals. Ma paradosso in effetti non c’è, perché Alcaraz l’anno scorso sollevò il trofeo di n. 1 fine 2022, ma era infortunato. E nemmeno quest’anno il suo finale di stagione è all’insegna della salute. Ma l’obiettivo era esserci ed è stato raggiunto e l’ha detto nel suo inglese con chiare inflessioni straniere: «Ed è bello essere qui, l’anno scorso li guardavo e volevo esserci».

Acciaccato

Ma oltre a essere l’erede di Nadal, non per natura del gioco, piuttosto per approccio e nazionalità, Carlos sembra averne preso anche la naturale tendenza a finire la stagione logorato, acciaccato, sulle ginocchia. Dopo la vittoria a Wimbledon, la finale a Cincinnati e la semifinale agli US Open, tante uscite anzitempo dai tornei, nel tour asiatico e anche a Parigi. La ragione è la fascite plantare, una brutta bestia da domare in qualsiasi sport. Perché i piedi in qualsiasi sport sono il primo e fondamentale hardware. Pur seguendo le cure, il dolore rimane. Il piede interessato è il sinistro. Il suo fisioterapista Juanjo Moreno sta provando il possibile, ovverosia massaggi e più riposo possibile. Ma la situazione è quella che è. Certamente non mollerà e se Alcaraz comincia un torneo, lo fa per arrivare in fondo. Anche se a Torino gli è capitato di trovare un ristorante pieno, perché aveva prenotato il posto sbagliato e una volta respinto se la sia un po’ presa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Alcaraz, il ballo del debuttante alle Nitto ATP Finals
2
Le sfide