Un tennis basato sulla conoscenza
Vedete, Jannik Sinner, studia qui e studia là, prova questo e prova quello, ci pensa, discute e lavora duro. Ha messo su un rapporto con il tennis basato sulla conoscenza. Sullo studio. Sulla voglia di mettersi in discussione, di provarci. E tutto questo gli ha garantito una spessa corazza di protezione, formata però da dati certi, da una crescita armonica del suo tennis, da tante informazioni sugli avversari. Oggi quel riparo è diventato la sua arma in più, quella che lo rende assai poco scalfibile quando è in partita, e offre un sicuro piedistallo al suo entusiasmo di ragazzo con le idee chiare.
Sapevo che prima o poi avrebbe battuto l’orso Medvedev, il lupo Djokovic, il toro Alcaraz (con il quale ha meno problemi, perché è un pari età di altissimo talento, ma ha studiato molto meno di Jannik), perché è cresciuto nel modo giusto. Ci ha provato, si è reso conto, ha cercato spiegazioni nelle mazzate ricevute, le ha trovate, è tornato a lavorarci sopra, e alla fine ha centrato la formula giusta. La sua formula. Il metodo Sinner…
Sinner e l'eterna conquista
Perderà altre partite, ne vincerà invece moltissime. Di diverso rispetto a pochi giorni fa, il match di martedì viene a dirci che un altro passaggio di questa crescita si è compiuto. Tanto meglio che sia successo in una cornice davvero particolare, di grande entusiasmo e senza mancare (troppo) di rispetto a Djokovic. È stato bello, anzi, emozionante e per qualche verso commovente. Lo guardavo, Sinner, felice e consapevole, ma quasi sbalordito di se stesso e di quanta passione fosse riuscito a sprigionare. E ha finito per farmi pensare a quante volte mia madre con me, e tante altre madri con i loro figli, ma tutte uguali nei modi e nelle intenzioni, ci hanno scosso per le spalle, rendendo grossa la voce solo per averla riempita di preoccupato affetto, e ci hanno intimato… «Studia!», e ripetuto poi quella semplicissima indicazione fino a farci sentire sotto assedio. Dovevamo capire che in quell’assedio c’era il calore di un consiglio da non disperdere. Studia, Sinner! Lui l’ha fatto, se l’è imposto come regola di vita, e a differenza di molti di noi, ha trovato il modo di farlo per qualcosa che gli piaceva e in un ambiente che l’ha protetto e stimolato. L’indicazione che viene da Jannik a tutti i ragazzi? Cercate ciò che vi piace, e fatelo con tutto il trasporto, l’amore, la voglia di essere protagonisti, ma sempre studiando, faticando intorno alla vostra personale crescita, senza mai pensare che qualcosa vi sia dovuto, ma che tutto debba essere sempre conquistato.