TORINO - Il successo di Jannik Sinner contro Holger Rune è più di una semplice partita vinta. Certo, stiamo sempre parlando delle Nitto ATP Finals, uno dei tornei più importanti dell’anno, competizione che chiude la stagione e mette di fronte i giocatori più forti del circuito: qualsiasi match vinto a questo livello è un confronto di altissimo livello e ottenere un trionfo contro campioni di questa levatura assume una valenza doppia.
Una vittoria dal doppio significato, ottenuta senza calcoli
Il successo del talento azzurro conquistato contro il giovane danese, inoltre, è un sigillo che va al di là della semplice competizione: è anche un esempio di come ogni atleta dovrebbe affrontare qualsiasi sfida sportiva. Nonostante Sinner avesse già conquistato la qualificazione in semifinale (grazie al set vinto dal suo amico Hurkacz nel match del pomeriggio contro Djokovic), nonostante un primo parziale scintillante in cui l’atleta di San Candido ha messo in mostra tutte le sue abilità, capaci di lasciare di stucco un incredulo Rune, nonostante un problema fisico alla schiena che gli ha impedito di giocare al meglio il secondo set (soprattutto nelle esecuzioni di rovescio), Jannik ha comunque resistito, stringendo i denti, soffrendo, lottando, reagendo e andando a vincere il terzo set (per 6-4, con gli ultimi due game da trasmettere a loop nelle scuole tennis) conquistando la terza vittoria consecutiva in altrettante sfide del gruppo Verde e permettendo (indirettamente) a Djokovic di restare in corsa per difendere il titolo conquistato nel 2022. Niente biscotti, niente decisioni di comodo. Un solo obiettivo: vincere. Perché è quella l’unica cosa che conta, senza fare calcoli o ragionamenti di altro tipo.