Sinner, il ranking e gli Us Open
Poi può scalare il ranking, e diventare il primo numero uno italiano. E anche il primo italiano a vincere uno Slam su una superficie diversa dalla terra rossa. US Open 2024, segnateveli sull’agenda, in rosso. Ore 20, domenica, vedere in tivù Sinner che vince! Ma intanto è in semifinale. Ed è già una bellissima presa. Ma non basta. A noi certamente. Figuratevi a lui. Io, era il 1975, nemmeno la vidi con il binocolo, la semifinale. Ma era un Master diverso, a quei tempi. Intanto, molto più giovane e povero di storia, e quindi anche di tradizione. Sapevamo che era un tentativo importante che l’ATP stava portando avanti (in quegli anni fui anche nel board dell’associazione), ma era difficile ipotizzare che si sviluppasse in un torneo di tale richiamo.
Quell’anno si giocò a Stoccolma, sullo stesso campo dove il mese prima avevo battuto Connors nella finale del torneo. Dalla Svezia ero partito per il Sud America, Buenos Aires, Rio, poi avevo deciso di rientrare fermandomi a giocare in Sud Africa. Pessima decisione. Da Johannesburg a Stoccolma, fu un inferno. Sbagliai aereo, mangiai qualcosa che mi fece male, arrivai in Svezia dopo quattro voli, visitando i servizi igienici di tutti gli aeroporti in cui ci fermammo. Arrivai stravolto. Non fu il mio torneo, proprio no. Ma nel 1976 mi andò meglio.