TORINO - Ci sono momenti che definiscono i destini di un tennista. Ci sono attimi che decidono il destino di un giocatore. Sono quelle slinding doors che spesso ci ritroviamo di fronte anche tutti noi nella vita di tutti giorni e che Jannik Sinner ha vissuto in diretta nel match contro Rune. Già contro Djokovic si era avuta l’impressione di un uomo in missione, completamente focalizzato sulla vittoria e sul trionfo finale. A qualsiasi costo.
La sliding door nel terzo set
Lo stesso si è rivisto anche contro Rune. Una partita combattuta, all’inizio dominata dal campione azzurro, poi ridiventata improvvisamente equilibrata, con il talento di San Candido in difficoltà per un dolore alla schiena. Poi la reazione, la fitta lombare che va via e la sfida punto a punto che si decide nelle fasi finali del terzo set e lì Sinner ha vissuto quella sliding door di cui parlavamo prima. Palla break per Rune sul 3-4 per il danese. È un momento decisivo, che sa di match point (il game dopo Rune avrebbe servito per la vittoria). Ma Jannik non si arrende e trova la forza di reagire, per l’ennesima volta: prima approfitta di un errore di rovescio del danese (sulla seconda di Sinner), poi c’è l’ace dell’altoatesino che garantisce la palla del 4-4, In seguito un altro errore di Rune, dopo uno scambio durissimo, che finisce fuori e che rimette il match in parità per l’ennesima volta.