TORINO- Riporre subito tutto nell’armadio dei ricordi. Vittorie e festeggiamenti, i successi su Tsitsipas, Djokovic e Rune. Da oggi si ricomincia. Altro giro, stessi avversari. Da non affrontare con chissà quali stravaganti sicurezze. Sì invece con grande fiducia nei propri mezzi. Lo dico a Sinner che si ritrova per la terza volta in un mese o poco più di fronte a quel Daniil Medvedev che un tempo non riusciva a battere e nemmeno ad avvicinare, poi, a cominciare dalla finale di Pechino, recentissima, ha costretto per due volte di seguito a inchinarsi. Match pericoloso, perché a esserlo, per primo, è proprio Medvedev con il suo gioco sbirolo, i suoi servizi che calano dall’alto, le improvvisazioni.
Sinner gli è stato superiore, a Pechino con qualche pausa, a Vienna in modo ancora più netto. Lì addirittura l’ha rimbalzato per il campo… Vi erano giocatori, nel tennis anni Settanta, che sembravano irraggiungibili, in realtà rappresentavano un ultimo passaggio a livello. Superato quello, te li eri messi definitivamente alle spalle. Non so se Medvedev possa rappresentare per Sinner un ostacolo del genere.
Sinner-Medvedev: l'orario della semifinale