
Alejandra Salazar, nata a Madrid il 31 dicembre 1985, alla soglia dei 40 anni è ancora considerata una delle migliori giocatrici di tutti i tempi. È tra le leggende di questo sport, dopo aver vinto di tutto a livello internazionale (52 titoli WPT) insieme a Carolina Navarro, Marta Marrero e Gemma Triay, oltre a ben 7 Mondiali con la nazionale spagnola. L'infortunio di 2 anni fa è stato molto pesante per Ale e la ripresa ancora di più, ma la "Bandejandra" è ancora qui, con la sua bella posizione n.13 nel ranking, e vuole finire l'anno con serenità per poi dedicarsi alla sua ultima stagione nel 2026. Un addio graduale che desidera affrontare con ambizione, in particolare accompagnando una giovane promessa, Martina Calvo, che in coppia con Ale sta crescendo moltissimo e che può imparare tanto dalla madrilena. A Lione hanno vinto a metà ottobre un torneo FIP Platinum, ma l'obiettivo a breve-medio termine di Salazar è vincere almeno un torneo in Premier.
Come vede il padel tra 10 anni? «Bene, si affermerà sempre di più in nuovi paesi e sono certa che crescerà ovunque arrivi. Ci sono sempre più giovani che iniziano a giocare, quindi vedo un futuro molto roseo».
Qual è il fattore chiave affinché una coppia funzioni bene? «Ritengo fondamentali l'empatia, il rispetto, la fiducia e la comunicazione».
Cosa ne pensa di tutti questi cambiamenti di coppia che si stanno verificando da un paio d'anni? Non crede che siano troppo affrettati? «È vero, sono sempre più frequenti i cambiamenti dopo aver disputato solo pochi tornei insie-me. Si è persa un po' la pazienza e il lavoro di squadra, soprattutto nel superare i momenti difficili che ci sono sempre. In questo modo è difficile creare un progetto valido e di successo».
Il ricordo più bello? «Ne ho molti, ma forse metterei in evidenza il mio primo torneo vinto nel circuito professionistico nel 2007 a Madrid».
E il peggiore? «Il torneo in cui è morto mio padre e in cui ho subito anche un grave infortunio al ginocchio».
Se potesse cambiare una regola in Premier? «Credo che reintrodurrei il punto d'oro. È molto dinamico e più divertente per lo spettatore».
Obiettivi per questa stagione? «Prendermi cura di me stessa, perché vorrei continuare a essere competitiva contro le migliori e divertirmi in campo e soprattutto spero di non avere altri infortuni fino alla fine».
In quali città le piacerebbe vedere delle tappe il prossimo anno? «Sarebbe bello andare in Australia, Giappone e Cina, per esempio».
Che rapporto ha con i social network? «Mi piacciono e mi tengo aggiornata, ma non sono una di quelle che ci passa molto tempo».
Ha qualche desiderio e sogno nel cassetto? «Dal punto di vista sportivo mi piacerebbe vincere un torneo in Premier Padel e poi giocare alle Olimpiadi... ma ormai questo non sarà più possibile».
