Cinque su cinque per Alcaraz
Amano tutti però cominciare dai piani alti del tennis, quasi l’assalto alle rocche del potere appartenga a un dna speciale, riservato ai campioni, e il confronto con la Storia batta nei loro petti come una pulsione insopprimibile. È successo allo stesso modo a Carlos Alcaraz, che di anni oggi ne ha ventidue ed è alla sua quinta conquista di un titolo Slam in cinque finali giocate. Us Open, due volte Wimbledon e due il Roland Garros. Gli mancano gli Australian Open per completare il Career Grand Slam, ma quelli, da due anni sono proprietà di Jannik Sinner. «L’italiano è un esempio: vincerà anche lui questo torneo. Ringrazio il pubblico che ha tifato per me», le parole ieri di Alcaraz.
Verso Nadal e oltre
Carlos si è scoperto campione a 19 anni, gli stessi di Rafa Nadal quando vinse il suo Roland Garros inaugurale, nel 2005. Alcaraz, però, a differenza di Rafa, si è preso tutto e subito, il primo trofeo dello Slam con accluso il primo posto in classifica. Come in una mano di poker, un “all in” estremo, non per la fortuna che richiede (c’è anche quella, però) quanto per le scelte che lo indirizzano. Scelte coraggiose, quelle sul campo, sempre portate con grande disinvoltura. Quasi il giovane spagnolo di El Palmar, due passi da Murcia, non avverta il peso dei momenti topici dei match. È la sua forza, ancora oggi. L’ha dimostrato anche nella finale di ieri contro Sinner, la sua nemesi almeno per quanto riguarda la classifica.