Intervista a Francesco Camisola, allenatore Under 15 Regionali Asti

Col galletto sul cuore: l’esperienza di Francesco Camisola tra giovani promesse e ambizioni future
Intervista a Francesco Camisola, allenatore Under 15 Regionali Asti

Una stagione fantastica quella affrontata dall’under 15 regionale dell’Asti guidata da Mistrer Camisola che guarda al percorso fatto anelando a nuove prospettive.

Mister, qual è stato il suo percorso?

Ho iniziato la mia esperienza ricoprendo il ruolo di vice allenatore in una squadra dell’alessandrino, il San Giuliano Nuovo. Il mio primo ruolo da mister l’ho ricoperto a Cisterna d’Asti, dove ho allenato la seconda e la terza categoria.

 

Dopo è subentrato limpegno allAsti

Esatto, mi sono spostato in questa società iniziando ad allenare gli under 16. Dopo due anni, la società mi ha chiesto di ricoprire il ruolo di vice allenatore al fianco di Montanarelli nella prima squadra in Eccellenza e contemporaneamente quello di allenatore dei Juniores, e ho accettato. In seguito questa esperienza molto proficua, per un anno sono stato all’Alba Roero dove ho ricoperto il ruolo di responsabile del settore giovanile. Da quest’anno, invece, sono tornato all’Asti come allenatore dell’under 15.

 

Un Asti sempre presente nella sua carriera…

Sì, ho iniziato qui sia come giocatore che come allenatore, pertanto ci sono molto legato.

 

Cosa non deve mancare nel lavoro in campo?

In primis la voglia, dico sempre ai miei che devono essere guidati dalla voglia di fare. Un'altra cosa importantissima è che non bisogna mai portare in campo i problemi che sorgono fuori. È indispensabile che ognuno lavori con tranquillità. Quest’anno i miei ragazzi si sono impegnati tanto e hanno ottenuto dei validissimi e soddisfacenti risultati.

 

Una stagione ottima, ma com’è iniziata?

È iniziata bene. Credo che le prime partite siano molto importanti, perché è da quelle che si costruisce tutto. Ho chiesto ai miei di puntare sempre in alto e lo hanno fatto, e ne sono molto contento.

 

Ci sono stati anche dei punti di debolezza?

Per assurdo, un punto di debolezza è che non siamo mai andati in svantaggio. A livello esperienziale per i ragazzi è mancata un po’ la possibilità di assaporare la delusione di un risultato negativo.

 

Le fasi finali come le avete vissute?

Inizialmente le abbiamo vissute male. A livello emozionale avevamo troppa pressione che non è arrivata né dalla società né dallo staff, ma dal fatto che ci siamo arrivati da imbattuti. Tutto questo ha fatto sì che avessimo addosso una enorme pressione. Una partita tosta è stata quella giocata contro il Chisola, ne siamo usciti con grande nervosismo. Nonostante la sconfitta, la prestazione è stata alta, e questo ci è stato riconosciuto da molti. Al termine di questa annata ritengo che sia stato fatto un buon lavoro.

 

Si stanno delineando prospettive per lanno venturo?

Ancora non so come andranno le cose, ma spero che molti dei miei ragazzi passino a giocare tra i professionisti. Credo che sia doveroso per alcuni di loro fare questo passo, se lo meritano.

 

Un sogno nel cassetto che possa avverarsi nella prossima stagione?

Io desidererei tanto allenare la prima squadra dell’Asti. Ci sono cresciuto e avere il galletto sul petto è un onore e motivo di grande emozione. La società ancora non ha definito dei progetti. Ho ricevuto delle chiamate da altre società, ma desidero rimanere in quella che per me rappresenta casa.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...