Pazzo Rabiot, Pinsoglio a luci rosse: i segreti della magica festa Juve

La squadra bianconera che trionfa a Roma si ritrova compatta e granitica in campo e nello spogliatoio, dove la gioia va in diretta social: Perin capogruppo, Gatti fa per 44…

Ritmo brasiliano, cantanti per una notte nel cuore dell’Olimpico romano, euforici fino al midollo, più o meno svestiti, infinitamente esausti. Che gli juventini preferiscano la... Coppa è un dato di fatto, e pure obbligato visto il campionato finito praticamente dopo lo scontro diretto con l’Inter. Vincere contro l’Atalanta del Gasp ha regalato il trofeo dopo tre anni di astinenza, e di assedio totale. Per alcuni, una prima volta indimenticabile. Nelle dirette Instagram, quindi, succede di tutto e di più all’interno dello spogliatoio. Mattia Perin, particolarmente sul pezzo, introduce la Coppa Italia seguito da uno trasfigurato Andrea Cambiaso (lui, l’uomo assist di sostanza e di talento che non ti aspetti) ed è il finimondo. «Campioni, campioni, campioni» sale in alto il coro e scattano le danze sfrenate. “Ai se eu te pego” è il filo conduttore, un successo di Michel Telò di qualche annetto fa. Motivetto che trascina e fa sbandare sulle curve, dopo qualche sorsetto di spumante, rigorosamente italiano. Alex Sandro e il clan brasiliano ammiccano, Perin segue con grande carisma. Lui, d’altronde, è il portierone della manifestazione: in alto i cuori, per il secondo che è diventato il primo. Olé.

Adrien, che fai?

Il più kitsch, però, è “cavallo pazzo”, ovvero Adrien Rabiot. Occhialoni da realtà aumentata, perché qui si va oltre la fantasia: vittoria, tremenda vittoria. Il tutto dopo tre mesi di agonia e una qualificazione Champions arrivata con l’aiutino nel finale di stagione. Il francese resta l’uomo simbolo del gruppo, allegriano convinto e fino alla fine. Rimasto alla Juve, la sua Juve, con un rinnovo annuale, in attesa di vedere come vanno le cose. Torna in bilico, ma intanto si gode questo trionfo che è anche il trionfo di Adrien capelli al vento e corsa sfrenata. «Nessuna come te, Juventus. Nonostante tutto e tutti. Sempre Forza Juve», il post che è un manifesto programmatico e vale più di ogni firma sul contratto.

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Pinsoglio a luci rosse

Tra video e selfie, la festa continua. Il rapporto con i fan diventa diretto e il tasso alcolico aiuta a lasciarsi andare, eh. Ci scappa anche qualche visione osé, come il lato B di quel ragazzaccio che è Carlo Pinsoglio, immortalato, senza volerlo, dai compagni-registi. Spunta laggiù in fondo e resta ricordo indelebile. Ahhhh, le chiappe chiare di Pinsooooo. Fanno da contraltare i petti all’aria di Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, i gemelli diversi diversamente soddisfatti. Il bomber decisivo e la spalla che vuol tornare protagonista assoluto dopo mille guai. Da Firenze a Torino, per vincere insieme, per cominciare un’altra fetta di carriera da predestinati. “Fede” urla, Dusan anche: il progetto sono loro, comunque vada.

Gatti fa per 44

Certo, ci sono anche le figure che escono nell’ombra con coraggio e forza: da Bremer a Rugani, da De Sciglio a Locatelli versione “tifoso juventino dalla testa ai piedi”. Saltano, eccome se saltano. E cantano, fino all’ultima dose di energia. Lì è il loro terreno preferito, ma anche in campo hanno dato sfogo alla loro estrosità. Chi con la dolce metà, chi con chi passa di fianco. Federico Gatti, ad esempio, è talmente gasato da strattonare in maniera pesante il dt Cristiano Giuntoli: ne fa le spese la giacca del dirigente, ovvio. Microfono in mano, aizza la curva: capopopolo. Di fronte a John Elkann, l’azionista di riferimento, si cerca di mantenere un po’ di autocontrollo, anche se il protocollo va a farsi benedire. Per la Coppa (rigorosamente con la “c” maiuscola) questo e altro. E John, seguito da figli e nipoti, si imbatte pure in Alessandro Del Piero. Sì, lui, quello di “c’è solo un capitano, un capitano, c’è solo un capitano...”. Abbracci, sorrisi e ognuno ci legga quello che vuole: una clip per il presente, un messaggio per il futuro. Perché, ricordano i tifosi bianconeri, la Juve è storia di un grande amore...

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Ritmo brasiliano, cantanti per una notte nel cuore dell’Olimpico romano, euforici fino al midollo, più o meno svestiti, infinitamente esausti. Che gli juventini preferiscano la... Coppa è un dato di fatto, e pure obbligato visto il campionato finito praticamente dopo lo scontro diretto con l’Inter. Vincere contro l’Atalanta del Gasp ha regalato il trofeo dopo tre anni di astinenza, e di assedio totale. Per alcuni, una prima volta indimenticabile. Nelle dirette Instagram, quindi, succede di tutto e di più all’interno dello spogliatoio. Mattia Perin, particolarmente sul pezzo, introduce la Coppa Italia seguito da uno trasfigurato Andrea Cambiaso (lui, l’uomo assist di sostanza e di talento che non ti aspetti) ed è il finimondo. «Campioni, campioni, campioni» sale in alto il coro e scattano le danze sfrenate. “Ai se eu te pego” è il filo conduttore, un successo di Michel Telò di qualche annetto fa. Motivetto che trascina e fa sbandare sulle curve, dopo qualche sorsetto di spumante, rigorosamente italiano. Alex Sandro e il clan brasiliano ammiccano, Perin segue con grande carisma. Lui, d’altronde, è il portierone della manifestazione: in alto i cuori, per il secondo che è diventato il primo. Olé.

Adrien, che fai?

Il più kitsch, però, è “cavallo pazzo”, ovvero Adrien Rabiot. Occhialoni da realtà aumentata, perché qui si va oltre la fantasia: vittoria, tremenda vittoria. Il tutto dopo tre mesi di agonia e una qualificazione Champions arrivata con l’aiutino nel finale di stagione. Il francese resta l’uomo simbolo del gruppo, allegriano convinto e fino alla fine. Rimasto alla Juve, la sua Juve, con un rinnovo annuale, in attesa di vedere come vanno le cose. Torna in bilico, ma intanto si gode questo trionfo che è anche il trionfo di Adrien capelli al vento e corsa sfrenata. «Nessuna come te, Juventus. Nonostante tutto e tutti. Sempre Forza Juve», il post che è un manifesto programmatico e vale più di ogni firma sul contratto.

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