Bosca, gioia immensa
Solo sorrisi e gioia immensa per Guglielmo Bosca, milanese trapiantato in Val d’Aosta che ha fatto impazzire il fratello Giulio in uno zapping visivo tra il telefonino collegato con la Germania e il commento nella cabina televisiva Rai qui a Cortina. Altro che credito con la sfortuna riscossa, quello di Guglielmo... Dieci operazioni, sette in poche settimane a cavallo del 2017 e 2018 per ricostruire la gamba sinistra maciullata cadendo in un superG di Coppa Europa a Reiteralm, in Austria. Subì la frattura eposta di tibia e perone. E tre anni dopo a Bormio, in Coppa del Mondo, sentì saltare crociato, collaterale e menisco del ginocchio destro.
«Un'emozione pazzesca, ora tutto ha un senso» afferma Bosca, quinto due settimane fa sempre in superG a Wengen. «Non è un risultato completamente campato per aria. Il percorso dopo gli infortuni è stato frutto di una determinazione che non so in quanti sarebbero riusciti a mettere in campo. Ho sempre saputo che sarei potuto salire su un podio e da gennaio è come se ci fosse stato un click nella mia testa. Prima capivo di avere la velocità, ma vedevo rischi e pericoli ovunque. Se vuoi arrivare, però, devi riuscire a metterli da parte e dopo Bormio penso di essere riuscito a farlo. Qualche retaggio degli infortuni in me rimarrà sempre, però ho acquisito una maggiore capacità di affrontare la gara e ho una migliore percezione delle mie capacità. Battere fenomeni com Odermatt e Sarrazin è incredinile, ma adesso vorrei agguantare una vittoria». Domani c'è subito un altro superG...