MILANO - «Il contratto del signor Ettore Messina è esteso fino al 30 giugno 2026». Leo Dell’Orco, presidente dell’Olimpia Milano. Un laconico commento, a firma del numero uno milanese, è il biglietto da visita dell’Armani Milano in vista della gara di questa sera (20.30) che vedrà l’EA7 ospite sul campo del Bayern Monaco nel dodicesimo turno di Eurolega. Match passato addirittura in secondo piano visto che, dopo il ko in campionato rimediato domenica a Sassari, nelle ultime ore in casa EA7 non si è parlato d’altro che di Ettore Messina. L’ennesimo stop in campionato, infatti, aveva fatto trapelare anche la voce di possibili dimissioni presentate dal tecnico e respinte dalla società, con l’Armani che con la stringata dichiarazione di ieri ha voluto consolidare il patto d’acciaio tra la proprietà e il suo allenatore.
La crisi di Milano
Coach Ettore Messina nelle ultime settimane è salito sulla graticola per colpa dei deludenti risultati rimediati in campionato e in Eurolega dall’Olimpia, ma in un solo colpo la proprietà ha voluto sottolineare la stima incondizionata nei confronti del suo allenatore mettendo a tacere ogni voce. Un matrimonio che, non va dimenticato, ha portato in bacheca due scudetti consecutivi e il ritorno alle Final Four di Eurolega ma che, mai come in quest’avvio di stagione, stava vacillando sotto il peso dei risultati e delle attesa al di sotto delle aspettative. È innegabile che il gruppo assemblato in estate da Ettore Messina e dal suo staff stia producendo meno di quanto sperato sia a livello di risultati, sia a livello di gioco. Siamo ancora a dicembre e l’Armani ha ancora tutto il tempo per recuperare: l’Olimpia è a una vittoria di distanza dal playoff in Eurolega, e in campionato, nonostante l’attuale ottavo posto (che è però l’ultimo che qualifica alle Final Eight di Coppa Italia), l’EA7 potrebbe fare un balzo in avanti in una manciata di partite (a partire dal big match di domenica contro la Virtus Bologna). Quello che davvero manca però è appunto un sistema valido e in generale una continuità a livello di prestazioni, perché in una gara Milano ha una difesa granitica, quella dopo è un colabrodo e lo stesso vale per i giocatori che passano da fuoriclasse a brocchi nell’arco di mezza partita.