TORINO - Le panchine della serie A scottano ma c'e' chi sta peggio. Per il secondo anno di fila e' la Liga spagnola a prendersi il primato dei cambi d'allenatore, 13 contro 10, con il campionato italiano che in questa stagione viene eguagliato dalla Premier inglese.Come un anno fa, dunque, dieci cambi in panchina anche se il dato della scorsa stagione va letto alla luce del fattore Zamparini (Ballardini, De Zerbi, Corini, Lopez e Bortoluzzi i tecnici che si era avvicendati sulla panchina del Palermo). Ha cominciato il Cagliari dopo l'ottavo turno, con Diego Lopez per Rastelli, quindi Benevento (De Zerbi per Baroni), Genoa (Ballardini per Juric), Udinese (Oddo per Delneri), Milan (Gattuso per Montella), Sassuolo (Iachini per Bucchi), Crotone (Zenga per il dimissionario Nicola), Torino (Mazzarri per Mihajlovic) e infine, nel finale di campionato, ancora Udinese (via anche Oddo, fiducia a Tudor) e Chievo (D'Anna per Maran). Cambi a volte efficaci, mentre in altre occasioni non sono serviti o non hanno portato gli effetti sperati. Gattuso, per esempio, ha sicuramente risollevato le sorti rossonere ma non e' riuscito a centrare la Champions mentre Ballardini ha cambiato volto al Genoa, conducendolo a una salvezza tranquilla. Da sottolineare anche le scelte di chi, vedi Verona e Spal, e' andato avanti per la propria strada nonostante la classifica deficitaria che, nel caso degli scaligeri, ha poi portato alla retrocessione. Ma se l'Italia si porta dietro da tempo la fama di un calcio mangia-allenatori, negli ultimi anni anche gli altri grandi campionati esteri si stanno "adeguando".