Lo scandaloso caso della Serie B da rifare

Lo scandaloso caso della Serie B da rifare© AFPS

Come volevasi dimostrare, un boomerang più devastante non sarebbe potuto scaturire dalla autoriforma della B. Il 10 agosto scorso, la seconda Lega professionistica ha comunicato ufficialmente la riduzione da 22 a 19 del numero delle squadre partecipanti al torneo, forte del sostegno dell’allora commissario straordinario Figc. Questi, dieci giorni dopo avere affermato il principio della B a 22 squadre, aveva clamorosamente fatto retromarcia, dando il suo via libera. Ieri, il Tar del Lazio ha disintegrato la B a 19 e ha ingiunto alla Figc di tornare a ventidue. «Eccesso di potere», «statuto violato» e via con le legnate: i giudici amministrativi sono andati giù pesanti, demolendo un’operazione che non doveva e non poteva manco essere concepita, che la Lega di B non ha mai condiviso con la Serie C, con il risultato di partorire un campionato zoppo, con formula da torneo dopolavoristico con annesso turno di riposo. Per non dire delle ripercussioni a cascata sulla C, frantumata da un calendario schizoide, costretta ad andare avanti fra recuperi, partite sospese, rinviate, da recuperare o addirittura tutte da giocare, come nel caso della Viterbese, inserita nel girone meridionale dove non dovrebbe stare. Una situazione scandalosa che ha fatto il giro del mondo, non essendoci al mondo un caso tanto inverecondo.

Un caravanserraglio che ha penalizzato l’Entella, da riammettere senza se e senza ma; il Catania, il Novara, la Pro Vercelli, il Siena e la Ternana, che hanno seguito la strada del ripescaggio diversa rispetto ai liguri, ma tutti ugualmente bersagli di un’evidente ingiustizia. Non più tardi di lunedì, Gianni Infantino, presidente della Fifa e testimone dell’elezione di Gravina al soglio federale, aveva strigliato il calcio italiano invitandolo a risolvere le sue magagne senza un intervento esterno. Lo stesso che, invece, ha effettuato il sottosegretario Giorgetti con delega allo sport, demandando l’ultima parola al Tar. Ieri è arrivata. Più chiara ed esaustiva non sarebbe potuta essere. Ora Gravina dia un taglio secco a questa grottesca vicenda, restituisca ai club i loro diritti che sono stati calpestati, mostri subito che con lui è finito il tempo delle camarille e degli inciuci. Non vediamo l’ora.

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