Juve, Landucci e il precedente Inter con Baccin: casi simili e pesi diversi

Al vice di Allegri un turno per le minacce a Spalletti, all’interista che provò ad aggredire Massa 20 mila euro: così decide la giustizia
Juve, Landucci e il precedente Inter con Baccin: casi simili e pesi diversi© Marco Canoniero

TORINO - Ormai la casistica è talmente ampia e ricca che si può parlare tranquillamente di romanzo. Perchè di solito i romanzi, di pagine, ne offrono in maniera copiosa: si parte mediamente da 300 per andare in su. A scanso di equivoci non si tratta di un romanzo rosa, di quelli mielosi pieni di speranze, attese ed effusioni. Si tratta infatti del romanzo che riguarda sì una Signora, la Vecchia Signora, ovvero la Juventus e racconta del suo rapporto contrastato - diciamo così per usare un eufemismo - con la giustizia sportiva. Che per i tifosi non significa solo le legnate che sono arrivate dalla Corte federale d’appello con i 15 punti di penalità ora rientrati sotto forma di “surgelati” dal Collegio di garanzia dello sport presso il Coni o le decisioni degli arbitri e il Var - il gol annullato a Milik contro la Salernitana è stato il capolavoro dell’assurdo o se si preferisce dell’ingiustizia - costato la bellezza di due punti sicuri visto che la decisione beffa arrivò a ridosso del triplice fischio.

La decisione del Giudice Sportivo

E allora ad arricchire il romanzo di un capitolo non fondamentale per la struttura del racconto ma comunque chiamiamolo “di colore” ecco l’ultima decisione del Giudice sportivo fresca di ieri, che fa ulteriormente riflettere. E qui non si tratta di difendere a spada tratta per partito preso qualcuno o qualcosa ma solo prendere atto che quel simbolo della bilancia che accompagna la parola giustizia nelle aule di tribunale forse bisognerebbe sostituirlo con il cartoncino arancione degli “imprevisti” con cui si animano le partite del Monopoli. Perchè quasi mai accade ciò che uno potrebbe logicamente aspettarsi. Procediamo per ordine, seguendo quello cronologico e raffrontando due situazioni piuttosto analoghe e quindi omogenee, successe all’Allianz Stadium, ovvero in casa della Juventus.

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Gli insulti di Baccin

Cominciamo dalla sera del 4 aprile, quando al termine di Juventus-Inter scoppia una maxi rissa a centrocampo, a dire il vero in maniera anche piuttosto inaspettata anche se il pareggio nerazzurro si era materializzato da poco, su rigore all’ultimo secondo. Vengono alle mani Handanovic e Cuadrado che vincono il cartellino rosso dell’arbitro Massa. Il Giudice sportivo tra le varie decisioni in merito alla super zuffa commina una ammenda di 20 mila euro al dirigente nerazzurro Dario Baccin, “perché al termine della gara, benché non inserito in distinta, faceva ingresso sul terreno di gioco nel tentativo di raggiungere il direttore di gara; bloccato grazie all’intervento di alcuni dirigenti della società Internazionale, rivolgeva al direttore di gara ripetute espressioni gravemente offensive e ingiuriose”. Tra le quali, e abbreviamo per educazione, “Testa di c. e faccia di m”. Dunque ha cercato di aggredirlo senza riuscirci, grazie al placcaggio di qualche suo collega.

Gli insulti di Landucci

Ora spostiamoci in avanti di una ventina di giorni, ovvero a domenica sera quando al termine di Juventus-Napoli, pure questa decisa pochi secondi prima del triplice fischio col gol di Raspadori, ecco un’altra scena di “classe assoluta”, questa volta con protagonista il vice di Allegri, ovvero Marco Landucci, che rivolgendosi a Luciano Spalletti, toscano come lui, urla “Pelato di m. Ti mangio il cuore”. Bene, all’ex portiere è arrivata ieri la decisione del Giudice: una giornata di squalifica e una ammenda di 5 mila euro. Ora sapete perché Baccin non è stato squalificato/inibito nonostante si sia reso protagonista di un fatto ben più grave? Perchè non era inserito in distinta e infatti non poteva essere sul campo. Questa è la giustizia sportiva. Forse chi parla di riforma non ha tutti i torti. A margine ecco le altre decisioni del Giudice: un turno a Faraoni (Verona) e Sernicola (Cremonese).

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TORINO - Ormai la casistica è talmente ampia e ricca che si può parlare tranquillamente di romanzo. Perchè di solito i romanzi, di pagine, ne offrono in maniera copiosa: si parte mediamente da 300 per andare in su. A scanso di equivoci non si tratta di un romanzo rosa, di quelli mielosi pieni di speranze, attese ed effusioni. Si tratta infatti del romanzo che riguarda sì una Signora, la Vecchia Signora, ovvero la Juventus e racconta del suo rapporto contrastato - diciamo così per usare un eufemismo - con la giustizia sportiva. Che per i tifosi non significa solo le legnate che sono arrivate dalla Corte federale d’appello con i 15 punti di penalità ora rientrati sotto forma di “surgelati” dal Collegio di garanzia dello sport presso il Coni o le decisioni degli arbitri e il Var - il gol annullato a Milik contro la Salernitana è stato il capolavoro dell’assurdo o se si preferisce dell’ingiustizia - costato la bellezza di due punti sicuri visto che la decisione beffa arrivò a ridosso del triplice fischio.

La decisione del Giudice Sportivo

E allora ad arricchire il romanzo di un capitolo non fondamentale per la struttura del racconto ma comunque chiamiamolo “di colore” ecco l’ultima decisione del Giudice sportivo fresca di ieri, che fa ulteriormente riflettere. E qui non si tratta di difendere a spada tratta per partito preso qualcuno o qualcosa ma solo prendere atto che quel simbolo della bilancia che accompagna la parola giustizia nelle aule di tribunale forse bisognerebbe sostituirlo con il cartoncino arancione degli “imprevisti” con cui si animano le partite del Monopoli. Perchè quasi mai accade ciò che uno potrebbe logicamente aspettarsi. Procediamo per ordine, seguendo quello cronologico e raffrontando due situazioni piuttosto analoghe e quindi omogenee, successe all’Allianz Stadium, ovvero in casa della Juventus.

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