Juventus, Allegri: «Il mio futuro? All'estero e poi con la Nazionale»

L'allenatore toscano ha parlato alla stampa inglese del suo credo e dei suoi progetti. Ne è uscita fuori un'intervista molto interessante.
Juventus, Allegri: «Il mio futuro? All'estero e poi con la Nazionale»© Juventus FC via Getty Images

TORINO - E' l'uomo del momento. Soprattutto in Inghilterra dove spesso è stato accostato ai club della Premier. Con più o meno insistenza. Massimiliano Allegri ha parlato con il Daily Telegraph, delineando il suo futuro: «Quando me ne andrò dalla Juventus penso che finirò ad allenare all'estero. Attualmente in Italia non vedo altre destinazioni. La Nazionale? Ho altri 5 o 6 anni per lavorare con un club anche se non voglio fare questo mestiere per tanto tempo, è difficile essere sempre al top». Il suo "casino organizzato" è entrato nel vocabolario del pallone. Allegri prova a spiegarlo anche agli inglesi: «Nel mio metodo non c'è troppa tattica o analisi degli avversari. Seguo il mio istinto, usare troppo il computer sarebbe come giocare con la playstation. Non servono 24 ore di video ma 20 minuti. La perfezione tattica non è esiste, anche perché ogni tanto bisogna staccare non si può essere allenatori 24 su 24».

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L'intervista di Jason Burt prosegue toccando altri temi interessanti. In particolare quelli legati alla Juventus: «Partite come quella di stasera in Champions League sono come le prime alla Scala. Tutti gli attori hanno lo stesso tipo di emozioni di fronte alla gente, di fronte agli addetti ai lavori. Proprio come a teatro. Quando ho visto il sorteggio ero un po' deluso, un po' preoccupato ma fondamentalmente felice. E' stimolo positivo, una spinta. Giocare contro grandi squadre come il Real Madrid ti dà adrenalina. E lo farà per due grandi partite». Naturale finire di nuovo a Cardiff, alla sconfitta nella finale dello scorso anno: «Ho rivisto quella partita. Non sarebbe neanche un problema rivederla ancora. Mi ha aiutato a maturare e a essere ancora più sicuro delle mie convinzioni: per migliorare non è necessario correre troppo. Bisogna essere più tranquilli».

Conoscere i propri giocatori - «Quando arrivi di mattina al campo di allenamento, è importante sapere tutto dei propri giocatori. Il loro carattere. Perché magari qualcuno non ha dormito bene la sera prima, o magari ha avuto qualche problema con la moglie o i figli a scuola. Di conseguenza prepari un certo tipo di allenamento. Ovviamente la condizione fisica è decisiva». Un ultimo passaggio di questa lunga intervista è ancora sulla Juventus: «La Juve non sarà mai come il Real Madrid o il Barcellona perché la loro storia e il loro modo di giocare parlano per loro. Forse noi siamo più vicini al Bayern Monaco. Nel DNA della Juventus c'è sempre stata l'aggressività, l'impegno, il fatto di non arrendersi mai»

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TORINO - E' l'uomo del momento. Soprattutto in Inghilterra dove spesso è stato accostato ai club della Premier. Con più o meno insistenza. Massimiliano Allegri ha parlato con il Daily Telegraph, delineando il suo futuro: «Quando me ne andrò dalla Juventus penso che finirò ad allenare all'estero. Attualmente in Italia non vedo altre destinazioni. La Nazionale? Ho altri 5 o 6 anni per lavorare con un club anche se non voglio fare questo mestiere per tanto tempo, è difficile essere sempre al top». Il suo "casino organizzato" è entrato nel vocabolario del pallone. Allegri prova a spiegarlo anche agli inglesi: «Nel mio metodo non c'è troppa tattica o analisi degli avversari. Seguo il mio istinto, usare troppo il computer sarebbe come giocare con la playstation. Non servono 24 ore di video ma 20 minuti. La perfezione tattica non è esiste, anche perché ogni tanto bisogna staccare non si può essere allenatori 24 su 24».

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