TORINO - Il mestiere di trequartista dietro le punte gli calzerebbe a pennello, se non fosse che negli ultimi anni ha giocato (quando ha giocato...) pure da ala, attirando le attenzioni dei top club d’Europa, Juventus compresa. Il fatto, piuttosto, è che dall’estasi mondiale di quel giorno da Dio vissuto al Maracanã sino allo smarrimento attuale per Mario Götze pare sia passato un secolo. Tanto che c’è chi lo considera, alla “veneranda” età di 24 anni, se non un “bollito”, perlomeno un pezzo sostanzialmente inutile del repertorio tedesco. Beppe Marotta non la pensa così, mentre in Germania vengono attribuite al nuovo tecnico Carlo Ancelotti considerazioni del tipo: «Ci siamo confrontati e lui sa bene cosa penso». Parole non assimilabili a un attestato di stima, seguite a un contatto telefonico tra i due che ha monopolizzato la stampa internazionale, con Karl-Heinz Rummenigge che aveva già intimato al giocatore di «decidere se vuole giocare con continuità o meno». Beh, in Baviera è più probabile che faccia panchina, se non intende prenotare un box stagionale all’Allianz Arena per sé e la famiglia, in caso di rottura definitiva con il club...
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RISCHIO BRUCIATURA - Cosa c’entra la Juventus? Allegri, intanto, è ben felice di plasmare i giocatori in arrivo a seconda delle necessità tecnico-tattiche del super gruppo juventino. Campioncini che insistono nel recitare un ruolo univoco interessano meno, a Beppe Marotta e Fabio Paratici, rispetto a chi fa della versatilità il tratto caratteristico. Götze, ultimamente abituato a giostrare nel tridente dietro l’attaccante, sarebbe perfetto per innescare le bocche da fuoco davanti a lui. Nell’ottica della nuova stagione, peraltro, il tecnico bianconero non intende fossilizzarsi su un solo modulo: 3-5-2, 4-3-1-2, ma pure 4-2-3- 1 götzianamente parlando. In corso Galileo Ferraris il nome del fantasista di Memmingen non è una novità, però quella che ora è soltanto un’idea può decollare in fretta.