FIRENZE -
Federico Bernardeschi, come avete reagito alle notizie di Bruxelles?
Sono cose che fanno male, Tutti ci sentiamo colpiti, bisogna stare vicino alle famiglie e sperare che tutto finisca presto. Se si giocasse a porte chiuse? Non sta a me decidere... Credo solo che noi dobbiamo andare là a portare sorrisi e felicità.
>Tre anni fa eri al Crotone, ora alla Nazionale maggiore: bruci le tappe...
Ho fatto un bel percorso: sono felice e orgoglioso di essere qui. Ricoprire più ruoli mi può dare una mano in più e al mister. Io farò del mio meglio. L’infortunio dell’anno scorso? C’è un destino, ma mi ha fortificato molto e mi ha fatto capire ancora di più quanto conti il campo e cosa significhi per me.
>Se dovessi scegliere, a te piace di più fare il centrale dietro le punte.
Ma giocare esterno è un arma in più a mio favore. Mi posso adattare a tanti moduli ed è un vantaggio. Quando ho iniziato in quel ruolo non è stato facile, ma poi se ti concentri, ascolti e impari tutto è più semplice. Sousa mi ha provato e ha insistito lì, mi ha dato fiducia. La Fiorentina mi ha aiutato al cento per cento per essere qui: da soli non si fa niente in un gioco di squadra. Essere qui mi darà moltissimo e credo che sia uno stima.
>Dopo il derby, Buffon ha detto che sei il più grande talento del calcio italiano.
L’ho ringraziato di persona. Fa un immenso piacere e orgoglio detto da un campione, Spero solo di dimostrarlo con il tempo.
>Cosa pensi della Svezia e di Ibrahimovic?
E’ una grande Nazionale con il valore aggiunto di Ibra. Un grandissimo campione che tutti temono.
>Qual è il vero Bernardeschi: l’individualista o quello che aiuta la squadra in campo?
Me lo dovete dire voi. Io vado in campo per dare sempre il massimo per essere utile anziché il contrario.
>Parlaci di Sousa e della tua impressione di Conte
Ha un carattere molto bello e mi ha aiutato moltissimo in questo anno: lo devo a lui. Di Conte parla quello che ha fatto e il suo curriculum. Per ora non abbiamo ancora provato un ruolo specifico. Questo è un gruppo fantastico che mi ha accolto benissimo.
FLORENZI SULL'ADDIO DI CONTE: «E' CARICO COME SEMPRE»
>Il tuo primo ricordo azzurro?
Il Mondiale del 2006 perché l’ho vissuto da tifoso.