TORINO - Tracciare bilanci dopo i primi 90 minuti di stagione è certamente un forzatura ma qualche segnale curioso la prima giornata di Serie A l'ha già lanciato. Per tutta l'estate si sono rincorsi nomi sfavillanti sul mercato ma il dato statistico più lampante dimostra che i nuovi acquisti hanno spostato poco gli equilibri, almeno dal punto di vista offensivo. Solo il 9% dei gol segnati infatti portano la firma di giocatori che in estate hanno cambiato maglia: Kolarov ha determinato il successo della Roma a Bergamo e Kessie ha aperto le danze nella festa Milan a Crotone. Nessun volto nuovo ha segnato su azione, anche se molti ci sono andati vicino come per esempio Ilicic, che contro i giallorossi ha colto un palo clamoroso nel finale.
LE ALTRE PARTITE - Si è segnato in 8 partite su 10 e in 6 stadi le reti sono arrivate solo da giocatori confermati: Di Francesco e Ljajic hanno determinato la sfida di Bologna, Icardi e Perisic hanno fatto sorridere Spalletti, la Juventus ha rispolverato il suo tridente inarrestabile Mandzukic-Dybala-Higuain, a Genova sono andati in gol due simboli come Ciciretti e Quagliarella, nelle due partite delle veronesi hanno gonfiato la rete Inglese, Thereau, Birsa, Milik, Ghoulam, Pazzini oltre all'autogol di Souprayen. Una casualità o il termometro di qualcosa che si riverbererà nel lungo periodo? Difficile dirlo. Di certo molte squadre si sono affidate all'usato sicuro: basti pensare che Juventus e Napoli nell'undici di partenza non avevano nessun volto inedito. Per alcuni è una scelta filosofica, mentre altri allenatori hanno fatto di necessità virtù alla luce di un mercato ancora in pieno fermento. Non si può certo già parlare di scarsa incisività degli affari estivi in attacco ma questo dato diventa un prisma interessante attraverso il quale monitorare la seconda giornata.