Serie A con 18 squadre, la profezia di Gravina: "La farai tu per forza..."

Mercoledì c'è stato l'incontro formale tra le componenti del calcio. Il prossimo passaggio è previsto alla prossima riunione, fissata per martedì prossimo, quando proseguirà il percorso riformatore in vista della definizione del documento finale

Il succo della riunione è tutto in una frase che il presidente della Figc rivolge a quello della Lega: «Vedrai Lorenzo, la riduzione a 18 squadre la dovrete fare voi». Al termine dell’incontro informale fra le varie componenti del calcio, ognuna può sostenere di aver ottenuto qualcosa, a partire dalla Lega Serie A che ottiene l’annullamento dell’assemblea dell’11 marzo, quella per l’abolizione del diritto di veto, che avrebbe spianato la strada alla riforma voluta da Gravina e osteggiata dai club di A, esclusi Juventus, Milan, Inter e Roma. E, quindi, la Serie A resta a 20 squadre, la linea del Piave del fronte di Lotito, che riesce a difendersi dalla riduzione a 18 anche con la minaccia di un ricorso al Tar che avrebbe bloccato tutte le riforme.

Gravina, l'altra parte della riforma

In compenso, Gravina ottiene di portare avanti l’altra parte della sua riforma (quella che peraltro gli stava più a cuore), ovvero un pacchetto di nuove regole finanziarie che inaspriscono i parametri bilancistici per l’iscrizione ai campionati e le norme per rimanerci. Un pacchetto che dovrebbe essere votato nel corso del prossimo mese e richiederà ai club italiani un maggiore rigore nella gestione dei conti, attraverso meccanismi come il già noto indice di liquidità (che dovrebbe salire di qualche punto), l’obbligo di avere il patrimonio netto positivo (regola che potrebbe risultare indigesta a non pochi club, a partire dall’Inter) e maggiori poteri alla Covisoc, l’organo di controllo che avrebbe più spazio di intervento. Il tutto introdotto in modo graduale, ma con l’obiettivo di portare il movimento in equilibrio economico nel 2029-30.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Serie A, la prossima riunione

Il prossimo passaggio è previsto alla prossima riunione, fissata per martedì prossimo, quando proseguirà il percorso riformatore in vista della definizione del documento finale. E la riforma dei campionati? Se ne riparlerà più avanti. Gravina non smania di scatenare lo scontro fra le componenti, nonostante per l’abolizione del diritto di veto ieri avesse contato una maggioranza che neanche Geolier, perché fra Dilettanti, Calciatori, Allenatori e spiccioli della C arrivava al 70%. Ma il problema è, ovviamente, la guerra civile che scatenerebbe il restante 30%. Come nella vecchia DC, il “contarsi” è stata una mossa per aprire la via del compromesso (suggerito da Giancarlo Abete). È stato un confronto pacato, ma qualche freccia è scoccata.

Gravina, Casini e la riduzione a 18 squadre

E proprio per esprimere tutto il suo disappunto per la strumentalizzazione dell’incontro avuto con Juventus, Inter e Milan, che aveva tanto scandalizzato gli altri club, il presidente Gravina ha spiegato: «Abbiamo parlato di questioni puramente tecniche, che forse dovreste prendere in considerazione». Ovvero il fatto che l’ingigantirsi delle competizioni internazionali (Super Champions di Ceferin e Mondiale per club di Infantino) si mangerà una fetta di campionati nazionali. E questo succederà nel 2025-26, la stagione che inevitabilmente verrà ritardata per la coda del Mondiale per club (previsto tra giugno e luglio 2025). Uno studio che ieri è stato esaminato evidenzia come verranno fisicamente a mancare le date per rischiare un campionato a 20 squadre. E, a quel punto, Gravina ha detto a Casini: «Lorenzo, la riduzione a 18 la farai tu per forza». Niente assemblee, niente votazioni, diritti di veto o giochi politici: deciderà il calendario internazionale, quello della Fifa e dell’Uefa, quello del calcio del popolo che - com’è che dicevano? - doveva difendere i campionati nazionali dai ricchi che se li volevano mangiare. Ammesso che nasca, la Superlega, non troverà molto da sgranocchiare...

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il succo della riunione è tutto in una frase che il presidente della Figc rivolge a quello della Lega: «Vedrai Lorenzo, la riduzione a 18 squadre la dovrete fare voi». Al termine dell’incontro informale fra le varie componenti del calcio, ognuna può sostenere di aver ottenuto qualcosa, a partire dalla Lega Serie A che ottiene l’annullamento dell’assemblea dell’11 marzo, quella per l’abolizione del diritto di veto, che avrebbe spianato la strada alla riforma voluta da Gravina e osteggiata dai club di A, esclusi Juventus, Milan, Inter e Roma. E, quindi, la Serie A resta a 20 squadre, la linea del Piave del fronte di Lotito, che riesce a difendersi dalla riduzione a 18 anche con la minaccia di un ricorso al Tar che avrebbe bloccato tutte le riforme.

Gravina, l'altra parte della riforma

In compenso, Gravina ottiene di portare avanti l’altra parte della sua riforma (quella che peraltro gli stava più a cuore), ovvero un pacchetto di nuove regole finanziarie che inaspriscono i parametri bilancistici per l’iscrizione ai campionati e le norme per rimanerci. Un pacchetto che dovrebbe essere votato nel corso del prossimo mese e richiederà ai club italiani un maggiore rigore nella gestione dei conti, attraverso meccanismi come il già noto indice di liquidità (che dovrebbe salire di qualche punto), l’obbligo di avere il patrimonio netto positivo (regola che potrebbe risultare indigesta a non pochi club, a partire dall’Inter) e maggiori poteri alla Covisoc, l’organo di controllo che avrebbe più spazio di intervento. Il tutto introdotto in modo graduale, ma con l’obiettivo di portare il movimento in equilibrio economico nel 2029-30.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Serie A con 18 squadre, la profezia di Gravina: "La farai tu per forza..."
2
Serie A, la prossima riunione