Bologna, Thiago Motta vola tra bravura e lealtà: vince e predica fair play

Aspettando l’Inter, lo ‘strano caso’ del tecnico rossoblù. Domenica sera a Bergamo lo ha fatto con Saelemaekers: "Non mi piace"

In città c'è una voglia di Champions che fa luce, per dirla con Guccini. Almeno duemila tifosi hanno aspettato domenica notte la squadra a Casteldebole, dopo la sesta vittoria di fila, pesantissima, a Bergamo. È un dato di fatto che sabato si sfideranno le due squadre che producono oggi in Italia il calcio migliore. I tifosi emiliani si sono messi d'impegno per comprare tutto il comprabile al Dall'Ara, tanto da rendere lo stadio più rossoblù possibile. Intanto scalda già i cuori un altro fatto: l'Inter rullo compressore non ha mai messo sotto il Bologna in questa stagione.

Il Bologna e le sfide con l'Inter

All'andata la squadra di Thiago recuperò dallo 0-2, con reti di Orsolini e Zirkzee. A dicembre si fece il regalo di Natale eliminando l'Inter in Coppa Italia con un'altra rimonta a San Siro nel supplementare: da 0-1 a 2-1; Beukema e Ndoye a firmare il capolavoro. Tra i tanti meriti di Thiago Motta c'è anche quello di mettere il fairplay davanti a ogni tipo di beceritudine. Il Re Mida rossoblù ha trasformato evidentemente in oro anche Alexis Saelemaekers - assolutamente decisivo nella ripresa con l'Atalanta - rimettendolo letteralmente in piedi dopo una caduta. Motta non ha usato giri di parole a Bergamo in coda allo storico risultato di domenica scorsa: «Non mi piace quando insiste a simulare. I giocatori sono fatti per giocare, non per rimanere a terra. È meglio per tutti, per l'arbitro, per i giocatori e per il pubblico stesso. È l'unica cosa per la quale potrei richiamare Alexis o un suo compagno, in un momento così bello per noi».

Bologna, il rapporto con gli arbitri

Il rapporto del Bologna con gli arbitri non è stato certo idilliaco quest’anno. Il ‘cahiers de doléances’ dei rossoblù è bello grosso. In termini di punti, ne mancano potenzialmente sei, certificati e timbrati con la ceralacca dai vertici arbitrali (dopo, però). Ad agosto al 71’ di Juventus-Bologna sull’1-0 per gli emiliani allo Stadium, Iling-Junior ha falciato senza ombra di dubbio Ndoye sotto porta bianconera. Né Di Bello, né la coppia Var Fourneau-Nasca ha visto il rigore specchiato e il rosso di conseguenza per lo juventino. Poteva essere 2-0, invece finì 1-1 col pareggio di Vlahovic all’80’. A fine settembre in Monza-Bologna, terminata poi 0-0, fu annullato un gol di Ferguson al 48’ per un fallo fantasma di Zirkzee su Caldirola, sanzionato da un distratto Pezzuto e non corretto dal Var Di Paolo. Anche qui Rocchi ammise l’errore dei suoi (sempre dopo). Mancava tuttavia ancora un bel po’ di tempo, quello che invece era terminato in Lecce-Bologna del 3 dicembre. Al 96’, col Bologna avanti 2-1 e il recupero già esaurito, fu assegnato da Doveri un rigore al Lecce, il quale invece di fischiare stava dialogando col Var Nasca. Tutto pasticciato e opinabile, ma non certamente il fallo subìto da Ferguson sotto gli occhi dello stesso Doveri (due mani a spingere la schiena dello scozzese finito a terra) a inizio azione, incredibilmente non sanzionato. Eccoli qua, i sei punti: tre pareggi che potevano essere altrettante vittorie del Bologna. Galoppando con la fantasia, sarebbe pure potuto essere al secondo posto invece che al quarto. Un sogno, solo di consistenza maggiore di quello che sta già vivendo.

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