Inter, Inzaghi sfiduciato: pagherà per tutti. Sale Thiago Motta

Solo un miracoloso finale di stagione può salvare l'allenatore nerazzurro, sempre più criticato. E crescono le quotazioni del tecnico del Bologna
Inter, Inzaghi sfiduciato: pagherà per tutti. Sale Thiago Motta

Sparano sempre sul pianista. E pazienza se Guillermo Ochoa giovedì ha eguagliato il record stagionale di parate in Serie A (dieci, come Radu in Roma-Cremonese), se l’Inter a Salerno ha centrato due legni - fantozziana la traversa colpita da Lukaku che ha pure chiesto scusa ai tifosi a fine partita -, e se martedì a Lisbona l’Inter si gioca un quarto di finale di Champions. Chi governa l’area tecnica non avrebbe gradito il calo della squadra nel finale (non nuove le critiche allo staff di Simone Inzaghi: pure i match analyst sarebbero finiti sotto accusa!) nonché le sostituzioni che avrebbero impoverito l’Inter anziché migliorarla (d’altronde Brozovic, da quando si è ritrovato sul mercato come sacrificabile, è ormai l’ombra di se stesso...). All’allenatore verrebbe rimproverata pure una certa testardaggine nell’andare per la sua strada senza badare troppo ai consigli che gli vengono dati.

Inzaghi e il finale di stagione dell'Inter

Visto il clima e una sfiducia manifesta verso il suo lavoro, i suoi uomini e i suoi metodi di allenamento, soltanto un finale di stagione miracoloso potrebbe salvare Inzaghi dall’esonero (sempre che in quel caso non sia lui a salutare, ma questo è un altro discorso). Detto questo, l’interessato pure a Salerno ha assicurato che l’Inter arriverà in Champions perché confortato dall’impegno della squadra, dalle tante occasioni create e da un calendario che proporrà ancora tre decisivi scontri diretti (con Atalanta e Lazio a San Siro e con la Roma all’Olimpico). L’anno scorso l’Inter ha chiuso in crescendo e l’allenatore confida che possa accadere altrettanto. Altrimenti, sarebbe una piccola apocalisse per un’Inter che, senza gli introiti derivanti dalla Champions, faticherebbe a trattenere molti big, non potrebbe rinnovare alcuni contratti onerosi (a proposito, molti - anche all’interno dell’Inter - hanno considerato quanto meno un azzardo proporre un rinnovo a 6.5 milioni a Skriniar vista la “cilindrata” del club: lo stesso ragionamento vale in fotocopia per Bastoni).

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Inter, i possibili sostituti di Inzaghi: sale Motta

Quasi superfluo sottolineare come per Steven Zhang - a un anno dalla scadenza del prestito con Oaktree - sarebbe impossibile pagare i 13 milioni di clausola col Brighton per De Zerbi (che, tra l’altro, sta benone in Premier) oppure garantire ad Antonio Conte un ingaggio e una campagna acquisti parametrati alla sua ambizione. Concause che fanno lievitare le quotazioni di Thiago Motta, allenatore seguito nelle ultime settimane da colui che governa l’area tecnica all’Inter, vale a dire Beppe Marotta, che è pure il primo a essere fortemente contrariato per quanto fatto da Inzaghi nella seconda parte di stagione specialmente in campionato (difficile fare appunti all’allenatore per quanto combinato nelle coppe...).

Thiago Motta e l'Inter

Motta - che già un’estate fa aveva sfiorato il Paris-Saint Germain, ha il fisico del predestinato, gioca un calcio moderno e - fatto per nulla secondario - conosce bene l’ambiente e le pressioni che comporta essere allenatore dell’Inter. Tra l’altro anche nel malaugurato caso di mancato approdo in Champions, sarebbe un profilo ideale per ricostruire con una squadra ringiovanita con giocatori dall’ingaggio sostenibile. Il tutto a meno che a Inzaghi non riesca il miracolo di chiudere alla grande: in quel caso, il suo destino in nerazzurro sarebbe nelle mani di Steven Zhang. E scenari che parrebbero ormai cristallizzati, potrebbero anche cambiare.

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Sparano sempre sul pianista. E pazienza se Guillermo Ochoa giovedì ha eguagliato il record stagionale di parate in Serie A (dieci, come Radu in Roma-Cremonese), se l’Inter a Salerno ha centrato due legni - fantozziana la traversa colpita da Lukaku che ha pure chiesto scusa ai tifosi a fine partita -, e se martedì a Lisbona l’Inter si gioca un quarto di finale di Champions. Chi governa l’area tecnica non avrebbe gradito il calo della squadra nel finale (non nuove le critiche allo staff di Simone Inzaghi: pure i match analyst sarebbero finiti sotto accusa!) nonché le sostituzioni che avrebbero impoverito l’Inter anziché migliorarla (d’altronde Brozovic, da quando si è ritrovato sul mercato come sacrificabile, è ormai l’ombra di se stesso...). All’allenatore verrebbe rimproverata pure una certa testardaggine nell’andare per la sua strada senza badare troppo ai consigli che gli vengono dati.

Inzaghi e il finale di stagione dell'Inter

Visto il clima e una sfiducia manifesta verso il suo lavoro, i suoi uomini e i suoi metodi di allenamento, soltanto un finale di stagione miracoloso potrebbe salvare Inzaghi dall’esonero (sempre che in quel caso non sia lui a salutare, ma questo è un altro discorso). Detto questo, l’interessato pure a Salerno ha assicurato che l’Inter arriverà in Champions perché confortato dall’impegno della squadra, dalle tante occasioni create e da un calendario che proporrà ancora tre decisivi scontri diretti (con Atalanta e Lazio a San Siro e con la Roma all’Olimpico). L’anno scorso l’Inter ha chiuso in crescendo e l’allenatore confida che possa accadere altrettanto. Altrimenti, sarebbe una piccola apocalisse per un’Inter che, senza gli introiti derivanti dalla Champions, faticherebbe a trattenere molti big, non potrebbe rinnovare alcuni contratti onerosi (a proposito, molti - anche all’interno dell’Inter - hanno considerato quanto meno un azzardo proporre un rinnovo a 6.5 milioni a Skriniar vista la “cilindrata” del club: lo stesso ragionamento vale in fotocopia per Bastoni).

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