Sparano sempre sul pianista. E pazienza se Guillermo Ochoa giovedì ha eguagliato il record stagionale di parate in Serie A (dieci, come Radu in Roma-Cremonese), se l’Inter a Salerno ha centrato due legni - fantozziana la traversa colpita da Lukaku che ha pure chiesto scusa ai tifosi a fine partita -, e se martedì a Lisbona l’Inter si gioca un quarto di finale di Champions. Chi governa l’area tecnica non avrebbe gradito il calo della squadra nel finale (non nuove le critiche allo staff di Simone Inzaghi: pure i match analyst sarebbero finiti sotto accusa!) nonché le sostituzioni che avrebbero impoverito l’Inter anziché migliorarla (d’altronde Brozovic, da quando si è ritrovato sul mercato come sacrificabile, è ormai l’ombra di se stesso...). All’allenatore verrebbe rimproverata pure una certa testardaggine nell’andare per la sua strada senza badare troppo ai consigli che gli vengono dati.
Inzaghi e il finale di stagione dell'Inter
Visto il clima e una sfiducia manifesta verso il suo lavoro, i suoi uomini e i suoi metodi di allenamento, soltanto un finale di stagione miracoloso potrebbe salvare Inzaghi dall’esonero (sempre che in quel caso non sia lui a salutare, ma questo è un altro discorso). Detto questo, l’interessato pure a Salerno ha assicurato che l’Inter arriverà in Champions perché confortato dall’impegno della squadra, dalle tante occasioni create e da un calendario che proporrà ancora tre decisivi scontri diretti (con Atalanta e Lazio a San Siro e con la Roma all’Olimpico). L’anno scorso l’Inter ha chiuso in crescendo e l’allenatore confida che possa accadere altrettanto. Altrimenti, sarebbe una piccola apocalisse per un’Inter che, senza gli introiti derivanti dalla Champions, faticherebbe a trattenere molti big, non potrebbe rinnovare alcuni contratti onerosi (a proposito, molti - anche all’interno dell’Inter - hanno considerato quanto meno un azzardo proporre un rinnovo a 6.5 milioni a Skriniar vista la “cilindrata” del club: lo stesso ragionamento vale in fotocopia per Bastoni).