Deschamps: «Vi spiego chi è Pogba»

L’ex capitano e tecnico della Juve, ora ct della Francia, svela il suo rapporto con “il Polpo”. Racconta aneddoti passati e apre spiragli per il futuro

PARIGI - E' un filo bianconero che non si è mai spezzato quello che lega la Juve e Didier Deschamps, oggi commissario tecnico di una Francia che si affaccia ad Euro 2016 con tante speranze e la voglia di confermare la tradizione che l'ha vista vincere le ultime due grandi manifestazioni calcistiche disputate in casa: l'Europeo del 1984 e il Mondiale 1998. Nel suo passato, come in quello di Platini e Zidane, ci sono i trionfi in bianconero e con la nazionale, un cammino di successi che adesso sogna di ripercorrere anche Paul Pogba, l'ultima stella transalpina che è venuta a brillare sotto il cielo di Torino. 

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Ci dica la verità, Deschamps. Quando ha visto che Pogba prendeva la maglia numero 10, cosa ha pensato? Che sarebbe stato un... casino?

«Lo è stato, lo è. Il numero era libero e non so chi ha preso questa decisione.  L'importante è che Paul non cambi il suo gioco».

Ormai Paul Pogba è una star...

«Siete voi che lo trattate così.  E' un grande giocatore, è giovane, fuori dal campo piace alla gente, ai ragazzi per il modo di vestire, il look, i capelli. E fa parlare, nel bene o nel male». 

E' più grande il giocatore del personaggio?

«Il personaggio esiste solo attraverso il giocatore. Lui è un gran giocatore. Se fa bene in campo può fare altre cose, l'unica verità è quella del campo».

Lei però l'ha provato in una posizione più alta contro il Portogallo (il 4 settembre) anche se non è un trequartista

«Ma non giocava dietro alla punta. All'inizio avevo paura che si posizionasse troppo alto, spalle al gioco, e alla fine ha giocato addirittura dietro il mediano. In quella partita non ha fatto quello che mi aspettavo e quello che era necessario per la squadra. So benissimo che lui non è un numero 10, non è una seconda punta e io gli lascerò sempre la possibilità di andare avanti, però un centrocampista deve fare anche un lavoro difensivo. Forse non è quello che gli piace di più, ma è importante per la squadra». 

Il suo inizio di stagione non è stato semplice.

«Ma non può essere sempre al 100%. Poi quest'estate la Juve ha perso 3 giocatori molto importanti. Sono arrivati elementi con altre qualità, non si può chiedere a una squadra abituata a giocare insieme da 2 o 3 anni di fare le stesse cose».

Nel calcio di oggi, è logico pensare che Pogba partirà dalla Juve prima o poi?

«Voi gli fate cambiare squadra ogni giorno, doveva cambiare l'estate scorsa e invece non è partito. Ho anche sentito dire che è stata una mia responsabilità. No, è stata una sua scelta personale. Sicuramente un giorno andrà via, in un certo momento, ma non so quando». 

Esiste un calcio più adeguato a lui? 

«No. Un grande giocatore può giocare dove vuole. Italia, Spagna, Inghilterra...».

Per ora la Juve funziona meglio in Europa, piuttosto che in Serie A, come mai?

«In generale negli anni passati succedeva il contrario... (sorride). E' vero, ha iniziato male in campionato, poi avendo cambiato giocatori a volte si perde un po' di fiducia. Anche Allegri sta cercando il modulo migliore, prima si giocava a 3 dietro, ora solo qualche volta, ma non sempre».

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