Juventus, Chiellini: «Cristiano Ronaldo? Si ferma così. Ma con Messi ti fai il segno della croce»

Il difensore bianconero: «Siamo riusciti a rimontare in campionato perché abbiamo un gruppo di italiani, altrimenti sarebbe stato difficile»
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TORINO - Giorgio Chiellini, in attesa di tornare in campo contro il Bayern Monaco, torna a parlare in occasione dell'incontro dal titolo "Randstad perfect team", spiega come si costruisce una squadra vincente. Il meeting è organizzato da Randstad secondo operatore mondiale delle risorse umane e official partner della Juventus.

GLI OBIETTIVI - «Non siamo ancora del tutto soddisfatti. Siamo vicini a molte cose - commenta il difensore bianconero - ma non abbiamo ancora fatto nulla. Ci sarà molto da fare, tra Sassuolo, Bayern e Torino (le prossime tre sfide bianconere tra campionato e Champions, ndr). Ripeto: siamo vicini ma non ancora fatto niente, in dieci giorni può ancora cambiare tutto».

SPIRITO JUVE - «Se siamo riusciti a rimontare è perché siamo in una società dove la cultura della vittoria è tramandata di generazione in generazione e alla base c’è un gruppo d’italiani che, anno dopo anno, aiuta a mantenere vivi questi sentimenti. Con tutto il rispetto, si è visto nelle altre squadre. Senza un gruppo di italiani che trascina gli altri, è difficile. Anche se qualche eccezione, come gruppo di argentini, c’è stata. Nei primi anni di Conte eravamo al 70% italiani ed erano gli anni più belli, eravamo amici anche fuori dal campo. Ci trovavamo a cazzeggiare fuori e abbiamo creato un gruppo. Quest’anno per noi è stato difficile, cambiando 12 persone su 25. Ricreare un feeling con ragazzi giovani, stranieri e non le solite facce è stato difficile. Dopo un po’, però, abbiamo ricreato la nostra famiglia e siamo partiti da quello. Il gruppo, però, è fondamentale».

DIFFERENZE CONTE E ALLEGRI - «Conte e Allegri sono persone diverse. Ho avuto tanti allenatori, da Capello a Ranieri passando per Lippi. Tutti con il carattere forte. Per arrivare a gestire quel ruolo serve un carattere forte. C’è chi scherza di più e di meno, chi parla di più e parla meno. Chi fa il duro e punta sui fatti, ma la leadership è fondamentale. Senza nessun gruppo riesce a vincere e va alla deriva, l’anarchia non porta a nessun risultato».

RONALDO E MESSI - «La conoscenza dell’avversario è fondamentale, anche singolarmente. Ti permette di capire la maggioranza delle sue caratteristiche. Cristiano Ronaldo lo marchi cercando di non farlo rientrare sul destro, con Messi ti fai il segno della croce (sorride, ndr). Scherzi a parte, ogni persona ha una sua caratteristica e un’analisi psicologica da fare».

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