IL RAPPORTO CON I GIOCATORI...
«Mi piace scherzare con loro, ma sempre con rispetto dei ruoli. Le sfide con Pogba? Pensava di vincere sia a basket sia a calcio: magari con le mani sì, ma se pensava di battermi con i piedi... Spero solo non sia andato via per questo, altrimenti per farlo rimanere l'avrei fatto vincere apposta! A ogni modo, nel calcio, chi dice che tutti i giocatori sono uguali è un ipocrita. Prendete Buffon: senza togliere nulla a nessuno, Gigi è un giocatore diverso dagli altri. È così e basta. Credo che abbia un futuro importante a livello dirigenziale, magari in Federazione. È un uomo con cui mi confronto e che in certi momenti ha comunque bisogno del sostegno dell'allenatore».
...E QUELLO CON I TIFOSI
«Perché a fine partita mi infilo negli spogliatoi di corsa, senza passare sotto la curva? Fa parte del mio carattere. Io sono molto timido e mi dà quasi fastidio dare o ricevere dimostrazioni di grande affetto. Preferisco gioire dentro me stesso. Non riesco a essere costruito: come mi vedete, così sono. Ma ai tifosi sono molto legato, anche se a volte non si vede. E sono legatissimo anche alla mia città, Livorno: infatti quando mi tolgo le vesti di allenatore della Juventus, torno a essere "Acciuga", come mi chiamano i livornesi da quando ero ragazzo».