LA SCUOLA
«A scuola ci sono andato poco, anzi pochissimo, e questo un po’ mi dispiace: è vero che i mestieri come il mio li impari con la pratica e il sudore, ma la scuola serve per avere una cultura generale. Ho commesso un errore, lo ammetto. Ma una vita senza errori è una vita piatta e a me le cose piatte non piacciono. Sono comunque cambiato, da ragazzo quando facevo il giocatore a oggi che faccio l’allenatore. Molti hanno paura di invecchiare, ma io dico che fortunatamente si invecchia: l’importante è mantenere acceso il fuoco della passione. Se uno ha passione, trasmette anche agli altri la voglia di lavorare. E io, a fare l’allenatore, mi diverto ancora».
LA FIGLIA VALENTINA
«Ogni tanto abbiamo degli scontri, ma è una ragazza molto intelligente: va all’Università, si dovrà laureare, sta già cominciando ad approcciarsi al mondo del lavoro. E spero che presto mi dia anche dei nipotini!».