Il solito Cassano: «Dybala come Messi? Non scherziamo. Scudetto all'Inter»

L'ex fantasista a tutto campo in televisione: «Allegri e Higuain due fenomeni, ma i nerazzurri hanno Spalletti che è un genio. Insigne è il migliore italiano»
Il solito Cassano: «Dybala come Messi? Non scherziamo. Scudetto all'Inter»© ANSA

TORINO - Antonio Cassano ha smesso di giocare, forse, ma non di pungere attarverso le sue dichiarazioni. A poche settimane dal suo addio anticipato all'Hellas Verona, che gli aveva offerto la possibilità di tornare protagonista in Serie A a 35 anni, il talento di Bari è tornato a parlare ospite di 'Tiki Taka' su Mediaset. Dal campionato alla Juventus passando per Dybala, Higuain e Insigne fino all'addio di Totti, 'Fantantonio' continua a non aver peli sulla lingua...

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HIGUAIN, DYBALA E LA JUVE -  Da sempre polemico con la Juventus, Cassano ha parlato ovviamente anche dei campioni d'Italia e delle loro stelle: «Dybala? Un grande giocatore ma è imparagonabile a Messi che è per me è il calciatore più grande della storia. Lui non puoi paragonarlo a nessuno se non un pochino a Cristiano Ronaldo. Per me Dybala assomiglia molto di più a Montella: è un grande giocatore, ha grande tecnica, forte, furbo e fa tanti gol come faceva Vincenzo, che è stato un giocatore straordinarioLa Juve in Serie A fa un campionato a parte, essendoci dei giocatori meno forti rispetto a quelli di 15 anni fa. Allegri? Un fuoriclasse della panchina, risolve ogni problema, si fa capire dai campioni e trova l'abito su misura per ogni giocatore, può allenare tutti i top club come Real, Barcellona o Bayern. Higuain fatica a trovare la porta? Per me è fenomenale, a Madrid ha fatto più di 150 gol. Dopo Suarez è il più forte di tutti, tecnicamente è un top player, poi ognuno può pensarla come vuole».

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SCUDETTO E QUARTO POSTO - Se Cassano stravede per Higuain, quest'anno secondo lui non absterà comunque il 'Pipita' per arrivare al settimo tricolore consecutivo: «Lo Scudetto? Lo vince l'Inter perché in panchina ha un genio come Spalletti, che riesce a stimolare tutto l'ambiente e che ha solo una partita a settimana. Poi vedo la Juve e il Napoli che ha Insigne: è un grande amico mio ed è il giocatore italiano più forte al momento, l’unico che mi fa divertire. Al Napoli tutti sanno quello che devono fare. Sarri è un bravo allenatore che ha due fuoriclasse, Insigne e Reina, poi per il resto ha tutti giocatori normali che si applicano molto e si mettono lì a fare due ore di tattica al giornoIl Milan? Ha fatto un’ottima campagna acquisti e ha fatto un grande affare a tenere Donnarumma, che per i prossimi 20 anni sarà un portiere stratosferico perché è un fenomeno. Poi Montella, come Allegri, è molto bravo a vestire l’abito giusto per la sua squadra. Il Milan può giocarsela per il quarto posto con la Lazio e con la Roma che può far bene. Di Francesco ha grande personalità, è un allenatore molto capace. E poi c'è Monchi, un dirigente che conosce il calcio e i calciatori meglio di chiunque altro».

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L'ADDIO DI TOTTI - Non poteva mancare un pensiero per Totti, suo vecchio amico e compagno ai tempi della Roma: «L'addio al calcio di Totti? Poche volte mi sono emozionato nel calcio e quella è stata una di quelle. Io gli avevo consigliato di continuare, la sua vita era giocare a calcio e non ce lo vedo a fare il dirigente: lo vedo triste e cupo. Ha fatto la differenza per 25 anni, non può giocare tutte le partite ma in Serie A ci sono almeno una decina di squadre dove potrebbe ancora dire la sua. Io ho scelto la Roma per lui, mi voleva anche la Juve ma per me in quel momento era il più forte di tutti. Mi è mancata la festa che i tifosi della Roma hanno dedicato a Totti? Lui ha giocato solo in una squadra, è tifoso della Roma e ha scelto di fare tutta la carriera lì. Io sono stato un vagabondo, mi è piaciuto scegliere più squadre per avere più stimoli, non ho mai voluto feste. Poi mi sono lasciato male quasi con tutte le tifoserie per colpa mia e la carriera che potevo fare l’ho buttata nel cestino perché ho pensato più alla mia felicità: mi allenavo male e mangiavo troppo ma me ne sono accorto solo a 34 anni. Balotelli? Un ottimo giocatore che poteva fare una grande carriera ma non è un campione. Il vero fuoriclasse è Mino Raiola che gli ha fatto guadagnare tantissimo e gli ha permesso di giocare in grandi club. Lui ha un grande tiro, a me piacciono i giocatori imprevedibili, che hanno una grande tecnica come Mbappè o Neymar. La doppietta di Pellegri? Mi sono emozionato molto quando ho visto piangere suo papà. Da solo stava pareggiando la gara, se non si monterà la testa potrà fare una carriera importante: sono molto contento per questo ragazzo».

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TORINO - Antonio Cassano ha smesso di giocare, forse, ma non di pungere attarverso le sue dichiarazioni. A poche settimane dal suo addio anticipato all'Hellas Verona, che gli aveva offerto la possibilità di tornare protagonista in Serie A a 35 anni, il talento di Bari è tornato a parlare ospite di 'Tiki Taka' su Mediaset. Dal campionato alla Juventus passando per Dybala, Higuain e Insigne fino all'addio di Totti, 'Fantantonio' continua a non aver peli sulla lingua...

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