Juventus-Napoli è Allegri contro Ancelotti: così simili e così diversi...

Il duello tra due dei tecnici italiani più vincenti di sempre sarà la sfida nella sfida allo Stadium: i punti di "contatto" e le differenze
Juventus-Napoli è Allegri contro Ancelotti: così simili e così diversi...

TORINO - Max contro Carlo. Tra i tanti duelli di Juventus-Napoli, big match in programma tra due giorni all'Allianz Stadium, probabilmente la sfida tra Allegri e Ancelotti è la più intrigante dell'intero parterre di stelle. Due allenatori tanto diversi come background e rispettive carriere, quanto simili nell'approccio alla partita, nella gestione della rosa e soprattutto, ed è ciò che più conta, nei risultati ottenuti sul campo, visto che parliamo di due top a livello mondiale della scuola italiana. Andiamo a scoprire in cosa sono simili e in cosa sono differenti...

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I PALMARES
Storie diverse quelle che hanno portato i due tecnici al grande calcio, entrambi partiti dalla periferia (uno da Livorno, l'altro da Reggiolo) e arrivati poco a poco a calcare i grandi palcoscenici internazionali, seppur con percorsi totalmente diversi. Complice forse una carriera da calciatore non all'altezza del rivale, Allegri ha dovuto sgomitare di più per arrivare a vincere trofei importanti, prima col Milan (scudetto e Supercoppa) e poi con la Juventus, squadra in cui ha vinto praticamente di tutto negli ultimi quattro anni, ad eccezione della Champions League. Esattamente l'opposto di Ancelotti, per il quale la 'Coppa dalle grandi orecchie' è la vera specialità della casa, visto che Carletto l'ha alzata in ben 5 occasioni, due da giocatore del Milan e tre da allenatore (di cui due col 'Diavolo' e una col Real Madrid, la decima della storia dei 'blancos'). Il tutto senza dimenticare i titoli nazionali conquistati tra Inghilterra (Chelsea), Francia (Psg) e Germania (Bayern Monaco) che comunque non sono molti se si pensa che ha allenato quasi sempre delle big comprese Juventus e Real.

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IL CARISMA
Ma da dove deriva questa loro predisposizione naturale alla vittoria? Tanti i fattori che entrano in gioco, ma per il tutto potrebbe essere tradotto in due concetti cardine: la cultura del lavoro e la gestione della rosa, a livello umano ancor prima che tecnico-tattico. Ed è lì che sia Allegri che Ancelotti hanno dimostrato una marcia in più degli avversari, nel saper cogliere prima di altri le qualità di tutti i giocatori a loro disposizione, coprendone i difetti ed evidenziandone i pregi grazie al lavoro di squadra. Ed è soprattutto nella crescita dei grandi campioni che tutto ciò ha fatto la differenza, riuscendo a gestire senza problemi stelle del calibro di Ibrahimovic, Seedorf, Kakà, Ronaldo, Drogba e Ribery, solo per citarne alcuni esempi.

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NO INTEGRALISMI
Gestione del gruppo, dicevamo, che in campo si traduce in capacità di valorizzare il ca