IL MONITO
Allegri lancia poi un monito: «Noi, come allenatori, calciatori, presidenti, visto che le nostre parole sono molto pesanti e influiscono sulle persone adulte e meno, dobbiamo essere tutti più responsabili e usare un briciolo di intelligenza per non alimentare un'esasperazione che in Italia c'è già ed è esagerata. Perché la sconfitta non è più accettata. Dispiace perché il 26 negli stadi c'erano tante famiglie e bambini. I bambini sono il futuro dell'Italia. E se non li educhiamo, il fatto non comporta niente. Fermare le partite è solo un impatto momentaneo, bisogna essere preventivi. La tecnologia negli stadi acchiappa chi fa casino. Ma questo problema non lo risolvono io, Spalletti, Ancelotti, Gattuso, ma gli organi di competenza. Altrimenti si cade nell'ipocrisia e io allora sto zitto. Chiudere gli stadi è una soluzione? Non lo so, non sono decisioni che spettano a me. Se hanno deciso così, vuol dire che è giusto. Ma è una soluzione momentanea, il problema va risolto a monte. Fra due mesi cosa facciamo dopo aver chiuso gli stadi?».