Juve-Toro, il derby dei due mondi: testa o cuore?

Un punto di differenza in classifica complice il -15 bianconero: la squadra di Allegri ha una cifra tecnica superiore che i granata dovranno compensare con una gara ad alta intensità
Juve-Toro, il derby dei due mondi: testa o cuore?

È quasi sempre irresistibile il richiamo della storia e delle storie di un derby, ma stavolta il presente offre più di un appiglio per resistere alla tentazione di voltarsi indietro e vivere l’attuale eticità di una sfida fra Juventus e Torino che vale tanto, per entrambe le squadre e, soprattutto, per le loro tifoserie. Quella bianconera, che stasera riempirà lo Stadium (solo il settore ospiti presenterà dei vuoti), vive il subbuglio psicoemotivo dei guai giudiziari; di una penalizzazione di quindici punti che, almeno fi no alla pronuncia del Collegio del Coni, costringe a una lettura strabica della classifica e a una insopportabile incertezza sul futuro che rende ogni partita ugualmente fondamentale e inutile. Sballottato nello spirito, il popolo bianconero ha però ritrovato l’amore per la squadra, quello dei momenti difficili, quello degli amici che si vedono nel momento del bisogno. Il patto suggellato con la squadra, in analoga situazione psicologica, può vivere questa sera un picco epico, anche considerata la possibilità di vedere tutti insieme, nella stessa partita, Vlahovic, Pogba, Chiesa e Di Maria, reduce dalla fenomenale tripletta a Nantes. Non è un derby qualsiasi per la Juventus e la sua gente: può diventare memorabile.

Il trasporto dei tifosi del Toro

Quelli del Toro saranno pochissimi allo stadio, ma protestano contro il metodo di vendita dei biglietti della Juventus, non contro la loro squadra che, domenica al Filadelfia, hanno abbracciato con un trasporto da pelle d’oca. Hanno fatto capire ai giocatori e allo stesso Juric (che ieri lo ha ammesso apertamente) di cosa è capace il popolo granata quand’è innamorato. Il problema, come ha brillantemente spiegato Mauro Berruto sulle pagine di Tuttosport, è far scoccare la scintilla, riavviare il vecchio cuore, ingolfato dalla medietà se non proprio mediocrità degli ultimi decenni. Vincere un derby vero, il primo dopo 28 anni (quello del 2015 lo contano in pochi), potrebbe anche essere il cerino giusto per riaccendere la fiamma. Conta, conta tantissimo questo derby, che rievoca il vecchio schema: i campioni da una parte, il tremendismo dall’altra e l’impossibilità di considerare scontato il pronostico più logico, perché il derby non ha logica, soprattutto quando le premesse sono queste.

Protagonisti in campo e fuori

Scorrendo le formazioni si scorgono ovunque giocatori che possono essere determinanti, da quelli più attesi a quelli impensabili, che di solito sono i veri uomini derby. In tribuna ci sarà l’esordio della nuova dirigenza juventina, nella quale spicca un amministratore delegato con il cuore granata (anche se, sussurrano, non particolarmente intenso): Maurizio Scanavino proverà strane sensazioni, anche se tutti quelli che ci sono passati, a partire da Antonio Giraudo, sostengono che in un dirigente prevale sempre la razionalità, anche nella più irrazionale delle partite e, quindi, non ci si confonde mai. Sarà gustosa anche la sfida fra i due allenatori, che qualcuno sostiene sarebbe bello mettere insieme nello stesso club: Juric dovrebbe preparare le partite in settimana, Allegri le dovrebbe gestire nei novanta minuti, un Frankenstein della panchina, maniacale prima e reattivo dopo. Finora il tecnico del Toro, anche penalizzato da una rosa meno ricca di quanto si sarebbe aspettato, ha spesso patito i cambiamenti in corsa dell’allenatore avversario (proprio quelli in cui Allegri è specialista e grande utilizzatore). Dall’altra parte, la squadra di Max ha sofferto ritmo, intensità e ripartenze che caratterizzano da sempre le formazioni di Ivan Juric. La trama, insomma, promette bene; gli attori della locandina ingolosiscono (Pogba potrebbe giocare i primi minuti della stagione, un evento nell’evento); il teatro offre un contorno di grande fascino: questa sera si può scrivere una storia da derby, di quelle da ricordarsi e raccontare fra tanti anni, orgogliosi di esserne stati testimoni. Io c’ero quella volta che...

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