Juve-Sporting: sfida ad Amorim e amarcord Di Maria

Giovedì arriva all’Allianz la squadra portoghese guidata dal giovane allenatore che nel 2010 giocava e trionfava nel Benfica con il Fideo

In Portogallo ne sono certi, lo dicono e lo scrivono già da un paio d’anni, almeno: Rúben Amorim, 38enne allenatore dello Sporting Lisbona che giovedì prossimo sfiderà la Juventus a Torino nell’andata dei quarti di Europa League, sarà il prossimo “super treinador” targato Portogallo. L’ennesimo talento della panchina, grande stratega tattico, sfornato da quell’inesauribile fucina del calcio lusitano che ha in José Mourinho il suo leader storico e in André Villas-Boas, Abel Ferreira, Vítor Pereira, Leonardo Jardim, Nuno Espírito Santo, Sérgio Conceição, Paulo Fonseca, Marco Silva, Bruno Lage, Ricardo Sá Pinto e Paulo Sousa i suoi principali epigoni. Forse già dalla prossima estate – e comunque prima dei quarant’anni – Amorim è destinato a emigrare in un “top club” straniero. Anche perché, dettaglio non marginale, suo cognato è nientemeno che Antero Henrique, influente uomo-mercato, assistente delegato di Al Khelaifi al Paris Saint-Germain (dopo esserne stato diesse), direttore esecutivo della Qatar Stars League e prima ancora ds del Porto. Giocando d’anticipo, il dottor Varandas ha appena rinnovato il contratto del suo tecnico allungandone la scadenza al 30 giugno 2026 (il precedente accordo si sarebbe concluso nell’estate 2024) alzandogli lo stipendio a 6,5 milioni lordi – al Braga guadagnava 300 mila euro – ma abbassandone “ufficiosamente” la clausola rescissoria da 30 a 20 milioni. Chelsea e PSG sono alla finestra..

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Amorim, trionfi con Di Maria al Benfica

Pur essendo coetaneo di Cristiano Ronaldo (è nato solo 9 giorni prima del prodigio di Madeira che ancor oggi continua a segnare gol a grappoli), Rúben allena (e vince) già da 5 anni. Ex centrocampista e all’occorrenza laterale destro soprattutto del Benfica (con una fugace esperienza pure all’Al Wakrah, in Qatar), ha chiuso la carriera agonistica nella primavera del 2017 a causa degli acciacchi che lo tormentavano. Da giocatore, nel Benfica, ha conquistato 4 campionati, 6 Coppe di Lega (più un’altra col Braga), 1 Coppa e 1 Supercoppa portoghese. Pochi rammentano che nel 2009/10 sotto la guida di Jorge Jesus ha centrato “a dobradinha”, cioè la doppietta, Liga-Copa giocando a fianco di un fuoriclasse argentino che curiosamente ritroverà da avversario giovedì all’Allianz Stadium a distanza di 13 anni: il fresco campione mondiale Ángel Di María. In quella gloriosa stagione nelle “Aquile” di Lisbona, Amorim totalizzò in tutto 38 presenze segnando 4 reti mentre “El Fidéo” disputò 45 gare andando in doppia cifra coi gol: 10. Il destino, bizzarro, stavolta opporrà i due vecchi amici. E il giovane mister, tre anni più vecchio del mancino rosarino, sta già mettendo a punto trappole tattiche per “ingabbiarlo”...

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Amorim, la carriera da allenatore

Rúben Filipe Marques Amorim (il suo nome completo, da pronunciare con l’accento sull’ultima “i”) è partito nel 2018 dalla gavetta alla guida del Casa Pia, club di Lisbona allora iscritto al campionato di Terza Divisione, ora nella Primeira Liga e domani avversario proprio dello Sporting. Subito successi in serie e “schizzata” ai vertici della classifica. A maggio 2019 il Benfica gli propose di guidare la formazione Under 23 ma lui, dopo l’iniziale assenso, declinò l’offerta. Quattro mesi dopo, settembre 2019, lo chiamò lo scaltro António Salvador, presidente dello Sporting Braga che lo ingaggiò affidandogli la direzione della formazione B partecipante al campionato di Terza Divisione per poi invece lanciarlo alla guida della prima squadra a fine anno. Poche settimane dopo è subito trionfo: i biancorossi infatti conquistano la Coppa di Lega superando 1-0 i futuri campioni lusitani del Porto, rete di Ricardo Horta al 95’.

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Amorim allo Sporting Lisbona

 Gioca troppo bene il Braga pur non avendo stelle nel proprio organico. I “minhotos” sfoderano un calcio ricercato e ambizioso. Fondato su un modulo audace (3-4-3) e sulla valorizzazione dei giovani talenti, su tutti Francisco Trincão, classe ’99, oggi cardine dello Sporting Lisbona. Oltre al successo in Coppa di Lega, Amorim batte in campionato tutte le tre grandi lusitane. A quel punto al dottor Frederico Varandas, ambizioso presidente biancoverde, viene una “pazza” idea. Affidare la guida dei “Leoni rampanti” al giovane tecnico nativo proprio di Lisbona. António Salvador non dice di no, ma esige un indennizzo da 10 milioni per lasciar partire Rúben. Varandas non batte ciglio: va “all in”, paga, e il 5 marzo 2020 annuncia l’ingaggio di Amorim. Il nuovo timoniere dei “Leões” ripaga gli sforzi economici riportando allo stadio Alvalade il titolo portoghese che mancava da 19 anni. Vince anche due Coppe di Lega e 1 Supercoppa nazionale.

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In Portogallo ne sono certi, lo dicono e lo scrivono già da un paio d’anni, almeno: Rúben Amorim, 38enne allenatore dello Sporting Lisbona che giovedì prossimo sfiderà la Juventus a Torino nell’andata dei quarti di Europa League, sarà il prossimo “super treinador” targato Portogallo. L’ennesimo talento della panchina, grande stratega tattico, sfornato da quell’inesauribile fucina del calcio lusitano che ha in José Mourinho il suo leader storico e in André Villas-Boas, Abel Ferreira, Vítor Pereira, Leonardo Jardim, Nuno Espírito Santo, Sérgio Conceição, Paulo Fonseca, Marco Silva, Bruno Lage, Ricardo Sá Pinto e Paulo Sousa i suoi principali epigoni. Forse già dalla prossima estate – e comunque prima dei quarant’anni – Amorim è destinato a emigrare in un “top club” straniero. Anche perché, dettaglio non marginale, suo cognato è nientemeno che Antero Henrique, influente uomo-mercato, assistente delegato di Al Khelaifi al Paris Saint-Germain (dopo esserne stato diesse), direttore esecutivo della Qatar Stars League e prima ancora ds del Porto. Giocando d’anticipo, il dottor Varandas ha appena rinnovato il contratto del suo tecnico allungandone la scadenza al 30 giugno 2026 (il precedente accordo si sarebbe concluso nell’estate 2024) alzandogli lo stipendio a 6,5 milioni lordi – al Braga guadagnava 300 mila euro – ma abbassandone “ufficiosamente” la clausola rescissoria da 30 a 20 milioni. Chelsea e PSG sono alla finestra..

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