"Vlahovic va servito come si deve e in area. E ho un consiglio da dargli"

L'ex bianconero sicuro: "Ha tutte le caratteristiche per diventare un trascinatore, non solo con le reti. Non avrei fatto scambio con Lukaku. Scudetto? Inter e Milan sono più forti, ma la Champions sarà un fattore"

"La voglia di Vlahovic farà la differenza per la Juventus". Parola di Luca Toni, di un campione del Mondo che sul palco del Teatro Lirico Giorgio Gaber ha ricordato la notte del 9 luglio 2006, ha raccontato la sua storia, l’orgoglio di arrivare a vestire la maglia bianconera. E pazienza se ha giocato poco, due mezze stagioni, segnando solo due reti. Ma Toni i gol li ha sempre fatti, fino quasi a 40 anni. Ora tocca a Dusan farli. "Vlahovic è un attaccante forte. Punto e basta. Non si discute. Lo scorso anno non è stato tanto Allegri a non capirlo. Il problema che non stava bene lui fisicamente. Quest’anno è già partito forte. È un giocatore d’area di rigore, un giocatore che a me piace tantissimo. Ma è chiaro che va servito come si deve in area di rigore. Ora la sua fortuna, quella di Allegri è di avere nuovamente Chiesa".

Con questo Chiesa è tutto più facile…

"Questo nuovo ruolo di Federico gli permette di essere anche un po’ più libero. Gli permette si saltare l’uomo, di creare superiorità, creare scompiglio nella difesa avversaria. E questo può essere positivo per Dusan".

Con Chiesa e Vlahovic si va sul sicuro?

"Sono una bella coppia, mi piacciono insieme. Uno è un attaccante a cui piace giocare dentro l’area di rigore, all’altro invece piace girarci in giro. Oggi Chiesa si deve abituare più a fare la seconda punta, un ruolo che piace molto ad Allegri. Ma Federico può farlo: per me è uno dei giocatori più forti che ci sono in Italia. E la Juventus fa bene a puntarci2.

C’è qualcosa di Luca Toni in Dusan Vlahovic?

"Siamo entrambi due attaccanti d’area di rigore, lui è mancino, io no. Però siamo un po’ diversi. Lui è bravo a calciare anche le punizioni, a calciare dalla distanza, a giocare anche un po’ più con la squadra. Io sono stato un bomber d’area, lui lo sarà. Sono sicuro che diventerà un grande bomber e farà la fortuna della Juventus".

Bomber e leader o solo bomber?

"Ha le caratteristiche anche per diventare non solo un leader ma anche un trascinatore di questa Juventus. L’età è dalla sua parte, il progetto giovani anche…".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Che consiglio le darebbe?

"Di stare più tranquillo durante la partita, di giocare con meno rabbia. E di giocare per il bene della squadra. Lui vive troppo per il gol. E quando non ci riesce spreca tante energie mentali oltre che fisiche. Deve capire di stare più tranquillo, che si vince di squadra".

Una rabbia che arriva dal mercato, dall’essersi sentito messo in discussione?

"Lui è voluto restare. Restare a Torino per cercare di vincere con la Juventus. Avere un giocatore con queste motivazioni aiuta tutti. Dusan sta capendo cosa vuol dire giocare per la Juventus, una maglia importante, pesante per tutti. Ma si sono già visti i miglioramenti rispetto a un anno fa".

Ma lei lo avrebbe mai fatto lo scambio in attacco con Lukaku?

"Io no, non lo avrei mai fatto. Io avrei tenuto Vlahovic perché è un ragazzo giovane, un giocatore in crescita che ha voluto la Juventus. Un ragazzo che vuole crescere con questa maglia e vincere. Questi sono dei valori da Juventus. Potenzialmente è un giocatore forte, che può crescere ancora tanto. E in giro di giovani attaccanti forti non ce ne sono tanti. E quei pochi costano tanto…".

Dove può ancora migliorare Dusan?

"Prima di tutto deve migliorare nel carattere, per cercare di essere più tranquillo in campo e mantenere la concentrazione, le energie perché il gol lo puoi fare al primo minuto come al novantesimo".

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La Juventus di oggi è da scudetto?

"Inter e Milan sono più forti. Ma in un campionato lungo ed equilibrato può succedere di tutto. Dipenderà anche dalla cammino in Champions League. Il campionato si deciderà come sempre a marzo, aprile. Ma la scintilla per la Juventus può essere la rabbia di stare a casa, di non giocare le coppe".

Intanto sabato c’è il derby con il Torino…

"È sempre stato più importante per il Torino per far vedere di non essere gli eterni secondi. Oggi il Toro ha un buon allenatore, un bella squadra. Non sarà semplice per la Juventus vincere. Ma quando la Juve incontra le squadre più piccole deve sempre portare a casa i tre punti. Se vince ha fatto il suo, se le cose non vanno bene ha fatto qualcosa di straordinario il Toro. È sempre stato così e lo sarà ancora…".

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"La voglia di Vlahovic farà la differenza per la Juventus". Parola di Luca Toni, di un campione del Mondo che sul palco del Teatro Lirico Giorgio Gaber ha ricordato la notte del 9 luglio 2006, ha raccontato la sua storia, l’orgoglio di arrivare a vestire la maglia bianconera. E pazienza se ha giocato poco, due mezze stagioni, segnando solo due reti. Ma Toni i gol li ha sempre fatti, fino quasi a 40 anni. Ora tocca a Dusan farli. "Vlahovic è un attaccante forte. Punto e basta. Non si discute. Lo scorso anno non è stato tanto Allegri a non capirlo. Il problema che non stava bene lui fisicamente. Quest’anno è già partito forte. È un giocatore d’area di rigore, un giocatore che a me piace tantissimo. Ma è chiaro che va servito come si deve in area di rigore. Ora la sua fortuna, quella di Allegri è di avere nuovamente Chiesa".

Con questo Chiesa è tutto più facile…

"Questo nuovo ruolo di Federico gli permette di essere anche un po’ più libero. Gli permette si saltare l’uomo, di creare superiorità, creare scompiglio nella difesa avversaria. E questo può essere positivo per Dusan".

Con Chiesa e Vlahovic si va sul sicuro?

"Sono una bella coppia, mi piacciono insieme. Uno è un attaccante a cui piace giocare dentro l’area di rigore, all’altro invece piace girarci in giro. Oggi Chiesa si deve abituare più a fare la seconda punta, un ruolo che piace molto ad Allegri. Ma Federico può farlo: per me è uno dei giocatori più forti che ci sono in Italia. E la Juventus fa bene a puntarci2.

C’è qualcosa di Luca Toni in Dusan Vlahovic?

"Siamo entrambi due attaccanti d’area di rigore, lui è mancino, io no. Però siamo un po’ diversi. Lui è bravo a calciare anche le punizioni, a calciare dalla distanza, a giocare anche un po’ più con la squadra. Io sono stato un bomber d’area, lui lo sarà. Sono sicuro che diventerà un grande bomber e farà la fortuna della Juventus".

Bomber e leader o solo bomber?

"Ha le caratteristiche anche per diventare non solo un leader ma anche un trascinatore di questa Juventus. L’età è dalla sua parte, il progetto giovani anche…".

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