Mezza svolta
Il calcio d’angolo guadagnato al primo minuto della ripresa e la successiva girata di testa appena alta di Magnani sembrano prefigurare altri 45 minuti di sofferenza bianconera e anche in questo caso il presagio si concretizza: già al 5’ Szczesny è chiamato a respingere coi pugni un tiro da fuori di Noslin, ma l’attaccante gialloblù lo beffa due minuti dopo inserendosi da destra e facendogli passare la palla tra le gambe. Allegri corre ai ripari inserendo Chiesa per Kostic e Alex Sandro per Gatti (a disagio come Rugani contro il pressing alto gialloblù), ma prima ancora che effettui il cambio Rabiot pareggia servito da Locatelli. Rimontato per la seconda volta lo svantaggio e più aggressiva nell’atteggiamento e nell’assetto (4-3-3 con McKennie e Alex Sandro terzini e Cambiaso a centrocampo con Locatelli e Rabiot), la Juve alza il baricentro ma al 20’ Szczesny è ancora chiamato a deviare in angolo un tiro da fuori di Lazovic. Subito dopo Allegri gioca la carta Alcaraz, togliendo Yildiz e alzando Cambiaso, mentre l’argentino si piazza da mezzala e libera subito Rabiot al cross per Vlahovic, che riesce in un complicato colpo di testa ma alza sopra la traversa. È l’ultimo sussulto per DV9, sostituito al 35’ da Allegri che cerca freschezza con Milik e Weah (per Cambiaso). La Juve si rende pericolosa con Chiesa, che alza la mira, ma non riesce a schiacciare il Verona, anche perché si trova praticamente in inferiorità numerica, con Danilo infortunato e i cambi sono finiti. E finisce, dopo un salvataggio di piede di Montipò su Chiesa, la quarta partita di fila senza vittorie per la squadra bianconera. L’Inter è scappata (+10, potenziale +13) e il Milan ha la chance del sorpasso.