Klose, sogno Lazio: "Fatte scelte diverse, ma Lotito sa che voglio tornare"

L'ex centravanti svela il suo desiderio: quello di riabbracciare il mondo biancoceleste in veste da allenatore
Klose, sogno Lazio: "Fatte scelte diverse, ma Lotito sa che voglio tornare"

Miroslav Klose e Lazio, un legame indissolubile e che il tedesco vorrebbe rinsaldare ulteriormente in futuro, stavolta nel ruole di allenatore. Ad ammetterlo è stato proprio l'ex attaccante biancoceleste: il suo nome, infatti, era circolato come ipotesi per sostituire Maurizio Sarri, prima che il club scegliesse di affidare la panchina ad Igor Tudor. Ma Klose, come affermato a margine della presentazione degli Europei di calcio del 2024, a Villa Almone a Roma, spera un giorno di poter diventare tecnico della Lazio.

Klose e il futuro alla Lazio

Così Klose sul possibile futuro in biancoceleste: "Lotito sa che ho la voglia di allenare la Lazio un giorno, poi starà a lui decidere. Oggi ha fatto un'altra scelta ma un giorno forse sarà l'allenatore della Lazio, chi lo sa, io ci spero". L'ex centrvanti ha parlato anche della generazione 'zeta', che "è molto difficile". I ragazzi di oggi sono diversi rispetto a com'erano ai suoi tempi, il che modifica inevitabilmente anche il rapporto che hanno col calcio, con quest'ultimo cambiato a sua volta.

Klose dice quindi la sua: "Non vogliono lavorare e vogliono guadagnare subito. Il calcio è cambiato, è cambiata la fisicità dei giocatori ma manca la voglia e il sacrificio dei giocatori giovani. Per me era sempre una festa giocare a calcio. Nel settore giovanile non festeggiano più il gol, appena segnano tornano subito a centrocampo. I miei genitori mi hanno sempre detto che prima dovevo finire la scuola. Poi fino a 20 anni ho fatto il carpentiere. La mia è stata una strada lunga. Noi andavamo a scuola fino all'una, ora invece i miei figli restano a scuola fino alle 17 e poi vanno ad allenarsi. Non hanno tempo per fare altro. Al Bayern Monaco quando ero allenatore U17, i giocatori avevano solo un giorno libero. Ecco perché dopo tre anni non hanno più voglia di giocare, non hanno più tempo libero".

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